Conoscevamo Rosy Bindi come una persona intellettualmente povera e ideologicamente compromessa ma adesso non possiamo che scoprirla anche umanamente squallida. Da perfetta ipocrita perbenista, era appena uscita dalla Messa quando ha rilasciato un intervista a La Stampapasionaria del PD: e continua dicendo che certi gesti, anche se non condivisibili, «qualche volta sono spiegabili». che la dice lunga sulla sua vera statura umana: deprimente. Tralasciamo le dovute affermazioni di condanna del gesto criminoso che ha colpito il premier: quella è pura formalità, visto il tono delle affermazioni che vengono subito dopo. «Berlusconi non faccia la vittima», è quel sostiene la nostra. A parte l’indecente e inaccettabile giustificazione dell’attentatore, c’è subito da dire che Berlusconi non «fa» la vittima; Berlusconi «è» la vittima. Come altro si può definire uno che si prende una specie di pietrata in faccia, ci rimette il setto nasale e un paio di denti senza contare le altre ferite in zona maxillofacciale? Quello che preoccupa è quindi ciò che «fa» la Bindi. Perché se dice certe cose rendendosi conto delle parole che pronuncia è un essere umano senza qualità; se invece le dice senza averne contezza qualcuno la faccia visitare perché la sua stabilità mentale evidentemente vacilla. Ma Rosy non è fuori di testa, è solo avvelenata dall’odio ideologico, dalla rabbia per aver perso le elezioni e con esse l’occasione di martoriare il Paese con la politica sfascista, debole, donabbondiesca del suo regime diabolicamente soft. E in questo senso condivide quell’odio con la maggior parte dei suoi compagni di partito e dell’opposizione intera. Ma con queste sue parole la Bindi esce fuori perfino dalla politica e si mette dalla parte dei mandanti del gesto terroristico, in degna compagnia dell’estremismo becero e guerraiolo di Di Pietro. Ora, questa donna è Presidente del PD: che faranno i compagni? La terranno ancora su quello scranno che ha dimostrato di non meritare? Certo che si, perché lei ha avuto il coraggio di esprimere ciò che molti altri pensano ma tengono per sé. Se i vertici del PD nutrono certi pensieri come potrebbero nutrirne di diversi i compagni della base? L’antiberlusconismo tetragono, che mostra il premier al popolo come fosse l’Anticristo, è un concetto e un atteggiamento trasversale a tutta la sinistra italiana; ed è un atteggiamento ideologico, frutto delle mai dismesse abitudini staliniste in casa postcomunista. Intanto, con queste dichiarazioni, la Bindi ha dimostrato di possedere quanto segue: intelligenza politica zero; sensibilità umana zero; carità cristiana meno di zero. È soprattutto l’ultima voce che deve scandalizzare, visto che Rosy è una cattolica praticante e di carità dovrebbe intendersene, anzi della carità dovrebbe fare la sua dimensione di vita. Pretendere coerenza da chi fa della scelta religiosa un vanto personale è il minimo; ma si sa, i cattocomunisti di cristiano non hanno assolutamente niente, tranne la facciata chiesaiola che offende la vera fede. Ma nemmeno che la Bindi faccia schifo come Di Pietro è la vera o la più importante notizia: il fatto rilevante è ancora una volta, trattandosi di sinistra ideologica, lo spudorato rovesciamento della realtà, secondo cui la vittima è il vero colpevole di quello che gli è capitato. E questo solo perché quella vittima si chiama Silvio Berlusconi, e Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni nel 2008, dopo averle vinte altre volte negli anni addietro. È questo che non accettano, i compagni: non solo quelli che hanno ancora la bieca arroganza di farsi chiamare comunisti ma anche quelli che vogliono far dimenticare di esserlo stati, e di continuare ad esserlo nell’intimo della loro coscienza. Non ci stanno a perdere e quindi pretendono di ribaltare i verdetti della democrazia (visto che di democrazia non se ne intendono affatto) a qualunque costo. Ed ecco che partono le campagne denigratorie, i toni apocalittici che chiamano alla mobilitazione contro il «grande satana» di Arcore, una vera e propria guerra mediatica, giustizialista e di piazza che inevitabilmente può armare la mano dei violenti, degli sconsiderati, dei pazzoidi, dei macellai. L’Italia, questo è ciò che dovrebbe allarmare tutti, sta facendo l’equilibrista sull’orlo del baratro di un nuovo clima di terrorismo, di nuovi anni di piombo, e tutto per colpa di una sinistra che ancora non ha le carte in regola per far parte di un consesso democratico. Ci siamo mai chiesti perché, pur con tutte le stramberie e le follie politiche commesse, nessuno ha mai preso a pietrate Prodi, o gli altri leaders della sinistra, quando erano al governo? Semplicemente perché non c’erano le campagne demonizzatrici di adesso, nessuno istigava all’odio e alla violenza; evidentemente quando l’opposizione la fa il centrodestra liberale e democratico nessuno scende a simili bassezze, umane oltre che politiche. Ora, lo squallore sia politico che umano della sinistra italiana è sotto gli occhi di tutti. Nelle scorse elezioni politiche gli Italiani hanno cominciato a liberarsi dell’impresentabile zavorra ideologica buttando fuori dal Parlamento i comunisti residuali; c’è da augurarsi che, illuminati da esempi come quelli di questi tristi giorni, facciano presto pulizia anche di personaggi come la Bindi e Di Pietro. I quali dovrebbero vergognarsi, insieme a tanti altri «compagni» dalla lingua velenosa e dai gesti inqualificabili, di fronte a tutto il pianeta, per essere i veri colpevoli morali del clima di violenza che finora ha armato la mano di uno scemo esaltato come il Tartaglia e che domani potrebbe caricare le armi sputafuoco di terroristi ben altrimenti organizzati e determinati. Ma purtroppo la vergogna è un sentimento troppo nobile per chi non possiede dignità. Morale della favola: Berlusconi è la vittima, Massimo Tartaglia il colpevole materiale dell’atto criminoso, la sinistra dei Di Pietro e delle Bindi il mandante del crimine. Questa è la semplice ma tremenda realtà che a sinistra cercano in ogni modo di ribaltare agli occhi dei cittadini. Tutto molto chiaro. Ma è altrettanto chiaro che andando avanti in questo modo prima o poi qualcuno passerà dalle statuette o dai sassi alle pallottole. E allora torneranno anche i «compagni che sbagliano», ma intanto sparano. È questo il vero problema: e primo fra tutti dovrebbe preoccuparsi di questo proprio il PD, partito maestro nel sobillare l’odio e poi tirarsi anguillescamente indietro facendo finta di essere puro come la Madonna. Le parole e i gesti hanno un significato e un destino: che il destino della politica sciagurata dell’opposizione di sinistra non sia il ritorno delle pallottole rosse, che l’Italia non venga trascinata nel fango della vergogna solo perché qualcuno non sopporta di non avere in mano il giocattolino del potere.
martedì 15 dicembre 2009
La cattolica adulta
Rosy Bindi: carità cristiana zero di Stefano Doroni
Conoscevamo Rosy Bindi come una persona intellettualmente povera e ideologicamente compromessa ma adesso non possiamo che scoprirla anche umanamente squallida. Da perfetta ipocrita perbenista, era appena uscita dalla Messa quando ha rilasciato un intervista a La Stampapasionaria del PD: e continua dicendo che certi gesti, anche se non condivisibili, «qualche volta sono spiegabili». che la dice lunga sulla sua vera statura umana: deprimente. Tralasciamo le dovute affermazioni di condanna del gesto criminoso che ha colpito il premier: quella è pura formalità, visto il tono delle affermazioni che vengono subito dopo. «Berlusconi non faccia la vittima», è quel sostiene la nostra. A parte l’indecente e inaccettabile giustificazione dell’attentatore, c’è subito da dire che Berlusconi non «fa» la vittima; Berlusconi «è» la vittima. Come altro si può definire uno che si prende una specie di pietrata in faccia, ci rimette il setto nasale e un paio di denti senza contare le altre ferite in zona maxillofacciale? Quello che preoccupa è quindi ciò che «fa» la Bindi. Perché se dice certe cose rendendosi conto delle parole che pronuncia è un essere umano senza qualità; se invece le dice senza averne contezza qualcuno la faccia visitare perché la sua stabilità mentale evidentemente vacilla. Ma Rosy non è fuori di testa, è solo avvelenata dall’odio ideologico, dalla rabbia per aver perso le elezioni e con esse l’occasione di martoriare il Paese con la politica sfascista, debole, donabbondiesca del suo regime diabolicamente soft. E in questo senso condivide quell’odio con la maggior parte dei suoi compagni di partito e dell’opposizione intera. Ma con queste sue parole la Bindi esce fuori perfino dalla politica e si mette dalla parte dei mandanti del gesto terroristico, in degna compagnia dell’estremismo becero e guerraiolo di Di Pietro. Ora, questa donna è Presidente del PD: che faranno i compagni? La terranno ancora su quello scranno che ha dimostrato di non meritare? Certo che si, perché lei ha avuto il coraggio di esprimere ciò che molti altri pensano ma tengono per sé. Se i vertici del PD nutrono certi pensieri come potrebbero nutrirne di diversi i compagni della base? L’antiberlusconismo tetragono, che mostra il premier al popolo come fosse l’Anticristo, è un concetto e un atteggiamento trasversale a tutta la sinistra italiana; ed è un atteggiamento ideologico, frutto delle mai dismesse abitudini staliniste in casa postcomunista. Intanto, con queste dichiarazioni, la Bindi ha dimostrato di possedere quanto segue: intelligenza politica zero; sensibilità umana zero; carità cristiana meno di zero. È soprattutto l’ultima voce che deve scandalizzare, visto che Rosy è una cattolica praticante e di carità dovrebbe intendersene, anzi della carità dovrebbe fare la sua dimensione di vita. Pretendere coerenza da chi fa della scelta religiosa un vanto personale è il minimo; ma si sa, i cattocomunisti di cristiano non hanno assolutamente niente, tranne la facciata chiesaiola che offende la vera fede. Ma nemmeno che la Bindi faccia schifo come Di Pietro è la vera o la più importante notizia: il fatto rilevante è ancora una volta, trattandosi di sinistra ideologica, lo spudorato rovesciamento della realtà, secondo cui la vittima è il vero colpevole di quello che gli è capitato. E questo solo perché quella vittima si chiama Silvio Berlusconi, e Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni nel 2008, dopo averle vinte altre volte negli anni addietro. È questo che non accettano, i compagni: non solo quelli che hanno ancora la bieca arroganza di farsi chiamare comunisti ma anche quelli che vogliono far dimenticare di esserlo stati, e di continuare ad esserlo nell’intimo della loro coscienza. Non ci stanno a perdere e quindi pretendono di ribaltare i verdetti della democrazia (visto che di democrazia non se ne intendono affatto) a qualunque costo. Ed ecco che partono le campagne denigratorie, i toni apocalittici che chiamano alla mobilitazione contro il «grande satana» di Arcore, una vera e propria guerra mediatica, giustizialista e di piazza che inevitabilmente può armare la mano dei violenti, degli sconsiderati, dei pazzoidi, dei macellai. L’Italia, questo è ciò che dovrebbe allarmare tutti, sta facendo l’equilibrista sull’orlo del baratro di un nuovo clima di terrorismo, di nuovi anni di piombo, e tutto per colpa di una sinistra che ancora non ha le carte in regola per far parte di un consesso democratico. Ci siamo mai chiesti perché, pur con tutte le stramberie e le follie politiche commesse, nessuno ha mai preso a pietrate Prodi, o gli altri leaders della sinistra, quando erano al governo? Semplicemente perché non c’erano le campagne demonizzatrici di adesso, nessuno istigava all’odio e alla violenza; evidentemente quando l’opposizione la fa il centrodestra liberale e democratico nessuno scende a simili bassezze, umane oltre che politiche. Ora, lo squallore sia politico che umano della sinistra italiana è sotto gli occhi di tutti. Nelle scorse elezioni politiche gli Italiani hanno cominciato a liberarsi dell’impresentabile zavorra ideologica buttando fuori dal Parlamento i comunisti residuali; c’è da augurarsi che, illuminati da esempi come quelli di questi tristi giorni, facciano presto pulizia anche di personaggi come la Bindi e Di Pietro. I quali dovrebbero vergognarsi, insieme a tanti altri «compagni» dalla lingua velenosa e dai gesti inqualificabili, di fronte a tutto il pianeta, per essere i veri colpevoli morali del clima di violenza che finora ha armato la mano di uno scemo esaltato come il Tartaglia e che domani potrebbe caricare le armi sputafuoco di terroristi ben altrimenti organizzati e determinati. Ma purtroppo la vergogna è un sentimento troppo nobile per chi non possiede dignità. Morale della favola: Berlusconi è la vittima, Massimo Tartaglia il colpevole materiale dell’atto criminoso, la sinistra dei Di Pietro e delle Bindi il mandante del crimine. Questa è la semplice ma tremenda realtà che a sinistra cercano in ogni modo di ribaltare agli occhi dei cittadini. Tutto molto chiaro. Ma è altrettanto chiaro che andando avanti in questo modo prima o poi qualcuno passerà dalle statuette o dai sassi alle pallottole. E allora torneranno anche i «compagni che sbagliano», ma intanto sparano. È questo il vero problema: e primo fra tutti dovrebbe preoccuparsi di questo proprio il PD, partito maestro nel sobillare l’odio e poi tirarsi anguillescamente indietro facendo finta di essere puro come la Madonna. Le parole e i gesti hanno un significato e un destino: che il destino della politica sciagurata dell’opposizione di sinistra non sia il ritorno delle pallottole rosse, che l’Italia non venga trascinata nel fango della vergogna solo perché qualcuno non sopporta di non avere in mano il giocattolino del potere.
Conoscevamo Rosy Bindi come una persona intellettualmente povera e ideologicamente compromessa ma adesso non possiamo che scoprirla anche umanamente squallida. Da perfetta ipocrita perbenista, era appena uscita dalla Messa quando ha rilasciato un intervista a La Stampapasionaria del PD: e continua dicendo che certi gesti, anche se non condivisibili, «qualche volta sono spiegabili». che la dice lunga sulla sua vera statura umana: deprimente. Tralasciamo le dovute affermazioni di condanna del gesto criminoso che ha colpito il premier: quella è pura formalità, visto il tono delle affermazioni che vengono subito dopo. «Berlusconi non faccia la vittima», è quel sostiene la nostra. A parte l’indecente e inaccettabile giustificazione dell’attentatore, c’è subito da dire che Berlusconi non «fa» la vittima; Berlusconi «è» la vittima. Come altro si può definire uno che si prende una specie di pietrata in faccia, ci rimette il setto nasale e un paio di denti senza contare le altre ferite in zona maxillofacciale? Quello che preoccupa è quindi ciò che «fa» la Bindi. Perché se dice certe cose rendendosi conto delle parole che pronuncia è un essere umano senza qualità; se invece le dice senza averne contezza qualcuno la faccia visitare perché la sua stabilità mentale evidentemente vacilla. Ma Rosy non è fuori di testa, è solo avvelenata dall’odio ideologico, dalla rabbia per aver perso le elezioni e con esse l’occasione di martoriare il Paese con la politica sfascista, debole, donabbondiesca del suo regime diabolicamente soft. E in questo senso condivide quell’odio con la maggior parte dei suoi compagni di partito e dell’opposizione intera. Ma con queste sue parole la Bindi esce fuori perfino dalla politica e si mette dalla parte dei mandanti del gesto terroristico, in degna compagnia dell’estremismo becero e guerraiolo di Di Pietro. Ora, questa donna è Presidente del PD: che faranno i compagni? La terranno ancora su quello scranno che ha dimostrato di non meritare? Certo che si, perché lei ha avuto il coraggio di esprimere ciò che molti altri pensano ma tengono per sé. Se i vertici del PD nutrono certi pensieri come potrebbero nutrirne di diversi i compagni della base? L’antiberlusconismo tetragono, che mostra il premier al popolo come fosse l’Anticristo, è un concetto e un atteggiamento trasversale a tutta la sinistra italiana; ed è un atteggiamento ideologico, frutto delle mai dismesse abitudini staliniste in casa postcomunista. Intanto, con queste dichiarazioni, la Bindi ha dimostrato di possedere quanto segue: intelligenza politica zero; sensibilità umana zero; carità cristiana meno di zero. È soprattutto l’ultima voce che deve scandalizzare, visto che Rosy è una cattolica praticante e di carità dovrebbe intendersene, anzi della carità dovrebbe fare la sua dimensione di vita. Pretendere coerenza da chi fa della scelta religiosa un vanto personale è il minimo; ma si sa, i cattocomunisti di cristiano non hanno assolutamente niente, tranne la facciata chiesaiola che offende la vera fede. Ma nemmeno che la Bindi faccia schifo come Di Pietro è la vera o la più importante notizia: il fatto rilevante è ancora una volta, trattandosi di sinistra ideologica, lo spudorato rovesciamento della realtà, secondo cui la vittima è il vero colpevole di quello che gli è capitato. E questo solo perché quella vittima si chiama Silvio Berlusconi, e Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni nel 2008, dopo averle vinte altre volte negli anni addietro. È questo che non accettano, i compagni: non solo quelli che hanno ancora la bieca arroganza di farsi chiamare comunisti ma anche quelli che vogliono far dimenticare di esserlo stati, e di continuare ad esserlo nell’intimo della loro coscienza. Non ci stanno a perdere e quindi pretendono di ribaltare i verdetti della democrazia (visto che di democrazia non se ne intendono affatto) a qualunque costo. Ed ecco che partono le campagne denigratorie, i toni apocalittici che chiamano alla mobilitazione contro il «grande satana» di Arcore, una vera e propria guerra mediatica, giustizialista e di piazza che inevitabilmente può armare la mano dei violenti, degli sconsiderati, dei pazzoidi, dei macellai. L’Italia, questo è ciò che dovrebbe allarmare tutti, sta facendo l’equilibrista sull’orlo del baratro di un nuovo clima di terrorismo, di nuovi anni di piombo, e tutto per colpa di una sinistra che ancora non ha le carte in regola per far parte di un consesso democratico. Ci siamo mai chiesti perché, pur con tutte le stramberie e le follie politiche commesse, nessuno ha mai preso a pietrate Prodi, o gli altri leaders della sinistra, quando erano al governo? Semplicemente perché non c’erano le campagne demonizzatrici di adesso, nessuno istigava all’odio e alla violenza; evidentemente quando l’opposizione la fa il centrodestra liberale e democratico nessuno scende a simili bassezze, umane oltre che politiche. Ora, lo squallore sia politico che umano della sinistra italiana è sotto gli occhi di tutti. Nelle scorse elezioni politiche gli Italiani hanno cominciato a liberarsi dell’impresentabile zavorra ideologica buttando fuori dal Parlamento i comunisti residuali; c’è da augurarsi che, illuminati da esempi come quelli di questi tristi giorni, facciano presto pulizia anche di personaggi come la Bindi e Di Pietro. I quali dovrebbero vergognarsi, insieme a tanti altri «compagni» dalla lingua velenosa e dai gesti inqualificabili, di fronte a tutto il pianeta, per essere i veri colpevoli morali del clima di violenza che finora ha armato la mano di uno scemo esaltato come il Tartaglia e che domani potrebbe caricare le armi sputafuoco di terroristi ben altrimenti organizzati e determinati. Ma purtroppo la vergogna è un sentimento troppo nobile per chi non possiede dignità. Morale della favola: Berlusconi è la vittima, Massimo Tartaglia il colpevole materiale dell’atto criminoso, la sinistra dei Di Pietro e delle Bindi il mandante del crimine. Questa è la semplice ma tremenda realtà che a sinistra cercano in ogni modo di ribaltare agli occhi dei cittadini. Tutto molto chiaro. Ma è altrettanto chiaro che andando avanti in questo modo prima o poi qualcuno passerà dalle statuette o dai sassi alle pallottole. E allora torneranno anche i «compagni che sbagliano», ma intanto sparano. È questo il vero problema: e primo fra tutti dovrebbe preoccuparsi di questo proprio il PD, partito maestro nel sobillare l’odio e poi tirarsi anguillescamente indietro facendo finta di essere puro come la Madonna. Le parole e i gesti hanno un significato e un destino: che il destino della politica sciagurata dell’opposizione di sinistra non sia il ritorno delle pallottole rosse, che l’Italia non venga trascinata nel fango della vergogna solo perché qualcuno non sopporta di non avere in mano il giocattolino del potere.
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6 commenti:
Mi hanno sempre detto che molti dei problemi italiani vengono dal cattolicesimo milanese (La Cattolica in primis, vedi poi Tettamanzi). C'è poi il dossettismo tosco-emiliano, di cui ormai la Bindi è la portabandiera più eccelsa, dopo la caduta di Prodi.
I "cattolici adulti" (compresi "alti" prelati che non sanno interpretare il sentimento del loro gregge ) sono la migliore pubblicità per l'ateismo e l'agnosticismo e, magari, anche per religioni alternative, visto che l'uomo è naturalmente portato verso il mistero e, quindi, la religione.
OT
http://www.altracitta.com/?p=2086
sono contenta di non aver dato il mio 8 per mille alla chiesa
... Del resto l'ultimo libro del cardinale Tettamanzi ha un titolo inequivocabile: "Etica e capitale". La categoria "Etica" appartiene al mondo greco-romano, nel cristianesimo c'è ben altro, semmai. La categoria "capitale" attiene al marxismo e derivati successivi. Immagino che nel libro del cardinale ci siano anche dei riferimenti a Cristo, ma certo il titolo è molto alla Bindi (Rosy)
Ciao Paolo, penso che i problemi dell'italia provengano dal cattolicesimo non solo milanese. Anche da quello romano, emiliano, marchigiano...
Wow, bel libro che ha scritto Tettamanzi. E che ci fa con una tonaca come quella che indossa? Per avere privilegi, immagino.
@Massimo, fanno di tutto per far scappare i fedeli poi piangono lacrime di coccodrillo per averli persi. Ma piangono soprattutto perchè perdono soldi dai fedeli.
Si Maria Luisa, hai fatto bene.
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