domenica 5 luglio 2009

Donne e veli

Perché le donne velate sono un insulto all’Islam Tahar Ben Jelloun

Nell'Islam, si parla di zahir e di batin. Il visibile e il nascosto, ciò che è evidente e ciò che è nei recessi dell'intimità, come un segreto o la relazione personale con Allah, ciò che è disponibile alla vista e ciò che è nel cuore. Non c'è gerarchia, non ci sono preti, non ci sono intermediari fra il credente e Dio. Solo il profeta Maometto è autorizzato da Dio a intercedere presso di lui per chi si fosse pentito. Dunque, niente papato, niente rabbinato, soltanto credenti fedeli alla parola diDio e del suo messaggero. Ovviamente esistono persone che hanno studiato, che sono diventate esperte in materia religiosa. Questi hanno acquisito «la scienza», perché Dio dice nel suo libro santo che «l'essere deve cercare il sapere ovunque può». Analogamente, ci sono persone che presiedono alla preghiera e che fanno discorsi pubblici, prediche. Ma non hanno alcuna superiorità rispetto ai semplici cittadini, condividendo la stessa fede. Dio dice che ciò che differenzia gli uni rispetto agli altri è il sapere e la forza della fede. Fra i nomi sublimi di Allah, figurano il Visibile e l'Invisibile o, più precisamente, ciò che è all'interno, perché Dio, in virtù della sua potenza e della sua onnipotenza, è dappertutto. Ma può manifestarsi all'interno (nell'anima), così come può essere evidente al credente che prega e che invoca il suo aiuto e il suo sostegno. L'emozione vissuta è dell'ordine del visibile. Ma ciò che la motiva può essere pienamente nascosto, intimoma presente. Dell'ordine dell'indicibile. Le parole non sono sufficienti, o comunque non saranno mai abbastanza adeguatea descrivere ciò che succede dentro l'anima. Cos'è lo zahir? È il visibile. L'evidente, l'apparente. Niente di più. Sapendo che dietro ciò che appareesiste un' altra dimensione importante che è dell'ordine della mistica, nella Tariqa, il cammino verso l'Assoluto, verso l'amore di Dio e dello Spirito, non si spiegatutto, non si traducono in parole i sentimenti, le emozioni, lo spirito. Siè sottoposti alla tranquilla passione di Dio. Soprattutto, niente agitazioni, niente inquietudini, niente rumori. È il regno del silenzio e della serenità. C'è il mondo degli oggetti e delle cose e poi c'è il mondo del pensiero e della spiritualità. Nell'Islam, comenelle altre due religioni monoteiste, i beni materiali sono un mezzo, non un fine in sé. Colui che insegue il denaro, per esempio, fa confusione fra l'apparente e l'invisibile. È sintomatico che il musulmano, quando muore e raggiunge la terra, sia avvolto in un semplice lenzuolo, uno scampolo di telo bianco direttamente in terra. La spoliazione del corpo è un richiamo all'esigenza dell'anima di presentarsi davanti al creatore nudo, senza velo, senza orpelli. Al momento di seppellire il corpo, un uomo religioso urla: «funerali di un uomo». Vuol significare che il corpo è quello di un semplice essere, mendicante o re che sia, povero o potente, ricco o modesto. Alla sepoltura del re HassanII, questo grido fu diffuso ovunque. La morte nell'Islam è la prova dell'uguaglianza degli esseri, di tutti gli esseri davanti al creatore. Quando un essere si acceca e rifiuta di vedere l'evidenza, Dio gli ricorda: «Non sono gli occhi che si accecano ma il cuore, che è nella gabbia toracica che non vede più». Vedere col cuore è una costante dei mistici che hanno rinunciato a tutto in questo basso mondo e dirigono la loro vita verso l'amore assoluto ed eterno del loro creatore. Spogliato, rinnegato, il corpo è solo un involucro appena visibile perché ciò che conta di più è l'anima nel suo desiderio di elevazione e nella sua passione per l'amore puro. È questo che segnò il destino del più grande mistico musulmano Al Hallaj, arrestato, incolpato, giudicato e condannato amorte dalla corte di Bagdad nel 910 per aver confuso il suo essere con quello di Dio, proclamando «Io sono la Verità». Al Hallaj, oltrepassato dal suo amore, commette l'errore fatale: confondere la sua passione per Dio con Dio stesso. L'Invisibile invade allora il Visibile e per questo la giustizia dell'epoca fu crudele con questo poeta, che accettò con saggezza la sentenza. Fu crocifisso, evirato ed esposto al sole per più giorni. Ma quando venne a sapere della sua condanna, non c'era già più, era altrove, nel cammino che conduce all'Amato. Disse «Il mio sangue è lecito». Aveva già rinunciato all'involucro dell'anima e aveva lasciato il mondo visibile dei suoi giudici. Dio è «colui che ha elevato i cieli senza visibili colonne», essendo le montagne a sostenere le volte celesti. Ha poi soffiato lo Spirito nell'uomo per renderlo vivo. Quando si ha una fede autentica, profondamente intima e che appartiene al libero arbitrio dell'individuo, condivisa solo con il suo creatore, l'uomo accetta l'invisibile, ovvero tutto ciò che non comprende e che non vede perché riguarda lo spirito e non la materia. In questo senso l'intelligenza è l'incomprensione del mondo (Henri Bergson). I credenti che hanno interpretato il messaggio divino in modo semplicistico e letterale non hanno capito nulla dello Spirito e si accaniscono nella gestione delle apparenze. È sintomatico assistere oggi ad appassionati dibattiti su un particolare tipodi visibile/ invisibile. Penso all'invocazione del velo integrale per la donna, che sia con unburqa afghano o con un nikab (pachistano). In entrambi i casi la donna è coperta di nero dalla testa ai piedi, come un fantasma. In questi casi, l'uomo rivela i suoi problemi intimi con la sessualità: nascondendo la propria moglie, la propria figlia o la sorella, pensa di allontanare ogni desiderio o attrazione sessuale negli uomini della strada. Questo comportamento, che è etnico e non religioso (non è infatti assolutamente musulmano) è la prova della paura della donna. La si rende invisibile per impedirle di esistere socialmente e sessualmente. È anche prova di grande ignoranza; l'Islam è più di una religione, è una cultura e Allah ha dato all'uomo non solo il suo libero arbitrio ma lo ha reso responsabile delle sue azioni. Così, il marito che rende sua moglie un fantasma nel nome dell'Islam è un ignorante che offende la parola di Dio. Pensa, coprendo sua moglie, di essere devoto all'Islam. Errore, è devoto al visibile, all'apparenza, che fa della donna una schiava del suo desiderio; uccide in lei ogni libertà, cosa che Dio non gli perdonerà.

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