LONDRA — C'è una macchia bianca sul selciato di Marchant Road, nell'East London. E' la traccia lasciata dall'acido che gli scorreva lungo il corpo; sulla staccionata ci sono ancora schizzi di sangue. Il ragazzo, protetto dall'anonimato, è in fin di vita all'ospedale Broomfield di Chelmsford con ustioni su oltre il 50 per cento del corpo, non vede, non parla, la lingua è stata completamente corrosa dall'acido. A 23 giorni dall'aggressione emergono i dettagli di uno dei più feroci «delitti d'onore» che Londra ricordi. Due luglio, due del mattino. Bussano alla porta, hanno guanti e maschere, trascinano in strada la vittima, un 24 enne di origine asiatica proveniente dalla Danimarca. Lo pugnalano due volte alla schiena, lo colpiscono al viso e alla testa con dei mattoni, gli versano acido solforico sul corpo e in gola. Il ragazzo urla, si divincola, chiede aiuto. «Mi hanno svegliato le urla, ho guardato fuori dalla finestra — racconterà uno dei testimoni — e l'ho visto agonizzare, la T-shirt bianca si era sciolta e fusa con la pelle». Sono i vigili del fuoco a soccorrerlo poco prima che arrivi l'ambulanza.Nella stanza ammobiliata dove si era trasferito da poco, incontrava una coetanea britannica di origini pachistane e religione musulmana, sposata con un uomo della comunità asiatica di Leytonstone. La ragazza, della quale non è stata rivelata l'identità, parla di una semplice amicizia e rischia la stessa sorte: ha appena ricevuto l'Osman Warning, l'avvertimento ufficiale di Scotland Yard a chi è in pericolo di vita; non ha lasciato la sua casa ma è sotto sorveglianza. Gli inquirenti seguono la pista del delitto d'onore.Finora sono stati fermati sette sospetti, quattro rilasciati su cauzione. Tre sono comparsi davanti ai giudici della corte di Waltham Forest, hanno 16, 19 e 25 anni, secondo fonti citate dal Daily Mail uno di loro è fratello della giovane; restano in carcere in attesa di giudizio con l'accusa di tentato omicidio. I vicini di casa hanno seguito stupefatti le operazioni della polizia che perquisiva le abitazioni degli imputati: «Normali famiglie musulmane», hanno detto al Times. «I delitti d'onore sono frequenti nella nostra comunità, soprattutto tra i pachistani, ma stiamo lavorando per educare le persone», ha dichiarato alla stampa Imtiaz Qadir, direttore della fondazione Active Change che lavora con i ragazzi della zona. L'East London è una delle aree più meticce della capitale. Qui passa Brick Lane, la strada resa famosa dall'omonimo romanzo che nel 2003 lanciò l'anglo- bengalese Monica Ali, capofila degli scrittori figli della società multietnica. Casi come quello di Leytonstone sollevano seri interrogativi sul modello multiculturale britannico attaccato da personaggi di primo piano come Trevor Phillips, il controverso presidente della Commissione Diritti umani e Pari opportunità convinto che la Gran Bretagna stia lentamente cedendo a un sistema segregazionista, nel quale i diversi gruppi etnici e religiosi conducono esistenze parallele. «In realtà abbiamo fatto progressi nell'integrazione — dice al Corriere Nighat Darr, coordinatrice del Kiran Project, associazione che aiuta le donne d'origine asiatica dell'East London a fuggire da matrimoni forzati e violenza domestica — ma al centro della vita della comunità restano i clan familiari, i rigidi codici di comportamento e i patti di sangue. L'ultima aggressione è stata un monito generale, le donne sono ancora sottoposte a intimidazioni, umiliazioni e violenze, la barriera linguistica è uno dei principali ostacoli che devono superare per cercare aiuto. Chi partecipa a queste spedizioni punitive sa a quali rischi si espone, ragazzi pronti ad andare in prigione, se necessario a mettere a repentaglio la vita pur di difendere quello che chiamano onore. Le nuove generazioni sono intrappolate tra modernità e tradizione, la stessa ragazza di Leytonstone dice di non avere paura, per proteggere altri membri della famiglia. E' un muro di omertà e silenzio con il quale ci scontriamo ogni giorno».
sabato 25 luglio 2009
Delitti d'onore
Grazie a Eurabia ritorna il "delitto d'onore" anche in Inghilterra. "Ridotto in fin di vita con l'acido, delitto d'onore a Londra". A Londra ci sono 100.000 pachistani. Conflitti di civiltà? No! di Maria Serena Natale
LONDRA — C'è una macchia bianca sul selciato di Marchant Road, nell'East London. E' la traccia lasciata dall'acido che gli scorreva lungo il corpo; sulla staccionata ci sono ancora schizzi di sangue. Il ragazzo, protetto dall'anonimato, è in fin di vita all'ospedale Broomfield di Chelmsford con ustioni su oltre il 50 per cento del corpo, non vede, non parla, la lingua è stata completamente corrosa dall'acido. A 23 giorni dall'aggressione emergono i dettagli di uno dei più feroci «delitti d'onore» che Londra ricordi. Due luglio, due del mattino. Bussano alla porta, hanno guanti e maschere, trascinano in strada la vittima, un 24 enne di origine asiatica proveniente dalla Danimarca. Lo pugnalano due volte alla schiena, lo colpiscono al viso e alla testa con dei mattoni, gli versano acido solforico sul corpo e in gola. Il ragazzo urla, si divincola, chiede aiuto. «Mi hanno svegliato le urla, ho guardato fuori dalla finestra — racconterà uno dei testimoni — e l'ho visto agonizzare, la T-shirt bianca si era sciolta e fusa con la pelle». Sono i vigili del fuoco a soccorrerlo poco prima che arrivi l'ambulanza.Nella stanza ammobiliata dove si era trasferito da poco, incontrava una coetanea britannica di origini pachistane e religione musulmana, sposata con un uomo della comunità asiatica di Leytonstone. La ragazza, della quale non è stata rivelata l'identità, parla di una semplice amicizia e rischia la stessa sorte: ha appena ricevuto l'Osman Warning, l'avvertimento ufficiale di Scotland Yard a chi è in pericolo di vita; non ha lasciato la sua casa ma è sotto sorveglianza. Gli inquirenti seguono la pista del delitto d'onore.Finora sono stati fermati sette sospetti, quattro rilasciati su cauzione. Tre sono comparsi davanti ai giudici della corte di Waltham Forest, hanno 16, 19 e 25 anni, secondo fonti citate dal Daily Mail uno di loro è fratello della giovane; restano in carcere in attesa di giudizio con l'accusa di tentato omicidio. I vicini di casa hanno seguito stupefatti le operazioni della polizia che perquisiva le abitazioni degli imputati: «Normali famiglie musulmane», hanno detto al Times. «I delitti d'onore sono frequenti nella nostra comunità, soprattutto tra i pachistani, ma stiamo lavorando per educare le persone», ha dichiarato alla stampa Imtiaz Qadir, direttore della fondazione Active Change che lavora con i ragazzi della zona. L'East London è una delle aree più meticce della capitale. Qui passa Brick Lane, la strada resa famosa dall'omonimo romanzo che nel 2003 lanciò l'anglo- bengalese Monica Ali, capofila degli scrittori figli della società multietnica. Casi come quello di Leytonstone sollevano seri interrogativi sul modello multiculturale britannico attaccato da personaggi di primo piano come Trevor Phillips, il controverso presidente della Commissione Diritti umani e Pari opportunità convinto che la Gran Bretagna stia lentamente cedendo a un sistema segregazionista, nel quale i diversi gruppi etnici e religiosi conducono esistenze parallele. «In realtà abbiamo fatto progressi nell'integrazione — dice al Corriere Nighat Darr, coordinatrice del Kiran Project, associazione che aiuta le donne d'origine asiatica dell'East London a fuggire da matrimoni forzati e violenza domestica — ma al centro della vita della comunità restano i clan familiari, i rigidi codici di comportamento e i patti di sangue. L'ultima aggressione è stata un monito generale, le donne sono ancora sottoposte a intimidazioni, umiliazioni e violenze, la barriera linguistica è uno dei principali ostacoli che devono superare per cercare aiuto. Chi partecipa a queste spedizioni punitive sa a quali rischi si espone, ragazzi pronti ad andare in prigione, se necessario a mettere a repentaglio la vita pur di difendere quello che chiamano onore. Le nuove generazioni sono intrappolate tra modernità e tradizione, la stessa ragazza di Leytonstone dice di non avere paura, per proteggere altri membri della famiglia. E' un muro di omertà e silenzio con il quale ci scontriamo ogni giorno».
LONDRA — C'è una macchia bianca sul selciato di Marchant Road, nell'East London. E' la traccia lasciata dall'acido che gli scorreva lungo il corpo; sulla staccionata ci sono ancora schizzi di sangue. Il ragazzo, protetto dall'anonimato, è in fin di vita all'ospedale Broomfield di Chelmsford con ustioni su oltre il 50 per cento del corpo, non vede, non parla, la lingua è stata completamente corrosa dall'acido. A 23 giorni dall'aggressione emergono i dettagli di uno dei più feroci «delitti d'onore» che Londra ricordi. Due luglio, due del mattino. Bussano alla porta, hanno guanti e maschere, trascinano in strada la vittima, un 24 enne di origine asiatica proveniente dalla Danimarca. Lo pugnalano due volte alla schiena, lo colpiscono al viso e alla testa con dei mattoni, gli versano acido solforico sul corpo e in gola. Il ragazzo urla, si divincola, chiede aiuto. «Mi hanno svegliato le urla, ho guardato fuori dalla finestra — racconterà uno dei testimoni — e l'ho visto agonizzare, la T-shirt bianca si era sciolta e fusa con la pelle». Sono i vigili del fuoco a soccorrerlo poco prima che arrivi l'ambulanza.Nella stanza ammobiliata dove si era trasferito da poco, incontrava una coetanea britannica di origini pachistane e religione musulmana, sposata con un uomo della comunità asiatica di Leytonstone. La ragazza, della quale non è stata rivelata l'identità, parla di una semplice amicizia e rischia la stessa sorte: ha appena ricevuto l'Osman Warning, l'avvertimento ufficiale di Scotland Yard a chi è in pericolo di vita; non ha lasciato la sua casa ma è sotto sorveglianza. Gli inquirenti seguono la pista del delitto d'onore.Finora sono stati fermati sette sospetti, quattro rilasciati su cauzione. Tre sono comparsi davanti ai giudici della corte di Waltham Forest, hanno 16, 19 e 25 anni, secondo fonti citate dal Daily Mail uno di loro è fratello della giovane; restano in carcere in attesa di giudizio con l'accusa di tentato omicidio. I vicini di casa hanno seguito stupefatti le operazioni della polizia che perquisiva le abitazioni degli imputati: «Normali famiglie musulmane», hanno detto al Times. «I delitti d'onore sono frequenti nella nostra comunità, soprattutto tra i pachistani, ma stiamo lavorando per educare le persone», ha dichiarato alla stampa Imtiaz Qadir, direttore della fondazione Active Change che lavora con i ragazzi della zona. L'East London è una delle aree più meticce della capitale. Qui passa Brick Lane, la strada resa famosa dall'omonimo romanzo che nel 2003 lanciò l'anglo- bengalese Monica Ali, capofila degli scrittori figli della società multietnica. Casi come quello di Leytonstone sollevano seri interrogativi sul modello multiculturale britannico attaccato da personaggi di primo piano come Trevor Phillips, il controverso presidente della Commissione Diritti umani e Pari opportunità convinto che la Gran Bretagna stia lentamente cedendo a un sistema segregazionista, nel quale i diversi gruppi etnici e religiosi conducono esistenze parallele. «In realtà abbiamo fatto progressi nell'integrazione — dice al Corriere Nighat Darr, coordinatrice del Kiran Project, associazione che aiuta le donne d'origine asiatica dell'East London a fuggire da matrimoni forzati e violenza domestica — ma al centro della vita della comunità restano i clan familiari, i rigidi codici di comportamento e i patti di sangue. L'ultima aggressione è stata un monito generale, le donne sono ancora sottoposte a intimidazioni, umiliazioni e violenze, la barriera linguistica è uno dei principali ostacoli che devono superare per cercare aiuto. Chi partecipa a queste spedizioni punitive sa a quali rischi si espone, ragazzi pronti ad andare in prigione, se necessario a mettere a repentaglio la vita pur di difendere quello che chiamano onore. Le nuove generazioni sono intrappolate tra modernità e tradizione, la stessa ragazza di Leytonstone dice di non avere paura, per proteggere altri membri della famiglia. E' un muro di omertà e silenzio con il quale ci scontriamo ogni giorno».
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