RIMINI — Al suk 110, pardon, al Bagno 110 di Rivazzurra, gli abusivi calcolano tutto. Persino il vento. «Quando c'è scirocco, che porta alta marea, per noi diventa un problema: c'è meno spiaggia, meno spazio per le nostre merci» spiega Abutil, marocchino che vende braccialetti, mentre la moglie fa treccine, e a Rimini fanno stagione da un paio di anni, praticamente una piccola azienda familiare nel più assoluto abusivismo naturalmente. Oggi non c'è scirocco: sarà per questo che per vedere il mare bisogna prima superare una, due, tre file di bancarelle, un caleidoscopio di razze e idiomi. Alcuni espongono la merce su enormi lenzuola, i più evoluti su tavolozze di legno sostenute da scatoloni di cartone. Tutto rigorosamente contraffatto. Prezzi stracciati. Successo garantito: venghino, venghino signore e signori. Eccome se vengono, turisti e bagnanti. Alla faccia delle multe, che sarebbero anche salate. Due giorni fa a Miramare, qui vicino, una signora s'è vista rifilare dai vigili urbani una botta da 1.000 euro per aver acquistato merce taroccata. Ma non capita spesso, e infatti la cosa ha fatto notizia. «Sì, ho letto, in realtà nessuno controlla», alza le spalle una signora milanese che ha appena comprato un cinturone, mentre altre aspettano il turno. È la vittoria degli abusivi, perlomeno a Rimini. Chi li ferma più? «Facciamo il possibile, ma è una battaglia persa», ammette sconsolato l'assessore alla Sicurezza, Roberto Biagini, pd, lo stesso che una manciata di giorni fa, saputo che una pattuglia di vigili era stata pesantemente insultata da alcuni bagnanti durante un'operazione contro gli abusivi, si è esibito in un'invettiva anti-turisti che non ha precedenti nella storia della riviera romagnola, dove il cliente è sacro. «Non abbiamo bisogno di questa gente e delle loro volgarità — ha tuonato Biagini —: andatevene, tornatevene a casa, boicottateci per favore!». Pare che in giunta, a cominciare dal sindaco Ravaioli, non tutti abbiano apprezzato. Ma l'assessore non è pentito: «Eh no, c'è un limite a tutto. Passi che la gente continui a comprare dagli abusivi, affossando l'economia, ma che insultino i tutori dell'ordine, questo no, così salta tutto. Anche perché poi, molto spesso, sono gli stessi che a casa loro tempestano di telefonate i vigili se solo uno straniero entra nel loro giardino...». Un circolo vizioso: la gente compra, i pataccari dilagano. I controlli? Cifre ridicole. La squadra antiabusivismo di Rimini conta 25 vigili urbani, che dovrebbero controllare una costa di 15 chilometri, da Torre Pedrera a Miramare, un rosario di 230 bagni. Biagini: «Impresa disperata». Eppure a Riccione la guerra agli abusivi sta dando risultati. L'assessore: «È vero, ma hanno solo 5 chilometri di costa...». Il centrodestra, che è all'opposizione, non ci sta: «Questa giunta non ha mai affrontato la questione — dice il capogruppo del Pdl, Alessandro Ravaglioli —. Ha tollerato a lungo, subendo i condizionamenti di Rifondazione comunista, ora Biagini fa quello che può». Alla Confcommercio, 3.000 associati, non si fanno illusioni: «È peggio degli altri anni, colpa anche della crisi: molti immigrati, finiti in cassintegrazione, si sono riversati in spiaggia alla ricerca di due soldi» afferma il presidente Alessandro Andreini, che sta pensando di incanalare la rabbia dei commercianti in una manifestazione sul lungomare. L'altra mattina, al Bagno 107, a Rivazzurra, la scena era questa: 4 vigili urbani alle prese con 97 venditori abusivi. A volte finisce a spintoni e urla. Molto più spesso, però, gli abusivi, avvertiti dalle «sentinelle» che presidiano il lungomare, si dileguano prima dell'arrivo degli agenti. «Partita persa — dice Guido Menozzi, presidente del sindacato dei balneari —: ci sono venditori che a forza di patacche hanno un giro da 20 mila euro all'anno...».
Francesco Alberti
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