MILANO - Beppe Grillo getta la spugna. Con un secco post scriptm, pubblicato sul suo blog - a margine di un intervento intitolato «La muta del serpente» dedicato in parte al caso Borsellino e alle dichiarazioni del figlio di Ciancimino e in parte alle conversazioni tra Berlusconi e Patrizia D'Addario (e in questo caso il comico genovese si dice convinto che la escort pugliese «sembra recitare una parte. Non mi sembra verosimile che una escort rischi tutto, si metta contro il Sistema, per una concessione edilizia negata, per una promessa non mantenuta dello psiconano») -, il fondatore delle liste a cinque stelle annuncia l'impossibilità di candidarsi alla segreteria del Partito democratico. «Il PDmenoelle - scrive Grillo - ha annullato anche la mia iscrizione di Paternopoli. Non ho quindi la possibilità di candidarmi a segretario».
L'ANNULLAMENTO - L'annuncio fa seguito alla comunicazione della segreteria provinciale del Pd di Avellino (guarda il documento), sottoscritta dal segretario Vanda Grassi, con cui veniva respinta la tessera n. 40 del circolo di Paternopoli «Martin Luther King» intestata, appunto, a Beppe Grillo. La procedura è scattata, sentito il parere della segreteria nazionale del Pd. Grassi ha impegnato il coordinatore del circolo irpino Andrea Forgione a restituire al comico genovese la quota dovuta per l'iscrizione al circolo.
«HANNO VINTO I MULLAH» - Lo stesso Forgione ha espresso il proprio rammarico per la decisione pilotata evidentemente dalla segreteria nazionale di Sant'Andrea delle Fratte: «Soffro come un cane perchè vedo infrangersi il sogno di Walter Veltroni di un partito aperto - commenta il leader dei democratici di Paternopoli - . Lo stesso sogno che mi aveva fatto avvicinare al Partito democratico». Forgione spiega come sono andate le cose: «Siamo andati a consegnare le tessere alla federazione provinciale di Avellino e quella di Grillo non l'hanno nemmeno voluta vedere. Non hanno nemmeno fatto il passaggio formale di prendere le tessere, fare le verifiche e quindi respingere l'iscrizione di Grillo. Niente. Fuori, punto e basta». Forgione riferisce che ha parlato con Grillo al telefono dopo il definitivo non al suo tesseramento: «Mi ha ringraziato e mi ha detto che le rivoluzioni si possono fare anche dalla periferia. Speriamo. Io sono molto dispiaciuto perchè il partito di Roma ha perso l'occasione di dimostrare che siamo un partito democratico davvero. Hanno vinto gli 'ayatollah' di Roma e i loro 'mullah' sul territorio».
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