MILANO - Arresti a tappeto. Ventuno tra Torino, Padova, Bologna e Napoli. La Digos di Torino, in coordinamento con la Direzione centrale della polizia di prevenzione, ha eseguito le misure di custodie cautelari per gli incidenti avvenuti nel capoluogo piemontese, durante il G8 dell'Università.
LE ACCUSE- I reati contestati sono violenza, resistenza, lesioni, danneggiamenti in concorso aggravato. Le misure sono state emesse a seguito delle indagini sugli scontri avvenuti quasi due mesi fa. Le misure cautelari, 16 in carcere e 5 ai domiciliari, riguardano esponenti di movimenti legati all'area cosiddetta antagonista che si sarebbero resi responsabili delle violenze. Dodici gli arresti solo a Torino. Tra i 21 arrestati c'è anche uno dei leader del centro sociale «Insurgencia» di Napoli, già coinvolto nelle violente contestazioni all'apertura della discarica cittadina nel quartiere di Chiaiano. La Digos della Questura di Napoli ha seguito i movimenti di Egidio Giordano fino a L'Aquila e lo ha sottoposto a fermo nei pressi del centro sociale del capoluogo abruzzese. Gli agenti, nell'ambito della stessa inchiesta, hanno eseguito anche perquisizioni a Napoli. Nelle scorse settimane erano già state arrestate due persone. Si tratta di Domenico Sisi, parente del sindacalista Vincenzo Sisi processato a Milano con l'accusa di far parte di un'organizzazione terroristica, e Alessandro Arrigoni, dipendente della prefettura di Milano. Entrambi avevano poi avuto l'obbligo di dimora.
GLI SCONTRI- Le violenze scoppiarono l'ultimo giorno del G8 dell'Università, appunto a Torino dal 17 al 19 maggio. Una sorta di guerriglia urbana tra polizia e manifestanti, nella quale si ferirono 19 persone.
DIRITTO A MANIFESTARE - «Il provvedimento non vuole colpire singoli gruppi politici e controculturali, ma anzi difendere il diritto a manifestare pubblicamente qualsiasi opinione, purchè in modo pacifico» ha detto il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli. Il procuratore ha specificato poi che non è stata «un'indagine contro questo o quel gruppo, contro questo o quell'orientamento politico, ma contro reati e violenze commesse da un numero minoritario di manifestanti. È anche un'operazione - ha concluso - in difesa di chi manifestava liberamente».
LE PROTESTE- A Bologna dopo aver occupato il rettorato per mezz'ora, gli studenti dell'Onda sono partiti per le via della zona universitaria. Sotto le due torri hanno incontrato cinque mezzi della polizia, bloccando la strada. Una faccia a faccia durato circa dieci minuti. Poi i ragazzi sono tornati alla Facoltà di Lettere e Filosofia in via Zamboni, dove hanno indetto un'assemblea. A Roma, intanto. una trentina di studenti dell'Onda ha occupato il rettorato de La Sapienza per protestare contro la raffica di arresti. «Liberi tutti e tutte» e «L'onda perfetta non si arresta» sono gli striscioni che gli studenti hanno appeso fuori dalle finestre del rettorato. Rimostranze anche a Venezia, dove una quarantina di persone si è recato in rettorato alla Cà Foscari. Dopo un incontro con il rettore Pier Francesco Ghetti, i ragazzi hanno appeso uno striscione. Il gruppo ha quindi annunciato l'intenzione di recarsi anche all'Università Iuav per incontrare il rettore Carlo Magnani. Sempre a Venezia, in una conferenza stampa improvvisata, Luca Casarini, leader dei Disobbedienti del nordest, ha sottolineato che «chiunque ci sia dietro pagherà molto caro quello che sta succedendo. Pagheranno molto caro quello che stanno facendo ai nostri compagni». Secondo Casarini «dietro» quanto accaduto «c'è la mano dei servizi segreti italiani: non siamo disposti ad accettare questo tipo di imposizioni e di vergogne nazionali».
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