L’enfant prodige del Pd Debora Serracchiani non si ferma più e torna a tuonare dal web, lo stesso ambiente dove la sua stella si è materializzata con i video del suo intervento all’assemblea dei circoli del Partito democratico. Intervistata dal blogger Diego Bianchi detto Zorro (il cui volto è apparso nel programma di Rai 2 “Parla con lei”), Debbi ne ha per tutti: per Pierluigi Bersani che si è candidato alle primarie “ma nessuno se ne è accorto”, per l’altro sfidante Ignazio Marino “ottimo chirurgo, ma al Pd serve un segretario” e per Francesco Rutelli, la cui candidatura alle Comunali di Roma contro Alemanno si rivelò “una cazzata”. Ce n’è anche per Massimo D’Alema, è impossibili dimenticarlo: “È uno che avrebbe potuto cambiare le sorti del Paese in quindici anni e non l’ha fatto. Ho avuto l’impressione che si sia impegnano non per costruire, ma per altro”. A questo punto manca solo la pagella con i voti: sei a Bersani ma “come bravo ministro”, cinque a Marino, senza voto un altro blogger che spopola nel centrosinistra, Mario Adinolfi, sufficienza piena per Beppe Grillo, risicata per l’ex segretario Walter Veltroni, bocciato D’Alema. Lo si era capito.La maestrina non è buona nemmeno con Dario Franceschini, oltretutto, perché gli dà solo un “sei e mezzo”: “Si deve impegnare di più, deve fare uno sforzo ulteriore”. Finge anche di essere modesta, attribuendosi un giudizio che va dal “cinque al sei” perché, dice, deve ancora imparare molte cose. Lite sul Quirinale - Nel frattempo Dario Franceschini ha attaccato nuovamente l’ex alleato (quanti ex in questa storia) Antonio Di Pietro: è piuttosto strano che un partito di opposizione attacchi più il Quirinale che il governo. “Il presidente della Repubblica svolge una funzione di garanzia, è nella sua discrezione scegliere se mandare messaggi formali o, come in questo caso, lettere di accompagnamento”, ha dichiarato riferendosi alla nota con la quale Giorgio Napolitano ha voluto esprimere i suoi dubbi sul pacchetto sicurezza. “Va bene il rispetto delle istituzioni”, ha risposto il leader dell’Italia dei valori, “ma non accettiamo la codardia e l’accondiscendenza a decisioni contraddittorie”. E ancora: Franceschini “pensi a fare l’opposizione”.
venerdì 24 luglio 2009
Debora Serracchiani
La Serracchiani fa la maestrina e boccia quasi tutti nel Pd
L’enfant prodige del Pd Debora Serracchiani non si ferma più e torna a tuonare dal web, lo stesso ambiente dove la sua stella si è materializzata con i video del suo intervento all’assemblea dei circoli del Partito democratico. Intervistata dal blogger Diego Bianchi detto Zorro (il cui volto è apparso nel programma di Rai 2 “Parla con lei”), Debbi ne ha per tutti: per Pierluigi Bersani che si è candidato alle primarie “ma nessuno se ne è accorto”, per l’altro sfidante Ignazio Marino “ottimo chirurgo, ma al Pd serve un segretario” e per Francesco Rutelli, la cui candidatura alle Comunali di Roma contro Alemanno si rivelò “una cazzata”. Ce n’è anche per Massimo D’Alema, è impossibili dimenticarlo: “È uno che avrebbe potuto cambiare le sorti del Paese in quindici anni e non l’ha fatto. Ho avuto l’impressione che si sia impegnano non per costruire, ma per altro”. A questo punto manca solo la pagella con i voti: sei a Bersani ma “come bravo ministro”, cinque a Marino, senza voto un altro blogger che spopola nel centrosinistra, Mario Adinolfi, sufficienza piena per Beppe Grillo, risicata per l’ex segretario Walter Veltroni, bocciato D’Alema. Lo si era capito.La maestrina non è buona nemmeno con Dario Franceschini, oltretutto, perché gli dà solo un “sei e mezzo”: “Si deve impegnare di più, deve fare uno sforzo ulteriore”. Finge anche di essere modesta, attribuendosi un giudizio che va dal “cinque al sei” perché, dice, deve ancora imparare molte cose. Lite sul Quirinale - Nel frattempo Dario Franceschini ha attaccato nuovamente l’ex alleato (quanti ex in questa storia) Antonio Di Pietro: è piuttosto strano che un partito di opposizione attacchi più il Quirinale che il governo. “Il presidente della Repubblica svolge una funzione di garanzia, è nella sua discrezione scegliere se mandare messaggi formali o, come in questo caso, lettere di accompagnamento”, ha dichiarato riferendosi alla nota con la quale Giorgio Napolitano ha voluto esprimere i suoi dubbi sul pacchetto sicurezza. “Va bene il rispetto delle istituzioni”, ha risposto il leader dell’Italia dei valori, “ma non accettiamo la codardia e l’accondiscendenza a decisioni contraddittorie”. E ancora: Franceschini “pensi a fare l’opposizione”.
L’enfant prodige del Pd Debora Serracchiani non si ferma più e torna a tuonare dal web, lo stesso ambiente dove la sua stella si è materializzata con i video del suo intervento all’assemblea dei circoli del Partito democratico. Intervistata dal blogger Diego Bianchi detto Zorro (il cui volto è apparso nel programma di Rai 2 “Parla con lei”), Debbi ne ha per tutti: per Pierluigi Bersani che si è candidato alle primarie “ma nessuno se ne è accorto”, per l’altro sfidante Ignazio Marino “ottimo chirurgo, ma al Pd serve un segretario” e per Francesco Rutelli, la cui candidatura alle Comunali di Roma contro Alemanno si rivelò “una cazzata”. Ce n’è anche per Massimo D’Alema, è impossibili dimenticarlo: “È uno che avrebbe potuto cambiare le sorti del Paese in quindici anni e non l’ha fatto. Ho avuto l’impressione che si sia impegnano non per costruire, ma per altro”. A questo punto manca solo la pagella con i voti: sei a Bersani ma “come bravo ministro”, cinque a Marino, senza voto un altro blogger che spopola nel centrosinistra, Mario Adinolfi, sufficienza piena per Beppe Grillo, risicata per l’ex segretario Walter Veltroni, bocciato D’Alema. Lo si era capito.La maestrina non è buona nemmeno con Dario Franceschini, oltretutto, perché gli dà solo un “sei e mezzo”: “Si deve impegnare di più, deve fare uno sforzo ulteriore”. Finge anche di essere modesta, attribuendosi un giudizio che va dal “cinque al sei” perché, dice, deve ancora imparare molte cose. Lite sul Quirinale - Nel frattempo Dario Franceschini ha attaccato nuovamente l’ex alleato (quanti ex in questa storia) Antonio Di Pietro: è piuttosto strano che un partito di opposizione attacchi più il Quirinale che il governo. “Il presidente della Repubblica svolge una funzione di garanzia, è nella sua discrezione scegliere se mandare messaggi formali o, come in questo caso, lettere di accompagnamento”, ha dichiarato riferendosi alla nota con la quale Giorgio Napolitano ha voluto esprimere i suoi dubbi sul pacchetto sicurezza. “Va bene il rispetto delle istituzioni”, ha risposto il leader dell’Italia dei valori, “ma non accettiamo la codardia e l’accondiscendenza a decisioni contraddittorie”. E ancora: Franceschini “pensi a fare l’opposizione”.
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