È successo spesso in passato che gli investigatori, puntando sulle donne abbiano intrappolato uomini che si nascondevano alla giustizia: cherchez la femme. A Bari è accaduto l’esatto contrario. Indagando su alcuni appalti nella sanità che sarebbero stati concessi in cambio di mazzette, la Procura del capoluogo pugliese si è imbattuta in un giro di ragazze che sarebbero state portate, dietro compenso, in almeno un paio di residenze del presidente del Consiglio. Una robusta fornitura di intercettazioni telefoniche e registrazioni ambientali ha fatto girare i riflettori quasi esclusivamente su questo filone, diciamo «indotto», mettendo in ombra quello centrale dell’inchiesta. Che aveva messo fin da subito nel mirino i partiti di centrosinistra, che governano la Regione — presieduta da Nichi Vendola — e alcune importanti città, Bari in testa. Ascoltato dai magistrati che si occupano dell’inchiesta (peraltro le indagini sono in realtà ben quattro), lo stesso Vendola si era detto «al di sopra di ogni sospetto» ma, intanto aveva azzerato la giunta regionale, ricostituendola con alcune immissioni esterne al centrosinistra. Ieri i carabinieri hanno acquisito i bilanci nelle sedi regionali pugliesi di Pd, Socialisti, Prc, Sinistra e Libertà e Lista Emiliano (quest’ultima è espressione del sindaco di Bari). Gli accertamenti disposti dal magistrato riguardano l’ipotesi di illecito finanziamento pubblico ai partiti in riferimento al periodo dal 2005 a oggi, comprese le ultime elezioni al Comune di Bari. Ora, premesso che chi si dice garantista dovrebbe ricordarsi di esserlo sempre e comunque, c’è da chiedersi se i pesanti attacchi di tutto il fronte dell’opposizione nei confronti del presidente del Consiglio e dei suoi comportamenti — sicuramente discutibili — non abbiano talvolta voluto coprire i timori per quello che l’inchiesta avrebbe potuto portare alla luce. Che il filone parallelo, quello delle ragazze, abbia scoperchiato un mondo, esigendo l’attenzione di magistrati e media, resta una circostanza oggi tanto più evidente. Ma è altrettanto chiaro che, ove mai le accuse dei magistrati ai partiti di centrosinistra dovessero rivelarsi fondate, la storia delle ragazze e delle loro serate a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa diventerebbe un contrappeso inaccettabile anche per il più ardito degli antiberlusconiani. Nessuna comparazione può fornire alibi a chicchessia. Aspettando le conclusioni dell’inchiesta è comunque un bene evitare giudizi affrettati. Lasciando ad Antonio Di Pietro — lo ha fatto immediatamente anche ieri — il consueto compito giustizialista di ricordare che «i corruttori non hanno colore politico» e che «esiste un unico grande virus dell’illegalità e dell’interesse personale». L’ennesima mazzata ai «colleghi» del Pd. Che d’altra parte, a pensarci bene, un po’ se la meritano: uniti ancora una volta solo dal collante dell'antiberlusconismo, hanno puntato tutto sugli attacchi ai comportamenti del presidente del Consiglio, senza riuscire però nel contempo ad accreditarsi come forza autorevole e morale. La mancanza di un progetto alternativo di governo, si accompagna a una battaglia per la leadership nel pd che lascia spesso francamente sconcertati. Senza parlare -a apropostio di morale - di quello che potrebbe venire fuori dal groviglio di indagini a Bari.
Antonio Macaluso
0 commenti:
Posta un commento