MILANO - «Trovo davvero incredibile che un criminale che già 13 anni fa era stato coinvolto in odiosi reati di violenza sessuale possa essere arrivato a coordinare un circolo del Pd». È un duro attacco quello che il senatore Ignazio Marino, medico-candidato alle primarie del Partito democratico, lancia circa i criteri di selezione dei dirigenti locali riferendosi all'arresto dello stupratore seriale a Roma, coordinatore di un circolo democratico nella Capitale. «È evidente - ha detto Marino in una nota - che nel Pd abbiamo una questione morale grande come una montagna, che non può essere ignorata né sottovalutata». Parole che hanno scatenato una vera e propria bufera all'interno del Partito democratico. Sollevando in primis l'ira del leader Dario Franceschini, secondo il quale le parole di Marino «sono offensive per migliaia di coordinatori di circolo, quadri e centinaia di migliaia di iscritti».
LE REAZIONI - «Una cosa - spiega in una nota il segretario dei democratici - è il dibattito congressuale tra candidati e anche la comprensibile tentazione di far accendere i riflettori. Un'altra cosa è utilizzare un episodio oscuro e terribile, il caso, come abbiamo letto sui giornali, di una persona con una doppia vita invisibile a tutti quelli che lo hanno frequentato nel lavoro e nelle amicizie, per parlare di questione morale nel Partito democratico». pesanti critiche alle parole di marino anche da parte di Pier Luigi Bersani: «Sono davvero dispiaciuto - spiega - . Cose del genere non le pensa di noi il nostro peggiore avversario». Rosy Bindi non usa mezzi termini: «Marino che si presenta come il campione della laicità, in realtà è solo il campione della strumentalizzazione. Non c'è bisogno d'altro per dimostrare che non ha nè il cuore, nè l'intelligenza per dirigere un grande partito come il Pd». Di «inopportuna strumentalizzazione» parla anche Debora Serracchiani. L'europarlamentare del Pd accusa il medico-candidato alle primarie di non avere «nessun rispetto per il dolore delle donne coinvolte in questa vicenda» e di mettere «in discussione il lavoro di migliaia di coordinatori di circolo che quotidianamente si adoperano per radicare e rendere più forte il partito tra la gente».
LE SCUSE - E dopo la bufera, arrivano le scuse. «Non c'era nessun intento offensivo nelle mie parole e mi spiace se qualcuno si è sentito offeso» ha spiegato Marino. «Sono convinto che la linfa del Partito democratico siano i circoli, le migliaia di persone e i militanti che ci lavorano ogni giorno, i coordinatori che sul territorio fanno un lavoro straordinario che va riconosciuto da tutti» ha sottolineato il senatore Pd, senza tuttavia rinnegare le proprie parole. «Quello che ho segnalato - ha aggiunto il candidato alla segreteria del Pd - è che con la nota vicenda di Roma è successo qualche cosa che non doveva accadere e per questo dobbiamo interrogarci. Lo ripeto: non può accadere che una persona che ha avuto problemi con la giustizia tredici anni fa per un reato odioso e ignobile come la violenza sessuale, finisca a coordinare un circolo del Pd. È importante - ha concluso - tenere alto ovunque il livello della vigilanza e questo caso, che è un caso certamente isolato, deve rappresentare per noi un campanello d'allarme. Trovo non ci sia nulla di male nel riconoscere che è stato fatto un errore, che non deve mai più ripetersi».
Ora, ci aspettiamo che le FEMMINISTE di sinistra facciano una petizione contro il tizio che non ha rispettato la dignità delle donne.
2 commenti:
Che tristezza infinita.
Aspetta e spera...
Dusgusto infinito.
Nicoletta
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