ROMA - Si alza la tensione dentro il Pd. Ad accendere le polveri l'affondo Rosy Bindi a Francesco Rutelli che provocata l'altolà di Dario Franceschini. Il tutto mentre Pierluigi Bersani chiede "più sobrietà" nella battaglia congressuale e Marino incassa la solidarietà del Pd dopo gli attacchi del Foglio relativi ad una vicenda di rimborsi truccati.
Franceschini difende Rutelli. "Sono allibito". Franceschini reagisce così all'intervista di Rosy Bindi alla Stampa ("Sia leale, basta ambiguità"). Intervenendo all'incontro organizzato dai giovani del Pd che sostengono la sua mozione al congresso, il numero uno dei democratici attacca: "Dobbiamo toglierci dalla testa quell'idea pericolosa per la quale c'è qualcuno che vince e gli altri stanno fuori. Non si può dire a uno dei fondatori del pd se non sei d'accordo accomodati fuori. Noi dobbiamo rispettare le diversità. Nessuno di noi può dire all'uno o all'altro accomodati fuori". Delle diversità, Franceschini, vuol fare una forza. E lo dice chiaramente: "Sono orgoglioso che a sostenermi ci sia un arcipelago così ricco".
Bersani: "No alle risse". "La mia prima paura è che ci sia uno scarto tra il barocchismo del percorso, lo stato dell'organizzazione e certe tensioni divisive. E' una contraddizione che se non riusciamo a governare, può farci non capire nel paese". Pier Luigi Bersani sintetizza così il rischio che corre il Pd. Quello che la battaglia congressuale si trasformi in una guerra senza regole che potrebbe essere fatale per il partito. "Spero in grande sobrietà nella discussione e che non si arrivi mai alla rissa perchè il pericolo è che si creino fratture non rimediabili". Meglio concentrarsi sui programmi, continua il candidato alla segreteria e "mettere in campo una prospettiva di alternativa a Berlusconi". Anche riaprendo "il cantiere dell'Ulivo". Perchè, continua Bersani, avere una vocazione maggioritaria non vuol dire "aspettare di avere il 51% per mandare a casa Silvio Berlusconi", ma piuttosto "cercare il dialogo" con chi a Berlusconi si oppone, "e cercare alleanze senza concedere quel che non possiamo".
Caso Marino. "Respingiamo con fermezza ogni tentativo di infangare il profilo morale di Ignazio Marino. E questo è un giudizio che con noi possono condividere tutti i senatori del gruppo del Partito democratico". E' quanto dichiarano in una nota il presidente Anna Finocchiaro e i vicepresidenti Luigi Zanda e Nicola Latorre del gruppo del Pd in Senato. Al senatore democratico, attaccato dal foglio per una vicenda di rimborsi truccati che risale al 2002, ha espresso solidarietà anche Franceschini.
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