sabato 13 giugno 2009

Milano

«Sulla sicurezza Penati stia zitto: per i rom voleva villaggi solidali» di Alberto Giannoni

«I rom? Li voleva ospitare, ora dice di volerli cacciare». «La polizia sulla metropolitana? C’è da nove anni». «Una caserma in ogni Comune? Costa dieci volte quel che pensa Penati». Insomma, vicesindaco De Corato, possibile che il presidente della Provincia sulla sicurezza non ne abbia azzeccata una secondo lei? «Il problema è che Penati di queste cose non se ne è mai occupato, non le mastica, e quando ne parla si capisce lontano un miglio che non sa quel che dice e fa solo propaganda». Non è credibile? «Quando il sindaco di Milano nel 2007 ha sollevato con forza la questione il signor Penati ci snobbava, diceva “mai visto un sindaco andare in piazza contro il governo sulla sicurezza”. Si è svegliato tardi». La situazione è migliorata? «I reati sono in calo, tranne le violenze carnali. Questo lo si deve alla prefettura, alla questura, al governo che ha inviato qui 434 militari. Quando noi chiedevamo più poliziotti Penati dov’era? Non c’era, perché governava Prodi. Ora che le zone critiche della città sono presidiate dai militari lui dice che è un’operazione di facciata e che ci vogliono i poliziotti. Cerca di prendere un treno che è già partito». Il Comune non ha niente da rivedere? Per esempio sulle ordinanze? «Quelle misure sono solo all’inizio, ma le stiamo applicando e stanno funzionando. Penso alla droga, alla prostituzione, agli imbrattamenti. Il capitolo più difficile è sull’accattonaggio perché servirebbero precisi interventi normativi. Resta il fatto che c’è chi le cose le fa e chi come lui invece che abbaia alla luna». Perché? «Penati sa bene che questa sua corsa elettorale è disperata. Ma i milanesi non hanno mica l’anello al naso. I trucchetti alla fine si scoprono sempre». Quali trucchetti? «Propone di mandare i poliziotti sulla metropolitana. Ma dal 2000 è stato istituito il nucleo Trasporto pubblico della Polizia municipale proprio per questo tipo di controlli. Ma potremmo farne altri, di esempi». Facciamoli... «Penati ha detto che al Gratosoglio servono i militari. Non sapeva che ci sono già, l’unico che non se n’è accorto è lui. I cittadini li hanno visti invece, infatti in quella zona il partito di Penati ha perso l’8 per cento, e noi avanziamo del 3-4». E la Lega è a caccia di consensi sul tema-sicurezza. «La Lega qui ha avuto un risultato modesto. Io sui campi rom abusivi ci vado con i carabinieri, loro con le tv. Ma la politica delle telecamere non paga». A proposito di rom, Penati ora ha una posizione molto dura... «Quando noi li sgomberavamo da via Capo Rizzuto, dove furono arrestati anche i responsabili di uno stupro, lui voleva comprare casa ai rom, e pensava a 40 “villaggi solidali”. Uno lo ha fatto davvero - il suo assessore Corso era la “crocerossina dei rom”. Ora invece Penati promette le caserme». Una per ogni Comune... «Una caserma costa 6-7 milioni. E lui s’impegna a stanziare 20 milioni. Ci vorrebbe una somma dieci volte più grande. Comunque sa già che i suoi compagni le cose che servono davvero non gliene lasceranno fare». Ma Rifondazione non è più nella sua squadra... «Ma il Leoncavallo sì. I comunisti sono usciti dalla porta per rientrare dalla finestra. Io poi li conosco bene quelli là, gli sprangatori». Prego? «Esattamente 20 anni fa ero in piazza Argentina con un gazebo. Sono arrivati e ci hanno colpito con dei bastoni: quattro punti di sutura. Sapete per cosa manifestavamo?». Per cosa? «A favore degli studenti di piazza Tienanmen. E loro stavano col regime cinese. Ora questi sono i compagni di merende di Penati. Come può pensare di essere credibile? Come si può fare sicurezza con quelli che insultano poliziotti e soldati? L’unica sicurezza che vogliono è il fare come gli pare».

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