NAPOLI - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha difeso con forza, pur senza entrare nel merito delle polemiche scatenate dall’approvazione del ddl intercettazione, la libertà dell’informazione. Facendo il punto al termine del vertice informale a Napoli dei cinque capi di Stato di «Uniti per l’Europa», e riprendendo lo spunto offerto dalle parole del presidente tedesco Horst Kohler che ha spronato l’Europa a difendere i principi di libertà e democrazia, Napolitano ha sostenuto che «non possiamo aver dubbi sull’importanza fondamentale dei principi che devono presiedere all’attività di informazione dei paesi europei». Il capo dello Stato ha tenuto comunque a precisare di non poter forzare le prerogative che gli vengono attribuita dalla Costituzione. «Sulla applicazione di questi principi nelle varie situazioni nazionali - ha aggiunto - non posso entrare».
PREOCCUPANTE ASTENSIONE E EUROSCETTICISMO - L'analisi politica svolta in apertura da Napolitano è partita dalle elezioni europee: il presidente ha affermato che, se da un lato i due gruppi europeisti dichiarati, il Partito Popolare e l'alleanza Socialisti-Democratici, confermano di essere di gran lunga i più rappresentati nel Parlamento Ue di Strasburgo, tuttavia cresce l'area dei partiti e dei movimenti euroscettici se non addirittura anti europei. Questo risultato si accompagna poi al calo generalizzato della partecipazione al voto, ritenuta da Napolitano «preoccupante» perché segna un «gap fra cittadini e politica che va colmato». Se sullo sfondo resta l'ottimismo per l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la realtà ci consegna una Unione Europea a 27 Stati palesemente non in grado di prendere decisioni rapide e unitarie e dunque costretta alla stasi se non alla paralisi a causa di un compromesso giudicato «troppo minimalista».
REGOLE PER IL MERCATO FINANZIARIO - Su uno dei temi più importanti del dibattito, quello della crisi economica, Napolitano ha detto che a suo giudizio è bene ricorrere «a misure di rilancio» ma «senza stravolgere le regole del mercato interno». Secondo il presidente uno sforzo congiunto da parte dell’Ue c’è stato ma forse non sufficiente. «Lo sforzo congiunto dei Paesi Ue si è concretizzato in alcune misure - ha spiegato Napolitano - ma ha sofferto dei limiti dello stato attuale delle istituzioni europee». Nella grande rivoluzione che la crisi ha portato con sé «si è palesato un nuovo interesse per il modello di economia sociale di mercato». Adesso è necessario «un impegno comune per una nuova regolamentazione del mercato finanziario a livello europeo e internazionale».
OBAMA, NIENTE MIRACOLISMO - A proposito del nuovo presidente americano, Napolitano ha affermato che l’elezione di Barack Obama alla Casa Bianca ha portato a «un nuovo corso nella politica estera degli Stati Uniti» ma da parte europea non si può «indulgere a nessun ingenuo miracolismo». Con l’America di Obama «vediamo più facile una convergenza di posizione tra l’Ue e gli Usa e la possibilità per l’Ue di esprimersi».
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