sabato 13 giugno 2009

Provinciali

All’incontro col ministro anche Celani e Capponi. “Il Pd è un partito regionale e’ qui che vogliamo vincere”. Di Ruscio-Basso, l’intesa è congelata. La visita di Bondi sancisce il no all’apparentamento. Ancora in piedi l’offerta di due assessorati e vicepresidenza

Fermo
- L'apparentamento non si farà. L'offerta per Basso resta quella di due assessorati pesanti e la vicepresidenza della giunta. Prendere o lasciare. E' quanto ha stabilito la direzione regionale del Pdl che si è riunita ieri pomeriggio a Fermo alla presenza del ministro Sandro Bondi. E' stato proprio quest'ultimo a bloccare le velleità di quelli che dentro al partito tifavano per una scelta diversa. Decidono i candidati presidenti, ha scandito Bondi. E Di Ruscio avrebbe ben chiara la exit strategy: trattare ad oltranza con Basso ma senza cedere di un millimetro rispetto alla proposta che gli è già stata inoltrata. Anche perché nelle ultime ore il sindaco di Fermo pare aver riconquistato entusiasmo e soprattutto fiducia nella possibilità di farcela anche da solo. Chi lo conosce sa che trattative di questo tipo con animali politici come Basso lo logorano, lo indispettiscono. Da qui la decisione di tagliare corto: Se Basso ci sta ci sta altrimenti vinciamo anche da soli, ha confidato a più di un sostenitore il sindaco di Fermo. Una linea, la sua, sostenuta con grande convinzione anche da Franca Romagnoli, Carlo Ciccioli, Francesco Casoli ovvero dai maggiorenti del partito principale della coalizione. Da molti ma non dal coordinatore regionale Pdl Remigio Ceroni che, finita la direzione regionale e prima della conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio a Fermo, ha dichiarato davanti ai taccuini presenti in piazza del Popolo: Io sono per fare gli apparentamenti, sempre. Posizione ben nota allo stesso Di Ruscio che, pochi metri più in là, lontano dai riflettori, ironizzava: Chiedetegli se almeno mi vota. Battute che testimoniano il braccio di ferro che è andato in scena negli ultimi giorni nel centrodestra e su cui il ministro Bondi ha scritto - dovrebbe aver scritto - la parola fine. Di Ruscio è un candidato che va premiato - ha sottolineato il braccio destro di Berlusconi - perché è un bravo sindaco e perché, io me lo ricordo, è stato uno dei principali artefici di questa provincia. Merita di fare il primo presidente. Gli auguri a Di Ruscio sono arrivati anche da Franco Capponi, fresco presidente della provincia di Macerata. Speriamo di poter governare insieme le province del sud della Marche, ha detto includendo nel novero anche Ascoli Piceno, rappresentata in sala da Piero Celani. Anche per lui Bondi ha avuto parole di stima. Nelle amministrative ci muovevamo, fino a qualche tempo fa, con una certa difficoltà - ha spiegato il ministro - stavolta è diverso. Nel Nord non c'è più partita, nel Sud neppure. Il Pd è ormai un partito regionale del centro Italia. Ed è qui che adesso noi vogliamo vincere. Ce la faremo grazie ad una classe dirigente encomiabile, a partire dal coordinatore e vicecoordinatore regionali. Parole pronunciate non soltanto davanti ai giornalisti ma anche a decine e decine di iscritti e simpatizzanti Pdl. Di Ruscio ha dato la carica. Abbiamo la vittoria in tasca, abbiamo una grande opportunità e non dobbiamo sciuparla. Ritorniamo tutti a votare, chiudiamo questa partita così che il ministro - l'ha promesso - tornerà a Fermo per festeggiare. E poi, a chi ufficialmente gli chiedeva lo stato delle trattative, Di Ruscio ha risposto con un laconico: Stiamo lavorando per unire il centrodestra. Centrodestra e non solo: sempre stando alle indiscrezioni, sarebbe in dirittura d'arrivo la pratica-Massucci. I centristi sarebbe tentati, molto tentati, da un'alleanza con Di Ruscio.

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