«Non parteciperò alla fase interna del congresso. Per me vale quello che ha detto Prodi: game over». Intervistato da Repubblica, l'ex segretario del Pd Walter Veltroni si dice stufo del duello con D'Alema, parla delle sue dimissioni e dei sospetti di Prodi sulla caduta del governo, preannuncia la fine di Berlusconi e delinea il profilo del futuro segretario del Pd. «Sono stufo io per primo di questo gioco, tanto più quando dovesse grottescamente manifestarsi per interposta persona», afferma Veltroni. «Si confrontano dirigenti validi, sperimentati. Non hanno bisogno di king maker. Tirarmi fuori anche unilateralmente da questo schema - dichiara - è per me un altro atto d'amore per il Pd». Per Walter Berlusconi «è vicino alla fine. Non da ora, non per gli scandali. Ha fallito. Governa da nove anni - dice Veltroni - con in mezzo i venti mesi di Prodi, e il Paese sta molto peggio del 2001... Nella crisi ha dimostrato per intero la propria inadeguatezza». Chi assumerà la guida del Pd dovrà «dire cose nuove sui problemi sui quali sta franando il consenso della sinistra in Europa, a cominciare dalla sicurezza e dal nuovo welfare. Impegnarsi ad affrontare emergenze nazionali, l'evasione fiscale e la corruzione». Per sopravvivere, sottolinea Veltroni, il partito dovrà «far avanzare una nuova generazione» e «blindarsi dai segatori di rami». Un Pd «vero», aggiunge, «può essere fra il 35 e il 40%», ma per conquistare gli italiani deve proporsi come «un grande partito riformista», non come «un'armata Brancaleone da Cuffaro a Ferrero».
sabato 27 giugno 2009
Consolazioni veltroniane
Walter si ritira: per me è game over. Ma anche Berlusconi è alla fine.
«Non parteciperò alla fase interna del congresso. Per me vale quello che ha detto Prodi: game over». Intervistato da Repubblica, l'ex segretario del Pd Walter Veltroni si dice stufo del duello con D'Alema, parla delle sue dimissioni e dei sospetti di Prodi sulla caduta del governo, preannuncia la fine di Berlusconi e delinea il profilo del futuro segretario del Pd. «Sono stufo io per primo di questo gioco, tanto più quando dovesse grottescamente manifestarsi per interposta persona», afferma Veltroni. «Si confrontano dirigenti validi, sperimentati. Non hanno bisogno di king maker. Tirarmi fuori anche unilateralmente da questo schema - dichiara - è per me un altro atto d'amore per il Pd». Per Walter Berlusconi «è vicino alla fine. Non da ora, non per gli scandali. Ha fallito. Governa da nove anni - dice Veltroni - con in mezzo i venti mesi di Prodi, e il Paese sta molto peggio del 2001... Nella crisi ha dimostrato per intero la propria inadeguatezza». Chi assumerà la guida del Pd dovrà «dire cose nuove sui problemi sui quali sta franando il consenso della sinistra in Europa, a cominciare dalla sicurezza e dal nuovo welfare. Impegnarsi ad affrontare emergenze nazionali, l'evasione fiscale e la corruzione». Per sopravvivere, sottolinea Veltroni, il partito dovrà «far avanzare una nuova generazione» e «blindarsi dai segatori di rami». Un Pd «vero», aggiunge, «può essere fra il 35 e il 40%», ma per conquistare gli italiani deve proporsi come «un grande partito riformista», non come «un'armata Brancaleone da Cuffaro a Ferrero».
«Non parteciperò alla fase interna del congresso. Per me vale quello che ha detto Prodi: game over». Intervistato da Repubblica, l'ex segretario del Pd Walter Veltroni si dice stufo del duello con D'Alema, parla delle sue dimissioni e dei sospetti di Prodi sulla caduta del governo, preannuncia la fine di Berlusconi e delinea il profilo del futuro segretario del Pd. «Sono stufo io per primo di questo gioco, tanto più quando dovesse grottescamente manifestarsi per interposta persona», afferma Veltroni. «Si confrontano dirigenti validi, sperimentati. Non hanno bisogno di king maker. Tirarmi fuori anche unilateralmente da questo schema - dichiara - è per me un altro atto d'amore per il Pd». Per Walter Berlusconi «è vicino alla fine. Non da ora, non per gli scandali. Ha fallito. Governa da nove anni - dice Veltroni - con in mezzo i venti mesi di Prodi, e il Paese sta molto peggio del 2001... Nella crisi ha dimostrato per intero la propria inadeguatezza». Chi assumerà la guida del Pd dovrà «dire cose nuove sui problemi sui quali sta franando il consenso della sinistra in Europa, a cominciare dalla sicurezza e dal nuovo welfare. Impegnarsi ad affrontare emergenze nazionali, l'evasione fiscale e la corruzione». Per sopravvivere, sottolinea Veltroni, il partito dovrà «far avanzare una nuova generazione» e «blindarsi dai segatori di rami». Un Pd «vero», aggiunge, «può essere fra il 35 e il 40%», ma per conquistare gli italiani deve proporsi come «un grande partito riformista», non come «un'armata Brancaleone da Cuffaro a Ferrero».
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