Fermo - Archiviata la conta dei voti, Saturnino Di Ruscio e Fabrizio Cesetti, i due candidati che dovranno affrontare il ballottaggio il prossimo 21 e 22 giugno, si rimettono in azione. Ieri sera a piazzale Azzolino, quartier generale di Cesetti, era in programma l’incontro del centrosinistra. Sempre ieri Di Ruscio ha fatto il punto con il suo staff. Si ricalibrano le strategie, in vista di un secondo turno dall’esito più incerto che mai. Di certo, chi dovrà rimontare sarà Saturnino Di Ruscio, il sindaco di Fermo dato da tutti i sondaggi, fino ad un mese prima del voto come il super favorito e che invece ora è rimasto inchiodato ad un modesto 41,82%, tremila voti in meno del suo diretto competitor del centrosinistra. Un affanno inimmaginabile fino a qualche settimana prima della chiusura delle liste, che ha preso tuttavia corpo durante la campagna elettorale, vista la concorrenza dell’altro candidato di centrodestra, ex di Forza Italia ora dell’Mpa, Gianni Basso. Di Ruscio, a differenza di Cesetti che non ha nulla da perdere se non veder sfumato un sogno, quello di essere il primo presidente della provincia (da ricordare infatti che l’avvocato montegiorgese vanta già una carriera politica di tutto rispetto: è già stato sindaco, consigliere comunale e provinciale e deputato), si gioca il tutto e per tutto. In caso di sconfitta infatti, la sua carriera avrebbe una brusca battuta d’arresto. Non solo. Il rischio è pure quello di mettere in fibrillazione la sua maggioranza in comune. Alcuni di quelli che lo sostengono, non molto favorevoli alla sua candidatura in Provincia, potrebbero presentargli il conto. In sintesi: perdendo in Provincia, Di Ruscio rischia di dover affrontare una lunga stagione di veleni in Comune. Di Ruscio “dialoga”, Cesetti no: Va intanto registrato un addolcimento dei toni sul fronte centrodestra. L’epoca del muro contro muro, che ha tenuto banco per tutta la campagna elettorale, sembra archiviata. Il sindaco di Fermo si dice ad esempio ora disponibile al dialogo con tutti. “Ero disponibile prima e non ho problema a dialogare ora. Sono pronto - aggiunge Di Ruscio - a valutare eventuali convergenze”. Apparentamenti? “Diciamo convergenze, valuteremo strada facendo”. Sembra quasi essere un messaggio subliminale a Basso che ha portato a casa un ragguardevole 8,79 per cento che potrà risultare determinante. “I voti non sono di Basso, come non sono miei o di Di Ruscio. Io non ragiono in questi termini. Per me contano solo i cittadini e vorrei convincerne quanti più possibile a votare per me al secondo turno”, E’ il pensiero di Fabrizio Cesetti che non prende neppure in considerazione l’idea di accordi o apparentamenti. Almeno non ufficiali. “L’apparentamento io vorrei farlo con tutti quei cittadini che al primo turno non sono andati a votare. E sono tanti, tantissimi”. Già, il partito di maggioranza, l’astensione è infatti vicina al 27 per cento. Il candidato del centrosinistra esclude quindi categoricamente accordi con le altre forze in campo (il riferimento è a Massucci e a Giovanni Basso). “Mi rivolgerò come sempre ai cittadini”, ribadisce. Le strategie e stati d’animo: Di Ruscio, digerito il brutto colpo avuto proprio nella sua città, quella di Fermo, si dice pronto a ripartire. “Rifarò il giro nelle circoscrizioni e soprattutto abbiamo in animo di organizzare due grandi eventi con rappresentanti di governo”. Come fatto a caldo già lunedì sera, riflette ad alta voce e ammette che “forse ho trascurato in campagna elettorale la mia città, dando per scontate alcune cose che scontate non erano. Sono inoltre certo di essere stato fortemente penalizzato dalle Comunali. Sono convinto - ragiona Di Ruscio - di poter recuperare. Anche perché - aggiunge - Cesetti ha raschiato già il fondo del barile, io ho un potenziale di crescita importante e mi impegnerò, con tutta la mia squadra, a portare a casa un grande risultato al ballottaggio”. Diversa la strategia che metterà in campo Fabrizio Cesetti. Intanto niente incontri. “Li abbiamo già fatti in tutti i comuni - spiega il candidato del centrosinistra - non mi sembra proficuo ricominciare da capo. Diciamo che faremo una campagna capillare, porta a porta, spiegando a tutti il nostro programma di governo. Noi abbiamo un progetto serio, costruito con fatica nel corso di questi mesi. Siamo convinti di poter crescere e di poter vincere. Sono sereno e fiducioso”. Le richieste di Basso: Certamente, seppure nessuno dei due candidati lo dice espressamente, a fare gola è quell’8,79 per cento di voti portati a casa da Giovanni Basso. Voti tendenzialmente più vicini al centrodestra ma, come spiega lo stesso Basso, “noi siamo per le larghe intese”. Aggiunge poi, che “noi speriamo che il centrodestra ragioni visto che non sarà fruttuoso per loro escluderci”. Basso fa il riepilogo: “Abbiamo dimostrato di avere un certo peso sul territorio. Se qualcuno pensava di vincere senza di noi, ecco, abbiamo dimostrato che non è così”. Certo è che Basso, per sedersi al tavolo, con chiunque, vuole parlare di cose concrete. Tradotto: posti di governo e visibilità. “Ho fatto una battaglia durissima non certo per fare l’assessore”, si lascia sfuggire. Stando a quanto trapela dal suo entourage, Basso sarebbe intenzionato a chiedere, a chiunque andrà da lui a bussar cassa (da precisare che per sua stessa ammissione al momento non l’ha fatto né Di Ruscio né Cesetti), due assessorati e la presidenza del Consiglio provinciale.
mercoledì 10 giugno 2009
Provincia
Ballottaggio. Fibrillazione nei due poli Basso si prepara: ecco le richieste
Fermo - Archiviata la conta dei voti, Saturnino Di Ruscio e Fabrizio Cesetti, i due candidati che dovranno affrontare il ballottaggio il prossimo 21 e 22 giugno, si rimettono in azione. Ieri sera a piazzale Azzolino, quartier generale di Cesetti, era in programma l’incontro del centrosinistra. Sempre ieri Di Ruscio ha fatto il punto con il suo staff. Si ricalibrano le strategie, in vista di un secondo turno dall’esito più incerto che mai. Di certo, chi dovrà rimontare sarà Saturnino Di Ruscio, il sindaco di Fermo dato da tutti i sondaggi, fino ad un mese prima del voto come il super favorito e che invece ora è rimasto inchiodato ad un modesto 41,82%, tremila voti in meno del suo diretto competitor del centrosinistra. Un affanno inimmaginabile fino a qualche settimana prima della chiusura delle liste, che ha preso tuttavia corpo durante la campagna elettorale, vista la concorrenza dell’altro candidato di centrodestra, ex di Forza Italia ora dell’Mpa, Gianni Basso. Di Ruscio, a differenza di Cesetti che non ha nulla da perdere se non veder sfumato un sogno, quello di essere il primo presidente della provincia (da ricordare infatti che l’avvocato montegiorgese vanta già una carriera politica di tutto rispetto: è già stato sindaco, consigliere comunale e provinciale e deputato), si gioca il tutto e per tutto. In caso di sconfitta infatti, la sua carriera avrebbe una brusca battuta d’arresto. Non solo. Il rischio è pure quello di mettere in fibrillazione la sua maggioranza in comune. Alcuni di quelli che lo sostengono, non molto favorevoli alla sua candidatura in Provincia, potrebbero presentargli il conto. In sintesi: perdendo in Provincia, Di Ruscio rischia di dover affrontare una lunga stagione di veleni in Comune. Di Ruscio “dialoga”, Cesetti no: Va intanto registrato un addolcimento dei toni sul fronte centrodestra. L’epoca del muro contro muro, che ha tenuto banco per tutta la campagna elettorale, sembra archiviata. Il sindaco di Fermo si dice ad esempio ora disponibile al dialogo con tutti. “Ero disponibile prima e non ho problema a dialogare ora. Sono pronto - aggiunge Di Ruscio - a valutare eventuali convergenze”. Apparentamenti? “Diciamo convergenze, valuteremo strada facendo”. Sembra quasi essere un messaggio subliminale a Basso che ha portato a casa un ragguardevole 8,79 per cento che potrà risultare determinante. “I voti non sono di Basso, come non sono miei o di Di Ruscio. Io non ragiono in questi termini. Per me contano solo i cittadini e vorrei convincerne quanti più possibile a votare per me al secondo turno”, E’ il pensiero di Fabrizio Cesetti che non prende neppure in considerazione l’idea di accordi o apparentamenti. Almeno non ufficiali. “L’apparentamento io vorrei farlo con tutti quei cittadini che al primo turno non sono andati a votare. E sono tanti, tantissimi”. Già, il partito di maggioranza, l’astensione è infatti vicina al 27 per cento. Il candidato del centrosinistra esclude quindi categoricamente accordi con le altre forze in campo (il riferimento è a Massucci e a Giovanni Basso). “Mi rivolgerò come sempre ai cittadini”, ribadisce. Le strategie e stati d’animo: Di Ruscio, digerito il brutto colpo avuto proprio nella sua città, quella di Fermo, si dice pronto a ripartire. “Rifarò il giro nelle circoscrizioni e soprattutto abbiamo in animo di organizzare due grandi eventi con rappresentanti di governo”. Come fatto a caldo già lunedì sera, riflette ad alta voce e ammette che “forse ho trascurato in campagna elettorale la mia città, dando per scontate alcune cose che scontate non erano. Sono inoltre certo di essere stato fortemente penalizzato dalle Comunali. Sono convinto - ragiona Di Ruscio - di poter recuperare. Anche perché - aggiunge - Cesetti ha raschiato già il fondo del barile, io ho un potenziale di crescita importante e mi impegnerò, con tutta la mia squadra, a portare a casa un grande risultato al ballottaggio”. Diversa la strategia che metterà in campo Fabrizio Cesetti. Intanto niente incontri. “Li abbiamo già fatti in tutti i comuni - spiega il candidato del centrosinistra - non mi sembra proficuo ricominciare da capo. Diciamo che faremo una campagna capillare, porta a porta, spiegando a tutti il nostro programma di governo. Noi abbiamo un progetto serio, costruito con fatica nel corso di questi mesi. Siamo convinti di poter crescere e di poter vincere. Sono sereno e fiducioso”. Le richieste di Basso: Certamente, seppure nessuno dei due candidati lo dice espressamente, a fare gola è quell’8,79 per cento di voti portati a casa da Giovanni Basso. Voti tendenzialmente più vicini al centrodestra ma, come spiega lo stesso Basso, “noi siamo per le larghe intese”. Aggiunge poi, che “noi speriamo che il centrodestra ragioni visto che non sarà fruttuoso per loro escluderci”. Basso fa il riepilogo: “Abbiamo dimostrato di avere un certo peso sul territorio. Se qualcuno pensava di vincere senza di noi, ecco, abbiamo dimostrato che non è così”. Certo è che Basso, per sedersi al tavolo, con chiunque, vuole parlare di cose concrete. Tradotto: posti di governo e visibilità. “Ho fatto una battaglia durissima non certo per fare l’assessore”, si lascia sfuggire. Stando a quanto trapela dal suo entourage, Basso sarebbe intenzionato a chiedere, a chiunque andrà da lui a bussar cassa (da precisare che per sua stessa ammissione al momento non l’ha fatto né Di Ruscio né Cesetti), due assessorati e la presidenza del Consiglio provinciale.
Fermo - Archiviata la conta dei voti, Saturnino Di Ruscio e Fabrizio Cesetti, i due candidati che dovranno affrontare il ballottaggio il prossimo 21 e 22 giugno, si rimettono in azione. Ieri sera a piazzale Azzolino, quartier generale di Cesetti, era in programma l’incontro del centrosinistra. Sempre ieri Di Ruscio ha fatto il punto con il suo staff. Si ricalibrano le strategie, in vista di un secondo turno dall’esito più incerto che mai. Di certo, chi dovrà rimontare sarà Saturnino Di Ruscio, il sindaco di Fermo dato da tutti i sondaggi, fino ad un mese prima del voto come il super favorito e che invece ora è rimasto inchiodato ad un modesto 41,82%, tremila voti in meno del suo diretto competitor del centrosinistra. Un affanno inimmaginabile fino a qualche settimana prima della chiusura delle liste, che ha preso tuttavia corpo durante la campagna elettorale, vista la concorrenza dell’altro candidato di centrodestra, ex di Forza Italia ora dell’Mpa, Gianni Basso. Di Ruscio, a differenza di Cesetti che non ha nulla da perdere se non veder sfumato un sogno, quello di essere il primo presidente della provincia (da ricordare infatti che l’avvocato montegiorgese vanta già una carriera politica di tutto rispetto: è già stato sindaco, consigliere comunale e provinciale e deputato), si gioca il tutto e per tutto. In caso di sconfitta infatti, la sua carriera avrebbe una brusca battuta d’arresto. Non solo. Il rischio è pure quello di mettere in fibrillazione la sua maggioranza in comune. Alcuni di quelli che lo sostengono, non molto favorevoli alla sua candidatura in Provincia, potrebbero presentargli il conto. In sintesi: perdendo in Provincia, Di Ruscio rischia di dover affrontare una lunga stagione di veleni in Comune. Di Ruscio “dialoga”, Cesetti no: Va intanto registrato un addolcimento dei toni sul fronte centrodestra. L’epoca del muro contro muro, che ha tenuto banco per tutta la campagna elettorale, sembra archiviata. Il sindaco di Fermo si dice ad esempio ora disponibile al dialogo con tutti. “Ero disponibile prima e non ho problema a dialogare ora. Sono pronto - aggiunge Di Ruscio - a valutare eventuali convergenze”. Apparentamenti? “Diciamo convergenze, valuteremo strada facendo”. Sembra quasi essere un messaggio subliminale a Basso che ha portato a casa un ragguardevole 8,79 per cento che potrà risultare determinante. “I voti non sono di Basso, come non sono miei o di Di Ruscio. Io non ragiono in questi termini. Per me contano solo i cittadini e vorrei convincerne quanti più possibile a votare per me al secondo turno”, E’ il pensiero di Fabrizio Cesetti che non prende neppure in considerazione l’idea di accordi o apparentamenti. Almeno non ufficiali. “L’apparentamento io vorrei farlo con tutti quei cittadini che al primo turno non sono andati a votare. E sono tanti, tantissimi”. Già, il partito di maggioranza, l’astensione è infatti vicina al 27 per cento. Il candidato del centrosinistra esclude quindi categoricamente accordi con le altre forze in campo (il riferimento è a Massucci e a Giovanni Basso). “Mi rivolgerò come sempre ai cittadini”, ribadisce. Le strategie e stati d’animo: Di Ruscio, digerito il brutto colpo avuto proprio nella sua città, quella di Fermo, si dice pronto a ripartire. “Rifarò il giro nelle circoscrizioni e soprattutto abbiamo in animo di organizzare due grandi eventi con rappresentanti di governo”. Come fatto a caldo già lunedì sera, riflette ad alta voce e ammette che “forse ho trascurato in campagna elettorale la mia città, dando per scontate alcune cose che scontate non erano. Sono inoltre certo di essere stato fortemente penalizzato dalle Comunali. Sono convinto - ragiona Di Ruscio - di poter recuperare. Anche perché - aggiunge - Cesetti ha raschiato già il fondo del barile, io ho un potenziale di crescita importante e mi impegnerò, con tutta la mia squadra, a portare a casa un grande risultato al ballottaggio”. Diversa la strategia che metterà in campo Fabrizio Cesetti. Intanto niente incontri. “Li abbiamo già fatti in tutti i comuni - spiega il candidato del centrosinistra - non mi sembra proficuo ricominciare da capo. Diciamo che faremo una campagna capillare, porta a porta, spiegando a tutti il nostro programma di governo. Noi abbiamo un progetto serio, costruito con fatica nel corso di questi mesi. Siamo convinti di poter crescere e di poter vincere. Sono sereno e fiducioso”. Le richieste di Basso: Certamente, seppure nessuno dei due candidati lo dice espressamente, a fare gola è quell’8,79 per cento di voti portati a casa da Giovanni Basso. Voti tendenzialmente più vicini al centrodestra ma, come spiega lo stesso Basso, “noi siamo per le larghe intese”. Aggiunge poi, che “noi speriamo che il centrodestra ragioni visto che non sarà fruttuoso per loro escluderci”. Basso fa il riepilogo: “Abbiamo dimostrato di avere un certo peso sul territorio. Se qualcuno pensava di vincere senza di noi, ecco, abbiamo dimostrato che non è così”. Certo è che Basso, per sedersi al tavolo, con chiunque, vuole parlare di cose concrete. Tradotto: posti di governo e visibilità. “Ho fatto una battaglia durissima non certo per fare l’assessore”, si lascia sfuggire. Stando a quanto trapela dal suo entourage, Basso sarebbe intenzionato a chiedere, a chiunque andrà da lui a bussar cassa (da precisare che per sua stessa ammissione al momento non l’ha fatto né Di Ruscio né Cesetti), due assessorati e la presidenza del Consiglio provinciale.
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