martedì 16 giugno 2009

No comment

Sono accusati in Italia di aver fornito supporto a una cellula legata al gruppo Salafita. Guantanamo, la procura di Milano attende l'estradizione di tre tunisini Nasri, Fezzani e Ourgy sarebbero i detenuti in arrivo da Cuba, dopo gli accordi Obama-Berlusconi

MILANO
- Sarebbero tre tunisini, due dei quali indagati dalla procura di Milano che li accusa di aver fornito supporto logistico ad una cellula legata al gruppo Salafita, i detenuti di Guantanamo in arrivo in Italia dopo l'accordo tra il presidente americano Barak Obama e il premier Silvio Berlusconi. La procura del capoluogo lombardo attende l'estradizione dagli Stati Uniti di Riadh Nasri, Moez Fezzani e Abdul bin Mohammed bin Ourgy.

APPOGGIO A CELLULA SALAFITA - Nasri e Fezzani furono destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel giugno del 2007 dalla procura milanese, con l'accusa di associazione a delinquere, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e altri reati aggravati dalla finalità di terrorismo. Sono accusati di fornire supporto logistico ad una cellula del gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento, che avrebbe reclutato persone destinate al martirio nei paesi in guerra. I fatti risalgono ad un periodo tra il 1997 e il 2001 e le indagini del Gico della Guardia di Finanza avevano accertato che per autofinanziarsi, il gruppo ricorreva anche allo spaccio di droga. Anche Ourgy avrebbe avuto dei legami, sempre a Milano, con persone dedite a reclutare volontari per l'Iraq e l'Afghanistan: la circostanza emerge da documenti dell'intelligence militare americana secondo i quali dei dieci tunisini detenuti ancora a Guantanamo, almeno cinque si trovano al centro di indagini della magistratura italiana. Secondo il Pentagono, sarebbero stati reclutati negli anni scorsi da personaggi che frequentavano il centro culturale islamico di viale Jenner. Gli altri nomi che appaiono nei documenti dell'intelligence Usa, oltre a quello di Ourgy e di Nasri, sono Ridah bin Saleh al Yazidi, Lufti bin Swei Lagha e Bil Ali Lufti. Quest'ultimo, sospettano le autorità americane, potrebbe però essere in realtà quel Moez Fezzani indagato dalla procura di Milano. Negli interrogatori a Guantanamo, Bil Ali Lufti ha ammesso di aver usato «almeno 50 nomi diversi quando era in Italia» e ha aggiunto di aver avuto «qualche piccolo problema con le autorità italiane» anche se, ha detto, «non ho mai ucciso nessuno»

0 commenti: