Roma - Pena dimezzata in appello per Stefano Lucidi, il giovane che il 22 maggio 2008 investì e uccise con l’auto del padre, Alessio Giuliani e Flaminia Giordani, due ragazzi che viaggiavano a bordo di uno scooter in via Nomentana. I giudici della prima corte d’assise d’appello hanno emesso una condanna a cinque di reclusione per il reato di omicidio colposo. In primo grado, Lucidi, aveva avuto 10 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. Saranno depositate entro 30 giorni le motivazioni della sentenza. E anche se i giudici della corte d’assise d’appello hanno disposto l’invio degli atti alla procura per l’accusa di omissione di soccorso, il passaggio non va incontro ai desideri della parte civile.
La vicenda. La condanna a 10 anni arrivò al termine del processo di primo grado celebrato con il rito abbreviato: il gup Marina Finiti riconobbe Lucidi responsabile di omicidio volontario e fu la prima volta nel nostro Paese a configurarsi un reato di questo tipo in un caso di incidente stradale. La richiesta del pm era stata di 14 anni. Al giovane era stato contestato anche il reato di omissione di soccorso con l’aggravante della guida senza patente e del passaggio ad un semaforo rosso ad alta velocità. Nell’immediatezza del fatto a Lucidi, che si trovava in compagnia della fidanzata, fu contestato l’omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. Imputazione, questa, che, emessa dal gip, non fu condivisa dalla procura che invece optò per l’omicidio volontario con dolo eventuale.
I legale protesta. L’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, che assiste le famiglie dei due ragazzi uccisi, ha spiegato: "Oggi, con questa decisione, si registra un passo indietro. Credo che abbia prevalso una visione ideologica del diritto, secondo cui qualunque morto sulla strada deve essere riportato a un omicidio colposo". Soddisfatto, invece, l’avvocato Franco Coppi, che difende Lucidi. "È una sentenza corretta - ha detto il penalista -. Auspicavamo che venisse adottata una decisione in tal senso. È stata riconosciuta, a carico del mio assistito, una colpa cosciente". A favore di Lucidi sono state anche concesse le attenuanti generiche "equivalenti alle contestate aggravanti".
Lo sdegno delle famiglie. "Sono arrabbiata, delusa, ritengo che questa decisione non permetta di credere nel sistema della giustizia". Così la mamma di Flaminia Giordani, Teresa Chironi, ha detto dopo la sentenza della corte d’assise d’appello che ha dimezzato la pena per Lucidi, il giovane che il 22 maggio scorso investì e uccise la figlia e il fidanzato. "In primo grado - ha continuato la signora - si erano registrate delle certezze. Si era iniziato un percorso di certezza per proteggere i ragazzi che rimangono vittime di incidenti stradali. Adesso, oggi, tutto questo è stato smentito spudoratamente". Il marito della signora e padre di Flaminia, ha aggiunto: "Mia figlia non me la ridà nessuno, ma oggi non mi sento più italiano. Avevo riacquistato fiducia dopo la sentenza di primo grado. Adesso vado a casa e strappo la scheda elettorale".
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