venerdì 12 giugno 2009

Pd

Acque agitate nel partito democratico in vista del Congresso. Veltroni: "Bisogna rafforze non sfascia. Pronta una nuova classe dirigente". Pd, l'offensiva di D'Alema"Io leader? extrema ratio" di Giovanna Casadio

ROMA - Esclude di candidarsi alla guida del Pd? Massimo D'Alema dice che "è meglio il ricambio" generazionale, ma "come estrema ratio", lui non si tirerebbe indietro. Anche a fare il presidente? "Sono pronto a fare quello che chiedono, non sono interessato ad aprire conflitti però invece di continuare nelle "conventio ad excludendum" il Pd dovrebbe utilizzare le maggiori personalità del partito, che sono tante". Va all'attacco l'ex ministro degli esteri. Parla a 360 gradi su Redtv. Dell'eterno compagno/nemico, Veltroni: "La politica è stata ingenerosa con Walter? La vita politica è severa, dopo le regionali del 2000 io mi dimisi da premier". Dà lo stop a Debora Serracchiani (contro la quale si scatenano molti big Popolari): "Sicuramente è una donna capace, ha avuto un risultato importante ma non viene dalla luna... bensì da un'esperienza politica reale nel nostro partito". Dopo le fibrillazioni e i distinguo, dichiara: "Appoggio Bersani che ha la forza politica e culturale ed è perfettamente in grado di fare il segretario del Pd. Però serve un congresso fondativo vero". Le acque nel Pd sono agitate. L'eurogruppo, come il referendum elettorale del 21 giugno, rischiano di diventare altrettanti pretesti di resa dei conti in vista del congresso. A rompere un silenzio che durava dalle sue dimissioni da segretario, in febbraio, è Walter Veltroni. "Non tiratemi dentro le polemiche - si sfoga - ma ho a cuore il progetto del partito, voglio tenere vivo quel progetto". Non ci sta a parlare di scontri: "Bisogna rafforzare non sfasciare". Tuttavia Veltroni appare chiaramente in campo: invita a puntare su una nuova classe dirigente. "È matura una nuova generazione di dirigenti. Non uno o due" bensì "un intero gruppo dirigente: ci sono grandissime energie e forze e su questo penso che ci sia il consenso da parte di tutti". Cresce l'ipotesi di altri nomi, ad esempio Nicola Zingaretti come sfidante al congresso. Pierluigi Bersani intanto conferma di essere in gara per la segreteria. Sulla Serracchiani, gelido: "Bene, ma non ne facciamo un caso". E a Strasburgo l'accordo è trovato: il Pd trova posto in un gruppo comune con il Pse, l'alleanza di socialisti-democratici, Asde. Per il segretario Dario Franceschini che ieri, insieme a Piero Fassino, ha siglato l'intesa con il capogruppo del Pse all'europarlamento Martin Schulz, la missione è compiuta. Ma da Francesco Rutelli arriva una doccia fredda: "Vedo troppa faciloneria, la decisione è ancora tutta da prendere", avverte l'ultimo segretario della Margherita. Una frenata. Anche per gli ex Popolari molti "nodi" sono ancora da sciogliere. Spiega Beppe Fioroni: "Intanto non può somigliare a un'annessione, noi ci andremo se c'è una delegazione ampia dei democratici dei vari paesi, solo così si può parlare di alleanza". Non è l'unica condizione. Malumori appena trattenuti tra gli ex Ds. Fassino, che è stato il segretario dei Ds, apre a Mauro Mauri, del Pdl, alla presidenza dell'europarlamento: "Non c'è nessun pregiudizio nei confronti di nessuno". Il plauso per la creazione del gruppo Asde arriva dall'ex premier Romano Prodi: "È un traguardo importante, un luogo di tutti i riformisti europei, una grande occasione per una nuova politica nel vecchio continente", fa sapere attraverso la sua portavoce Sandra Zampa.

0 commenti: