martedì 30 giugno 2009

Trattato di lisbona

La Corte costituzionale chiede un provvedimento ad hoc del Parlamento. "Si rischia di ledere la sovranità e le competenze del Bundestag". Trattato di Lisbona, la Germania frena"Serve una legge per poterlo ratificare" di Andrea Tarquini

BERLINO - Duro colpo al processo di ratifica del trattato europeo di Lisbona, e quindi al processo d'integrazione e approfondimento dell'Unione europea, da parte della Corte costituzionale tedesca. La Consulta federale, riunitasi nella sua sede di Karlsruhe, ha infatti deliberato che il trattato di Lisbona è sì, nell'insieme, compatibile con il Grundgesetz, cioè la costituzione tedesca. Ma che in alcuni suoi articoli è contemplabile il pericolo che vengano lese sovranità e competenze del Bundestag, il parlamento federale tedesco. Occorre quindi che il Bundestag stesso vari una legge nazionale per difendere i suoi poteri e garantire che la sua competenza non venga erosa in futuro dalle autorità europee. Solo allora, dicono in sostanza i giudici supremi, la ratifica del Trattato di Lisbona da parte della Repubblica federale sarà compatibile con la Costituzione federale stessa, e quindi possibile. Slitta dunque l'atto finale di ratifica del Trattato da parte della Germania, cioè la firma del Trattato da parte del capo dello Stato federale, Horst Koehler, di obbedienza Cdu, vicino cioè al partito della cancelliera Angela Merkel. Il Trattato infatti era stato già ratificato ad ampia maggioranza dal Bundestag, mancava solo la firma del presidente Koehler. Ma i dettami costituzionali hanno imposto a Koehler, egli stesso un convinto europeista come la cancelliera, la Cdu e la sua alleata di governo Spd del vicecancelliere e ministro degli esteri, Frank Walter Steinmeier, di attendere il verdetto della Corte. E'stata una pattuglia di testardi deputati euroscettici del centrodestra a sporgere ricorso contro il Trattato di Lisbona presso la Consulta, definendolo appunto in contrasto con le prerogative di sovranità del Parlamento definite dalla Costituzione federale. Capofila dell'iniziativa è stato Peter Gauweiler, l'ideologo nazionalconservatore della Csu, cioè il partito fratello bavarese della Cdu di Angela Merkel. La Csu si conferma quindi un alleato scomodo per la cancelliera, che incassa questa sconfitta proprio sulla politica europea, che le sta tanto a cuore, a tre mesi dalle elezioni federali del prossimo 27 settembre. Tra gli euroscettici c'è anche il figlio del conte von Stauffenberg, cioè l'ufficiale della Wehrmacht che divenne un eroe nazionale tentando con la congiura del 20 luglio 1944 di uccidere Hitler e negoziare la pace con gli alleati. L'attentato fallì, tutti i congiurati furono assassinati dalla Gestapo e dalle Ss. Adesso il governo e la maggioranza (Grosse Koalition tra la CduCsu e la Spd) conta comunque di varare entro settembre la legge necessaria a sbloccare il processo di ratifica. Lo stop tedesco incoraggia comunque gli euroscettici in tutto il resto della Ue, e questo è un brutto imbarazzo per Berlino. Gli euroscettici sono particolarmente attivi tra gli altri paesi nella Repubblica cèca dove il presidente Vaclav Klaus si oppone all'integrazione Ue e non ha ancora firmato il Trattato, e in Irlanda dove deve tenersi un secondo referendum sull'Europa. Ieri un sondaggio diceva che almeno 74 tedeschi su cento vorrebbero anche in Germania un referendum per il sì o il no al Trattato di Lisbona.

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