venerdì 26 giugno 2009

Il nuovismo

Via alla direzione dei democratici. Il segretario: "No al rinvio". E' deciso: l'assise sarà l'11 ottobre, le primarie il 25. Pd, la sfida di Franceschini". Congresso vero, largo al nuovo". Finocchiaro: "Così si rischia la resa dei conti". Marini: "Sto con Dario ma lo Statuto è da cambiare"

ROMA - "Il rinvio del congresso è improponibile. Lo Statuto parla chiaro. Serve un congresso vero per aprire una fase nuova". Dario Franceschini apre così la direzione del Pd. Ribandendo il suo "no" all'ipotesi di rinviare a dopo le regionali del 2010 il congresso. "Vi invito a non avere paura di un congresso vero, anche dividerci e scontrarci su linee politiche diverse ci farà bene" dice il segretario democratico in corsa con Pierluigi Bersani. Parole accompagnate dal voto della direzione che, con sette contrari, fissa al 21 luglio il termine ultimo per le candidature alla segreteria. Il 24 luglio è invece la data stabilita per la formalizzazione delle candidature. Il congresso si terrà l' 11 ottobre. La data fissata per le primarie è invece il 25 ottobre. I congressi nei circoli si svolgeranno nel mese di settembre, mentre le convenzioni provinciali si terranno entro il 4 ottobre. Sul rischio di una guerra fratricida nel Pd, alza la voce Anna Finocchiaro, rilanciando la sua proposta di separare la discussione politica dall'elezione del segretario, da svolgere in un secondo momento: "Serve un congresso vero, profondo, senza reticenze e paure, ma si è messa in moto una dinamica potenzialmente pericolosa. Una competizione per la leadership che ha le caratteristiche di una mera conta interna, che rischierà di oscurare l'oggetto del congresso, cioè il Pd e questa Italia". Ed è sempre la Finocchiaro a dare voci ai malumori interni suscitati dal videomessaggio di candidatura di Franceschini. Quell'attacco al "vecchio" che vuole tornare non è piaciuto a tutti. "C'è il rischio di una conta interna che gli argomenti usati ieri dal segretario per annunciare la propria candidatura rischiano di trasformare in una resa dei conti'' continua la Finocchiaro. Ma Franceschini insiste con la sua idea di rinnovamento e così la spiega. "Penso di investire sulla forza straordinaria del nostro territorio: sindaci, amministratori, segretari provinciali e regionali, consiglieri comunali, presidenti di circolo e giovani parlamentari". Saranno loro che, se Franceschini sarà eletto, saranno messi nelle condizioni di crescere "verso ruoli sempre più alti di responsabilità nel partito nazionale". Franceschini, davanti ai vertici diessini che lo ascoltavano, ha ricordato che negli ultimi 15 anni il centrodestra ha saputo offrire agli elettori una leadership stabile, pochi messaggi ma diretti e chiari, facilmente comprensibili. Il centrosinistra, invece, ha offerto instabilità di governo e di leadership. "E' su questo che bisogna riflettere e dare risposte - spiega il segretario - Serve una identità definita e certa al centrosinistra e al Pd, perchè fin ora è stata costruita 'grossolanamente': all'opposizione come antiberlusconismo, al governo come coloro che risanano i conti". Questo, per Franceschini, non basta. Ed anche per questo è necessario, è stato il ragionamento del segretario, costruire una nuova alleanza perchè va bene la vocazione maggioritaria ma non significa certo restare soli. Allo stesso tempo, nuova alleanza non vuol dire affatto ritorno all'Unione. Nuova alleanza da costruire attorno al Pd di cui ne è il perno e a cui spetta indicare le scelte. Con Franceschini si schiera Franco Marini che però lo avverte: "Nessuna ideologia sul nuovismo". E sullo statuto l'ex sindacalista è categorico: "Facciamo il congresso poi è da cambiare". Modificare lo Statuto. Nel corso della riunione della direzione avrebbe trovato consensi l'ipotesi di andare ad una modifica dello Statuto nella parte che regolamenta le primarie in modo da rivedere quelle norme che individuano la platea dei votanti. L'ipotesi, a quanto si apprende, è di circoscrivere ai soli iscritti, o comunque ad una platea più ristretta, il diritto di votare per i candidati alla segreteria alle primarie. Il nodo della questione è che le platee, così come prevede attualmente lo statuto, del congresso e delle primarie sono differenti con il risultato che si potrebbe avere un esito del tutto differente da un passaggio all'altro. Le reazioni. "Un terzo candidato? Beh, intanto non c'è. E poi mi sembra che nel Pd ci sia una tendenza al bipolarismo, un nuovo bipolarismo". Così Rosy Bindi che si dice ancora indecisa su qualche candidato sostenere. "Allo stato attuale è no ma in politica non si deve mai dire mai e le cose possono cambiare. Non è l'ultima ora dell'ultimo giorno per decidere". Così il sindaco di Torino Sergio Chiamparino risponde a chi gli chiede se si candiderà alla segreteria del Partito democratico. Chi spinge per un terzo candidato è l'ex braccio destra di Veltroni, Goffredo Bettini: "Bersani è una candidatura un po' troppo tradizionale. Franceschini, da parte sua, non rappresenta certo il futuro ma la sua candidatura è legata a quest'ultimo anno e mezzo in cui c'è stato un appannamento del Pd e del suo progetto".

2 commenti:

Massimo ha detto...

Quasi quasi vado alle primarie dei comunisti per votare Franceschini ... :-D

Elly ha detto...

hgghghgh, occhio alla mano ;)