WASHINGTON – I rapporti tra Angelina Jolie e suo padre, l’attore John Voight, sono stati spesso tesi. Ma adesso la politica li mette a rischio. Angelina è per Obama e Voight è contro, e un discorso dell’attore, lunedì a un banchetto dei repubblicani, ha acuito i loro dissapori. Voight si è scagliato con inaudita violenza contro il presidente, «un Giulio Cesare dalla retorica suadente», rimproverando agli americani di non avere eletto loro leader John McCain e la vice Sarah Palin: «Con loro alla Casa Bianca, staremmo tutti molto meglio». John Voight, un conservatore di ferro – Angelina e il suo amore Brad Pitt sono liberal – ha fatto da maestro di cerimonie al banchetto, che ha fruttato ai repubblicani 15 milioni di dollari. Ha accusato Obama di propagare «il socialismo» (leggasi comunismo) e «indebolire la nazione». «Dobbiamo liberarci dal suo regime oppressivo», ha tuonato. «È ora di farla finita con questo falso profeta». Secondo l’attore, il presidente dialoga con il nemico, nazionalizza l’economia, e via di seguito: «Se rimarrà al potere quattro anni sarà un disastro». A tributare gli applausi più fragorosi a Voight è stata la Palin, invitata al banchetto a patto che non parlasse per non dare ombra al suo organizzatore, l’ex speaker della Camera Newt Gingrich, che si candiderà alla Casa Bianca nel 2012. Accolta dalla musica di My girl (La mia ragazza) e Baby I need your lovin' (Ho bisogno del tuo amore) la ex candidata alla vicepresidenza ha gridato ripetutamente «bravo!» all’attore. Più tardi in un’intervista alla tv Fox di Rupert Murdoch si è scagliata a sua volta contro Obama, «il presidente della General Motors», un’allusione al salvataggio statale del gigante di Detroit. Con il discorso di lunedì, John Voight è diventato l’uomo di Hollywood di punta per i repubblicani, come lo fu in passato Charlton Heston. L’attore aveva fatto la campagna elettorale per McCain, ed è pronto a farla per Gingrich e la Palin. A momento, è l’ex speaker della Camera a occupare la pole position: ha ammonito che «Obama è un fallimento», e pronosticato che i repubblicani vinceranno le elezioni congressuali del 2010. Lo ha spalleggiato Murdoch, a cui giudizio «lo statalismo del presidente è un pericolo per gli Stati Uniti». Angelina Jolie non ha commentato il discorso paterno. Ma per i liberal come lei e Pitt, non è un momento facile. Il presidente rimane molto popolare, ma i conservatori paiono avere tratto forza dal successo delle destre alle elezioni europee. Da domenica, sparano a zero su Obama: Rush Limbaugh, la star delle loro radio più estremiste, gli ha persino dato del fascista.
Ennio Caretto
3 commenti:
Hanno tutti tralasciato quello che è il vero pericolo dell'amministrazione Obama: il suo esasperato filo-islamismo e il conseguente dialogo (leggasi: calabraghismo) verso i tagliagole iraniani e palestinesi!
Spero tanto in un nuovo "Watergate",altrimenti temo i guai che potrebbe combinare se continuasse sulla linea del calabraghismo.
Artemisia
io spero che la Cia lo fermi.....
immaginate cosa intendo
eudora
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