ROMA - Toccava le colleghe di lavoro. Ma in maniera scherzosa, come modo di fare abituale, senza provare alcune «ebbrezza sessuale» o intenti libidinosi. Per questo la Cassazione ha confermato l'assoluzione di un lavoratore extracomunitario, Kadri O., dall'accusa di violenza sessuale per la quale, in primo grado, era stato condannato ad un anno e due mesi di reclusione (pena sospesa dalla condizionale). In appello, invece, Kadri era stato assolto, il 28 novembre 2008, con la formula perchè il fatto non sussiste.
LA SENTENZA - Il processo era nato dalla denuncia sporta da una collega di Kadri, stanca delle sue mani lunghe. In tribunale era emerso che (come rileva la Cassazione nella sentenza 30969) «Kadri O. era solito praticare scherzi di cattivo gusto toccando le colleghe di lavoro e così ponendo in essere un comportamento di certo poco raffinato e abituale». Tuttavia dalle stesse testimonianze era anche risultato che nel comportamento dell'uomo non era ravvisabile alcune «ebbrezza sessuale» in quanto, toccando le colleghe «non voleva soddisfare la propria libido». Contro l'assoluzione di Kadri O. aveva fatto ricorso in Cassazione la Procura generale della Corte d'Appello di Bologna.
IL LEGALE - L'avvocato Marcello Rambaldi, legale dell'imputato, ha spiegato che Kadri O. «era solito abbracciare con trasporto tutte le colleghe.» Alcune, come quella che lo ha denunciato, le abbracciava con un tale trasporto da sollevarla da terra. «Ma tutto avveniva per affetto, non per soddisfare istinti sessuali». E aggiunge: «Ma quale violenza, il mio cliente abbracciava tutte le colleghe. In quel caso sollevando la collega da terra, le sfiorò il seno. Avvenne nel 1996. Addirittura una collega che lo difese conoscendo le abitudini di Kadri si ritrovò accusata di favoreggiamento». Poi fu assolta. Teatro degli abbracci tra Kadri e le colleghe, un mercato ortofrutticolo della provincia di Ferrara dove l'immigrato baciava e abbracciava tutte «ma con affetto, ci mancherebbe», ribadisce Rambaldi. «Ora il mio cliente ha cambiato mestiere ma per ragioni di opportunitá e si occupa del settore dell'edilizia. Si è sposato e ha tre figli». E probabilmente non "abbraccia" più con trasporto.
"NAUSEATA" - È una sentenza «nauseante»: così la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Moscatelli, definisce la decisione della Cassazione di annullare la pena ad un uomo che toccava le colleghe. «Intanto - dice - vorrei sapere come è stata misurata la libidine, ma sono molto preoccupata per il messaggio, assurdo, che la sentenza lancia agli uomini. Vorrei che fosse chiaro: anche se si sfiora una mano e non è gradito, è un comportamento da non tenere. Le donne non sono oggetto». La presidente, che guida l'associazione che si occupa di violenza alle donne, sottolinea poi che «è inutile inasprire le pene, fare nuove leggi, se poi si mandano messaggi così assurdi e così sbagliati. È un fatto del tutto dannoso». Sull stessa lunghezza d'onda anche Pia Covre, del Comitato diritti delle prostitute: la sentenza dimostra «che ancora la donna non è rispettata», dice. È una sentenza - osserva Covre - «non giusta e non vera. Sono io a determinare se uno mi può toccare o meno. E se una persona si è rivolta ad un tribunale vuol dire che c'è stato un abuso e che quindi quell'atto non era permesso. Spetta alla donna decidere se farsi toccare e come, secondo i propri gusti».
2 commenti:
Se era italiano, si prendeva 10 anni...
Senza alcun dubbio, l'avrebbero accusato anche di stalking.
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