mercoledì 18 febbraio 2009

E noi li accogliamo

Ieri 300 tunisini avevano iniziato lo sciopero della fame. La protesta contro il trasferimento a Roma in vista del rimpatrio. Lampedusa, rivolta nel centro di accoglienza violenti scontri tra i migranti e la polizia. Il sindaco: "Gli immigrati hanno provocato l'incendio. Una decina di agenti intossicati" di Francesco Viviano

LAMPEDUSA - Una rivolta è scoppiata questa mattina nell'ex Cpa ora trasformato in Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Lampedusa, che attualmente ospita oltre 800 immigrati, in gran parte tunisini. Nel complesso si è sviluppato anche un incendio di vaste proporzioni. Le forze dell'ordine, che hanno chiamato rinforzi, sono intervenute con i lacrimogeni per cercare di riportare la calma all'interno della struttura. Ci sono stati scontri e ci sarebbe un numero imprecisato di feriti e ustionati tra gli extracomunitari, i poliziotti e i vigili del fuoco. "La colpa è del governo che ha trasformato il centro in un lager - ha denunciato il sindaco, Bernardino De Rubeis - Gli immigrati sono esasperati".

"Nube tossica verso il paese". "Una nube tossica sprigionata dall'incendio dei pannelli coibentati del centro di identificazione sta raggiungendo il paese" ha aggiunto De Rubeis. "Rischiamo anche che si inquini l'acqua. Chiedo l'immediata evacuazione della struttura. So che ci sono poliziotti ricoverati al Poliambulatorio per le esalazioni. Potrebbero esserci intossicati anche tra gli extracomunitari".

Scontri provocati dai tunisini. La tensione covava da giorni. I tafferugli sono scoppiati dopo che ieri un gruppo di circa 300 tunisini aveva cominciato lo sciopero della fame per protesta contro il trasferimento di 107 loro connazionali a Roma, in vista del rimpatrio coatto. Proprio questo gruppo di tunisini, secondo il questore di Agrigento, Girolamo Fazio, avrebbe innescato gli scontri.

Rogo nel Cie, distrutta una palazzina. Ad appiccare l'incendio sarebbero stati gli stessi immigrati. Un centinaio di tunisini hanno prima cercato di sfondare dall'interno i cancelli della struttura senza riuscirci e poi hanno ammassato materassi, cuscini e carta straccia appiccando le fiamme. Una palazzina del centro sarebbe interamente distrutta. Le operazioni di spegnimento del rogo sono rese difficili, oltre che dal forte vento, anche dal difficile accesso e dai pochi mezzi a disposizione.

Centro privo di certificato antincendio. La struttura dell'ex Cpa è stata realizzata con materiale Isopam, altamente infiammabile. Anche per questo il centro è privo di certificato antincendio e di abitabilità. La procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta per indagare sulle condizioni di vita e di salute al centro di accoglienza. Conoscendo le condizioni degli edifici, alcuni giovani che lavorano nel centro sono fuggiti quando hanno visto divampare le fiamme.

Il sindaco: "Dieci poliziotti intossicati". "Gli immigrati hanno dato fuoco al centro di accoglienza. Le fiamme sono alte dieci metri" ha detto il sindaco De Rubeis. "In mattinata - ha raccontato - ci sono stati scontri fra forze dell'ordine e immigrati. Poi gli immigrati hanno appiccato il fuoco nella palazzina centrale e le fiamme hanno invaso le palazzine vicine". "L'immobile centrale del Cie è andato distrutto" ha proseguito il sindaco, "molti migranti sono stati messi al sicuro, ma una decina di poliziotti sono rimasti intossicati e sono stati portati al poliambulatorio. Non ci risultano immigrati ricoverati al poliambulatorio, ma non sappiamo se ci sia qualcuno dentro l'immobile distrutto dalle fiamme".

Acnur: "Evacuare subito i migranti". "Evacuare immediatamente tutti i migranti e gli operatori che si trovano nella struttura di Lampedusa in modo da evitare intossicazioni e ustioni". E' quanto chiede l'Alto commissariato delle Nazioni Unite (Acnur) per i rifugiati che sta seguendo la rivolta scoppiata all'interno del Cie a Lampedusa. L'Acnur è in contatto con il Viminale a cui ha chiesto di intervenire al più presto per evitare il peggio. La struttura è stata trasformata nelle settimane scorse da Centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) in Centro di identificazione ed espulsione (Cie) provocando la protesta dei migranti e quella della popolazione.

Un altro incendio nei giorni scorsi. Un paio di settimane fa un incendio era scoppiato nella base Loran di Lampedusa, che ospita un centinaio di donne extracomunitarie che erano state trasferite nell'ex base militare per il sovraffollamento del centro principale dove oggi è scoppiata la rivolta.

4 commenti:

Massimo ha detto...

Soluzione. Restano e ricostruiscono tutto quel che hanno distrutto. Poi saranno rimpatriati. Una sorta di lavori forzati, con i quali, oltre a risarcire il danno, si pagano anche il biglietto di ritorno ... ;-)

Eleonora ha detto...

Sono assolutamente daccordo con te.

sinedie ha detto...

Leggo e penso a lampedusa, l'estate scorsa e poi ancora 20 anni fa: era uno scoglio piatto e arido con 4 case e un mare incredibile. Poteva diventare un posto speciale, credetemi, non elegante ma speciale per chi ama il mare e il silenzio; poteva avere un futuro "pulito" e decente. Poteva...se ci fossero stati altri governi e un altro stato che non si caga addosso per i libici sull'altra costa e gli stronzi che ha dentro i confini. Che tristezza!
Il sistema di massimo è PERFETTO. SINEDIE

Eleonora ha detto...

Già, Sinedie, hai detto bene... SE. Nessuno ha paura dei libici come ce l'abbiamo noi. Gli altri stati sparano, rimpatriano o li ributtano in mare e invece noi siamo alla loro mercè. Si, è una gran tristezza.