Le reazioni nel Pd. Il primo a commentare la notizia delle dimissioni di Veltroni è stato Ermete Realacci, ministro ombra dell'ambiente: "Ritengo le dimissioni di Veltroni un atto sbagliato perchè non vedo nel Pd oggi una sintesi possibile diversa da Veltroni. Vedo il rischio di passare mesi a ragionare intorno a temi che non ci servono a ricostruire il nostro rapporto con il Paese". Secondo il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, "Ora il partito ha la necessità dell'impegno di tutti. I passi successivi si decideranno collegialmente. Dobbiamo essere molto grati a Veltroni per la conduzione di questi mesi". Un laconico Massimo D'Alema: "E' una situazione molto delicata che credo dovrà essere affrontata con senso di responsabilità nei luoghi appropriati". Linda Lanzillotta vede nero per il futuro: "Tutti quelli che hanno creduto e lottato per questo grande progetto non meritavano di essere abbandonati. Il progetto ora va avanti, ma certo da oggi tutto sarà più difficile". Il sindaco Sergio Chiamparino ancora non ci crede: "Ci vuole un esercizio di leadership forte, non è questo il momento delle dimissioni". Idem il deputato del Pd, Luigi Nicolais, che invita Veltroni a "tornare sui suoi passi". "In un momento così difficile per il Partito Democratico e per il nostro Paese non posso che esprimere il mio più sincero ringraziamento a Walter Veltroni per il lavoro svolto sin dalla nascita del Partito, senza il quale tanti di noi non avrebbero sentito le ragioni di un diretto impegno politico. Sono convinto che non siano le sue dimissioni lo strumento per rilanciare l'azione del Partito Democratico e, anzi, nutro ancora la speranza che Walter possa tornare sui suoi passi". "Sono addolorato per le dimissioni di Walter Veltroni, a cui va tutta la mia stima e solidarietà - dichiara afferma Massimo Calearo, deputato vicentino del Pd - Il risultato deludente della Sardegna è innegabile e coerentemente, viste anche le critiche che gli sono piovute addosso in questi mesi dall'interno del partito, ha fatto la cosa più giusta. Ora non resta che resettare tutto e ripartire da capo. Ma per favore finiamola di litigare tra noi e mettiamo da parte le correnti che hanno dilaniato il partito in questi mesi. Per riconquistare credibilità e fiducia nel nostro elettorato ora dobbiamo serrare le fila e soprattutto far emergere una nuova classe dirigente, che c'è ed è attiva nel territorio". Gavino Angius, ex presidente del senato, difende il suo segretario: "Non è giusto attribuire a Veltroni responsabilità che non sono sue. Mi auguro che il Pd resti unito e che non si torni indietro. Con la stessa lealtà con la quale ho espresso a Veltroni le mie riserve sul modo in cui andava realizzandosi il Partito Democratico, così oggi considero, in condizioni del tutto diverse, essenziale il ruolo del Pd nella Democrazia italiana. Occorre piuttosto adesso una riflessione attenta su quanto accaduto - conclude Angius - per tornare al più presto in sintonia con il Paese e non disperdere quel patrimonio di culture politiche che il Pd rappresenta". Duro il giudizio di Matteo Renzi, candidato sindaco del centrosinistra a Firenze e uno degli astri nascenti del Pd: "Spero che il successore di Veltroni sia uno che rilanci il Partito Democratico e la faccia finita con le discussioni interne". Le reazioni nel Pdl. Secondo il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, "C'è qualcosa di rovinoso e di definitivo nella sconfitta rimediata da Renato Soru e Walter Veltroni".
C'è chi rende a Walter gli onori delle armi e chi non gli risparmia qualche battuta affilata. Il ministro degli esteri Frattini: "La decisione di Walter Veltroni di dimettersi da segretario del Pd, che dobbiamo fortemente rispettare, era attesa e gli fa onore per la sua coerenza. E' un problema interno all'opposizione su cui noi non possiamo minimamente entrare". Per il ministro dell'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: "Veltroni è un galantuomo e non era prevedibile altro epilogo, ma queste dimissioni danno tristezza perchè archiviano alcune speranze di questa legislatura". Ci va giù duro il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: "Onestamente, mi auguro che Veltroni resti segretario del Partito democratico per altri 15 anni". Per Maurizio Lupi "è fallita la politica del 'ma anche'. Veltroni nascondeva dietro l'antiberlusconismo l'incapacità di guidare il partito". Le altre reazioni. Antonio Di Pietro gongola: "L'Idv sale, il Pd scende. Questo dimostra che quando si sta all'opposizione, si fa opposizione non ammuina. L'unica vera opposizione siamo noi dell'Italia dei valori. Il Pd è stato sconfitto perchè non si sa se è maschio o femmina, carne o pesce". Solo una precisazione: "Le dimissioni di Veltroni sono un atto dovuto e voluto che gli fa onore. Certo è che ora qualcuno deve spiegarci perchè la colpa era dell'Italia dei Valori, che invece faceva opposizione come fa tutti giorni opposizione e si offre come alternativa a Berlusconi per una condivisione di responsabilità nel centrosinistra alla guida del Paese". Rispuntano anche i comunisti espulsi dal parlmento proprio grazie alla decisione di Veltroni di emanciparsi dalle estreme. Secondo il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, "la sconfitta elettorale in Sardegna dimostra che l'ondata berlusconiana non solo non si arresta ma che è lungi dall'infrangersi e che se mancano risposte di uscita da sinistra dalla crisi economica i risultati, come dimostrano i dati del Pd, non possono che essere disastrosi". Quanto a Veltroni, "solidarietà umana" ma a fallire è stato "un progetto politico". Oliviero Diliberto, leader dei Comunisti Italiani, chiede al Pd che si apra "una fase nuova". "In Sardegna Renato Soru e il centrosinistra hanno pagato a caro prezzo le divisioni del Partito democratico e sono stati trascinati nel disastro elettorale. In questo contesto è decisamente in controtendenza il dato dei Comunisti italiani, unico partito del centrosinistra ad accrescere i consensi. E segnalo un dato: insieme le due liste comuniste superano di gran lunga il quattro per cento e il risultato dell'Arcobaleno alle politiche". Contento lui.
Paolo Cento dei Verdi: "In meno di un anno dal famoso discorso di Veltroni ad Orvieto il centrosinistra ha perso il governo del Paese, la città di Roma e tre regioni importanti come il Friuli, l'Abruzzo e ora la Sardegna. Il Partito democratico ha pensato che il fattore della crisi fossero i Verdi ed i partiti alla sua sinistra. Quell'analisi si è rivelata drammaticamente sbagliata ed ha prodotto risultati catastrofici: è giunto il momento di aprire gli occhi e di invertire al più presto la rotta". "Se lo cacciano a maleparole, io credo che facciano bene - è il lapidario commento di Francesco Storace, il leader de La Destra - Considero Veltroni uno di quelli che ha sbagliato tutto e di più in politica, perchè si è inventato l'aggregazione stretta alle politiche, facendosi inseguire dal centrodestra, riscendo a consegnare il Paese con tre milioni di vantaggio all'uomo che aveva perso per 24 mila voti, distruggendo i suoi allegati e rompendo un po' le scatole anche a noi". "Il risultato finale è stato portare il suo partito al massacro. Quello che è più ridicolo è che, nonostante tutto questo, al Senato vanno alla legge elettorale europea per fare un favore a Veltroni buonanima: questa credo sia la cosa più scandalosa".
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