Nella polemica tra il governo e italiano e quello romeno su immigrazione e criminalità c'è qualcosa che non torna. Da Bucarest hanno accusato l'Italia di essere lenta nelle estradizioni e nei processi. Sarà pure vero. Ma se come dicono le stesse autorità romene, il 40 per cento dei ricercati romeni si trova in Italia, loro hanno certamente un problema alle frontiere. E' vero che in Europa vige la libera circolazione delle persone e delle merci, ma se uno è ricercato, magari pure condannato in prima istanza, prima di lasciarlo girare libero per l'Europa, sarebbe il caso di tenere gli occhi aperti ai confini. A meno che non si preferisca chiuderli gli occhi e lasciare che siano altri paesi ad affrontare le conseguenze. D'altro canto il meccanismo lo spiega bene Eugen Terteleac, presidente dell'associazione dei romeni in Italia: "L'Italia è una calamita per i delinquenti romeni, perchè in Romania le pene sono molto più severe e i tempi dei processi ben più brevi di quelli italiani. Insomma a un criminale romeno conviene delinquere in Italia". Questo è ovviamente un atto d'accusa contro la giustizia italiana che si può certo condividere. Il sospetto però che il punto di vista delle autorità di Bucarest sia che alla Romania convenga che i criminali romeni delinquano in Italia piuttosto che in patria. Questo non sarebbe accettabile e il governo italiano doverbbe fare il possibile per dissipare questo dubbio e pretendere dalla controparte maggiori controlli alle frontiere e più vigilanza nei confronti dei loro ricercati. Lo diciamo per il bene del 99 per cento di romeni onesti che vivono in Italia e pagano le conseguenze di questa situazione. Al punto che Eugen Terteleac dichiara con candore di essere assolutamente a favore delle famigerate ronde, anzi chiede che esse siano aperte anche ai cittadini romeni residenti in Italia. Forse il presidente dei romeni in italia dovrebbe fare due chiacchiere con tutte le nostre alte e altissime cariche che contro le ronde hanno storto il naso.
mercoledì 25 febbraio 2009
La romania e l'italia
Se l'Italia diventa il paradiso dei criminali romeni
Nella polemica tra il governo e italiano e quello romeno su immigrazione e criminalità c'è qualcosa che non torna. Da Bucarest hanno accusato l'Italia di essere lenta nelle estradizioni e nei processi. Sarà pure vero. Ma se come dicono le stesse autorità romene, il 40 per cento dei ricercati romeni si trova in Italia, loro hanno certamente un problema alle frontiere. E' vero che in Europa vige la libera circolazione delle persone e delle merci, ma se uno è ricercato, magari pure condannato in prima istanza, prima di lasciarlo girare libero per l'Europa, sarebbe il caso di tenere gli occhi aperti ai confini. A meno che non si preferisca chiuderli gli occhi e lasciare che siano altri paesi ad affrontare le conseguenze. D'altro canto il meccanismo lo spiega bene Eugen Terteleac, presidente dell'associazione dei romeni in Italia: "L'Italia è una calamita per i delinquenti romeni, perchè in Romania le pene sono molto più severe e i tempi dei processi ben più brevi di quelli italiani. Insomma a un criminale romeno conviene delinquere in Italia". Questo è ovviamente un atto d'accusa contro la giustizia italiana che si può certo condividere. Il sospetto però che il punto di vista delle autorità di Bucarest sia che alla Romania convenga che i criminali romeni delinquano in Italia piuttosto che in patria. Questo non sarebbe accettabile e il governo italiano doverbbe fare il possibile per dissipare questo dubbio e pretendere dalla controparte maggiori controlli alle frontiere e più vigilanza nei confronti dei loro ricercati. Lo diciamo per il bene del 99 per cento di romeni onesti che vivono in Italia e pagano le conseguenze di questa situazione. Al punto che Eugen Terteleac dichiara con candore di essere assolutamente a favore delle famigerate ronde, anzi chiede che esse siano aperte anche ai cittadini romeni residenti in Italia. Forse il presidente dei romeni in italia dovrebbe fare due chiacchiere con tutte le nostre alte e altissime cariche che contro le ronde hanno storto il naso.
Nella polemica tra il governo e italiano e quello romeno su immigrazione e criminalità c'è qualcosa che non torna. Da Bucarest hanno accusato l'Italia di essere lenta nelle estradizioni e nei processi. Sarà pure vero. Ma se come dicono le stesse autorità romene, il 40 per cento dei ricercati romeni si trova in Italia, loro hanno certamente un problema alle frontiere. E' vero che in Europa vige la libera circolazione delle persone e delle merci, ma se uno è ricercato, magari pure condannato in prima istanza, prima di lasciarlo girare libero per l'Europa, sarebbe il caso di tenere gli occhi aperti ai confini. A meno che non si preferisca chiuderli gli occhi e lasciare che siano altri paesi ad affrontare le conseguenze. D'altro canto il meccanismo lo spiega bene Eugen Terteleac, presidente dell'associazione dei romeni in Italia: "L'Italia è una calamita per i delinquenti romeni, perchè in Romania le pene sono molto più severe e i tempi dei processi ben più brevi di quelli italiani. Insomma a un criminale romeno conviene delinquere in Italia". Questo è ovviamente un atto d'accusa contro la giustizia italiana che si può certo condividere. Il sospetto però che il punto di vista delle autorità di Bucarest sia che alla Romania convenga che i criminali romeni delinquano in Italia piuttosto che in patria. Questo non sarebbe accettabile e il governo italiano doverbbe fare il possibile per dissipare questo dubbio e pretendere dalla controparte maggiori controlli alle frontiere e più vigilanza nei confronti dei loro ricercati. Lo diciamo per il bene del 99 per cento di romeni onesti che vivono in Italia e pagano le conseguenze di questa situazione. Al punto che Eugen Terteleac dichiara con candore di essere assolutamente a favore delle famigerate ronde, anzi chiede che esse siano aperte anche ai cittadini romeni residenti in Italia. Forse il presidente dei romeni in italia dovrebbe fare due chiacchiere con tutte le nostre alte e altissime cariche che contro le ronde hanno storto il naso.
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