domenica 15 febbraio 2009

Bologna

Il 15 gennaio il tribunale delle libertà di Bologna ha revocato la custodia cautelare. Stupro Bologna, Alfano manda ispettori. Il tunisino era stato arrestato per spaccio e chiuso nel carcere di Lanciano. L'identificazione risultò impossibile

ROMA
- Il ministro della Giustizia Alfano ha avviato accertamenti preliminari, tramite l'ispettorato del dicastero di via Arenula, sul caso di Jamel Moamid, il clandestino tunisino arrestato a Bologna per violenza sessuale su una 15enne dopo essere uscito dal carcere di Lanciano per spaccio di stupefacenti. Il Guardasigilli ha chiesto tutta la documentazione, in particolare del provvedimento con cui il tribunale delle libertà di Bologna, il 15 gennaio, ha revocato la custodia cautelare in carcere. Il ministro vuole sapere se la scarcerazione sia stata disposta per ritenuta assenza di esigenze cautelari o per decorrenza dei termini. In questo secondo caso Alfano chiederà un ulteriore accertamento ispettivo per valutare eventuali responsabilità disciplinari dei magistrati.

L'ITER GIUDIZIARIO - Intanto la Questura di Bologna ha ricostruito la vicenda giudiziaria dell'uomo. Le procedure per l'identificazione del tunisino di 33 anni non sono andate a buon fine per cui, scaduti i 60 giorni previsti dalla legge e uscito dal carcere di Lanciano (Chieti) dove si trovava per un'accusa di spaccio, l'espatrio non era di fatto possibile. Dopo l'arresto in flagranza, l'uomo, che era senza documenti, ha detto agli agenti di chiamarsi Jamel Moamid e di essere nato in Tunisia nel 1976. Il maghrebino, come risulta dalle impronte digitali, è la stessa persona arrestata a Bologna il 7 agosto per spaccio di eroina e trasferita (in regime di custodia cautelare, non perché condannato) nel carcere abruzzese per carenza di posti in quello bolognese. Allora, però diede alle forze dell'ordine un cognome leggermente diverso e disse di avere dieci anni di meno. Per accertarne l'identità in vista dell'espulsione, ad agosto partì l'iter per l'identificazione interpellando le autorità tunisine. Dopo 60 giorni, nessun risultato concreto. Perciò, una volta tornato libero - il 15 gennaio, dopo cinque mesi in cella e la revoca della custodia cautelare decisa dal Tribunale delle libertà di Bologna su richiesta del suo difensore - l'espulsione di fatto non era possibile. Lunedì alle 9.30 è prevista la convalida dell'arresto davanti al gip. «Spero di avere un po' di tempo prima per parlarci - ha detto l'avvocato Lucio Strazziari, difensore d'ufficio -. Non ho ancora visto i documenti perché ero fuori Bologna, per cui non conosco la sua situazione né le ragioni della precedente scarcerazione».

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