sabato 25 aprile 2009

1038 clandestini

Maroni e i clandestini: mille in uscita, è un indulto. Il ministro: buonisti e masochisti hanno fermato la legge

ROMA
— L’avviso è per gli alleati: «Sulla sicurezza non accetterò altri errori gravi. La norma sui Cie (Centri di iden­tificazione e espulsione per i clandestini) e quella sulle ron­de vanno approvate in tempi stretti. Senza questi strumen­ti il problema non sarà mio, ma dell’intero governo». Alla vigilia del dibattito parlamen­tare il ministro dell’Interno Roberto Maroni pone le condi­zioni per un nuovo accordo. E sul piatto mette la controparti­ta: rinuncia all’articolo sui «medici spia».

Non era una priorità della Lega? «Era uno strumento in più. Ma nella mia scala posso dire che questo vale uno, mentre il prolungamento dei tempi di permanenza nei Cie vale no­ve ».

Però anche quello è stato bocciato e domani centinaia di clandestini lasceranno i Centri. «Esattamente usciranno mille e 38 stranieri. E io de­nuncio quello che è un vero e proprio indulto. È giusto far sapere ai cittadini che io ave­vo proposto misure contro l’immigrazione clandestina e il Parlamento le ha bocciate con un emendamento firma­to da Dario Franceschini, il ca­po del Partito Democratico. È stato un errore grave voluto dalla sinistra, la stessa che poi ci accusa di non fare abbastan­za ».

E i voti del Pdl non li con­ta? «È vero. La sinistra ha godu­to delle complicità di chi nel­la maggioranza sposa politi­che buoniste che sono delete­rie e masochiste. Sappiano tutti che non mi arrendo, la ri­proporrò per la terza volta nel disegno di legge perché è fon­damentale. Se non abbiamo la possibilità di trattenere gli stranieri almeno sei mesi nei Cie siamo a mani nude. E inve­ce non possiamo permetterci di arrivare all’estate senza il potere di espellere chi non ha i requisiti per restare in Ita­lia ».

Il numero degli sbarchi è ancora su livelli record. Con­tinua a credere che l’accordo con la Libia funzionerà? «Mi aspetto una drastica ri­duzione e intanto mi occupo di quanto sta accadendo per­ché la maggior parte di chi ar­riva ha diritto all’asilo visto che proviene da Paesi in guer­ra. I trentamila giunti nel 2008 erano quasi tutti in que­sta condizione. Ecco il motivo che mi ha spinto ad appellar­mi all’Europa».

E che cosa si aspetta? «Ho chiesto a Barrot una di­rettiva che distribuisca tra gli Stati membri chi ottiene l’asi­lo o il permesso per motivi umanitari. Per i clandestini devono essere creati centri di accoglienza europei gestiti da Frontex. Era nata come agen­zia europea per il controllo delle frontiere e non ha fun­zionato: ora si occupi di chi è senza permesso e dei rimpa­tri ».

Alcuni analisti sostengo­no che la Lega ha barattato le norme sulla sicurezza per il federalismo fiscale e il refe­rendum. «Non esiste, sul referen­dum abbiamo fatto una batta­glia di principio per evitare l’abbinamento e l’abbiamo vinta. Ma quale baratto! Le ronde erano e restano una priorità, perché si inserisco­no nel progetto di presidio e controllo del territorio dove ci sono i sindaci con un ruolo più forte, le forze dell’ordine e i cittadini volontari».

E se ci sarà una nuova boc­ciatura? «Impossibile. E poi una co­sa deve essere chiara: questa non è una concessione alla Le­ga. Del resto se il ministro del­l’Interno non ha gli strumen­ti, il problema non è suo per­sonale, ma di tutto il gover­no ».

Il sindaco Moratti chiede il suo intervento per risolve­re la questione dei profughi a Milano. «È una questione di cui si sta occupando il prefetto d’in­tesa con il Comune. Al mo­mento questo è quanto si può fare».Quando ha saputo che il G8 sarebbe stato trasferito a L’Aquila?«Durante il Consiglio dei ministri».Il premier Berlusconi non l’aveva avvisata?«Io dico sempre la verità: non mi aveva detto nulla. A quel punto ho chiamato il ca­po della polizia Manganelli e lui mi ha assicurato che si po­teva fare».

Non ha timori per la sicu­rezza delle delegazioni? «Abbiamo avviato le verifi­che che sono ancora in corso, ma non credo ci siano perico­li particolari. Del resto sapeva­mo già che le proteste contro il vertice si concentreranno a Roma e su questo siamo pre­parati. Avevamo fatto tutto anche per la Sardegna, ora ri­cominceremo daccapo».

E vi bastano tre mesi? «Certo, i tempi sono molto stretti, però siamo perfetta­mente in grado di mettere a punto un dispositivo efficace a L’Aquila, come a La Madda­lena. Le mie preoccupazioni sono altre».

A che cosa si riferisce? «Abbiamo evidenze sulla progressiva infiltrazione della criminalità organizzata per mettere le mani sui grandi eventi. In cima all’elenco c’è Expo 2015 a Milano, con la ’n­drangheta che è già riuscita ad allacciare rapporti come di­mostrano gli arresti che sono stati effettuati nelle ultime set­timane. E adesso, naturalmen­te, dobbiamo vigilare sulla ri­costruzione post terremoto».

Quindi condivide l’allar­me del procuratore Antima­fia Piero Grasso? «Lo giudico talmente serio che nel decreto approvato due giorni fa abbiamo inseri­to una norma per effettuare la tracciabilità dei finanziamen­ti. È la prima volta che accade. All’Aquila sarà istituita una se­zione specializzata del Comita­to sulle grandi opere per se­guire ogni euro che esce dalle case dello Stato e ricostruire la filiera di appalti e subappal­ti. Al prefetto saranno conces­si poteri speciali per l’accesso senza preavviso in tutti i can­tieri ».Da quattro mesi i poliziot­ti non prendono straordina­ri e indennità.«Ho sollecitato il ministro dell’Economia Giulio Tremon­ti e posso annunciare che il decreto è stato firmato».

Fiorenza Sarzanini

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