E pensare che Luigi De Magistris su parentele e legami vari ci ha costruito intere e vagheggianti inchieste, tutte miseramente fallite. De Magistris, per dire, ha inquisito la madre di una sua collega di tribunale prima che ovviamente fosse prosciolta. De Magistris ha indagato il marito di un’altra sua collega prima che ovviamente fosse assolto anche lui. Tutte le sue istruttorie-patacca del resto sono intrise di «Tizio è molto amico di Caio», «ho visto Sempronio baciare Caia», poi varia gente «cugina di» e «parente di». Parentele e legami come preavvisi di colpevolezza. Il Consiglio giudiziario di Catanzaro, nel bocciare la sua nomina a magistrato di Corte d’Appello, nel giugno scorso stigmatizzò le sue «inconcludenti fonti di prova» in quanto corrispondenti a semplici «rapporti personali tra gli indagati». Legami e parentele, per lui, erano tutta roba buona. E adesso? Che direbbe, ora, di uno come lui? Lui, mediaticamente, è stato fatto esplodere da Michele Santoro: e ora, a Salerno, è stato prosciolto da una cognata di Michele Santoro. Immaginarsi la connection che ci costruirebbe lui medesimo, considerando che un suo cognato (di De Magistris) è pm a Catanzaro e che una zia di sua moglie (la moglie di De Magistris) lavora proprio a Il quotidiano, giornale schieratissimo a suo favore. Chissà. Intanto è stato prosciolto dalla cognata di Santoro, anche se resta inquisito per calunnia a Firenze e per svariate altre imputazioni a Salerno. Sarà divertentissimo leggere le motivazioni scritte dalla cognata: anche perché le prove dei reati attribuiti a De Magistris (abuso d’ufficio e concorso in diffusione di notizie coperte da segreto) a noi mortali parevano davvero smaccate, perbacco. Che Luigi De Magistris abbia fatto indagini anche a tempo scaduto non è un’ipotesi: è prova scritta, cartacea, stracerta. Per sapere che c’è stato uno scambio di notizie dalle inchieste di De Magistris ai giornalisti (Carlo Vulpio del Corriere incontrò De Magistris persino ad Eurodisney) basta leggere gli stessi giornali o, meglio ancora, le intercettazioni del caso. De Magistris, nell’agenda del suo cellulare, aveva memorizzato i numeri di Marco Lillo dell'Espresso, Sandro Ruotolo di Annozero, Carlo Vulpio del Corriere (una telenovela, la loro), e poi di Federica Sciarelli di Raitre (la incontrò in un albergo) e Antonio Massari della Stampa (che gli dedicò anche un libro) e Peter Gomez de l'Espresso (con cui cenò alla presenza di Gioacchino Genchi) e ancora Stefania Papaleo del Quotidiano: e molti, molti altri ancora. Due giornaliste andarono a casa sua, di De Magistris, a serata inoltrata; e una delle due preparò addirittura una rassegna stampa estiva personalizzata per il magistrato. Ma va tutto bene, non c’è stata violazione né niente. L’ha deciso la cognata di Santoro. Ci mancava pure lei.
martedì 28 aprile 2009
Parentele...
E Lady Santoro assolve l'uomo di Tonino di Filippo Facci
E pensare che Luigi De Magistris su parentele e legami vari ci ha costruito intere e vagheggianti inchieste, tutte miseramente fallite. De Magistris, per dire, ha inquisito la madre di una sua collega di tribunale prima che ovviamente fosse prosciolta. De Magistris ha indagato il marito di un’altra sua collega prima che ovviamente fosse assolto anche lui. Tutte le sue istruttorie-patacca del resto sono intrise di «Tizio è molto amico di Caio», «ho visto Sempronio baciare Caia», poi varia gente «cugina di» e «parente di». Parentele e legami come preavvisi di colpevolezza. Il Consiglio giudiziario di Catanzaro, nel bocciare la sua nomina a magistrato di Corte d’Appello, nel giugno scorso stigmatizzò le sue «inconcludenti fonti di prova» in quanto corrispondenti a semplici «rapporti personali tra gli indagati». Legami e parentele, per lui, erano tutta roba buona. E adesso? Che direbbe, ora, di uno come lui? Lui, mediaticamente, è stato fatto esplodere da Michele Santoro: e ora, a Salerno, è stato prosciolto da una cognata di Michele Santoro. Immaginarsi la connection che ci costruirebbe lui medesimo, considerando che un suo cognato (di De Magistris) è pm a Catanzaro e che una zia di sua moglie (la moglie di De Magistris) lavora proprio a Il quotidiano, giornale schieratissimo a suo favore. Chissà. Intanto è stato prosciolto dalla cognata di Santoro, anche se resta inquisito per calunnia a Firenze e per svariate altre imputazioni a Salerno. Sarà divertentissimo leggere le motivazioni scritte dalla cognata: anche perché le prove dei reati attribuiti a De Magistris (abuso d’ufficio e concorso in diffusione di notizie coperte da segreto) a noi mortali parevano davvero smaccate, perbacco. Che Luigi De Magistris abbia fatto indagini anche a tempo scaduto non è un’ipotesi: è prova scritta, cartacea, stracerta. Per sapere che c’è stato uno scambio di notizie dalle inchieste di De Magistris ai giornalisti (Carlo Vulpio del Corriere incontrò De Magistris persino ad Eurodisney) basta leggere gli stessi giornali o, meglio ancora, le intercettazioni del caso. De Magistris, nell’agenda del suo cellulare, aveva memorizzato i numeri di Marco Lillo dell'Espresso, Sandro Ruotolo di Annozero, Carlo Vulpio del Corriere (una telenovela, la loro), e poi di Federica Sciarelli di Raitre (la incontrò in un albergo) e Antonio Massari della Stampa (che gli dedicò anche un libro) e Peter Gomez de l'Espresso (con cui cenò alla presenza di Gioacchino Genchi) e ancora Stefania Papaleo del Quotidiano: e molti, molti altri ancora. Due giornaliste andarono a casa sua, di De Magistris, a serata inoltrata; e una delle due preparò addirittura una rassegna stampa estiva personalizzata per il magistrato. Ma va tutto bene, non c’è stata violazione né niente. L’ha deciso la cognata di Santoro. Ci mancava pure lei.
E pensare che Luigi De Magistris su parentele e legami vari ci ha costruito intere e vagheggianti inchieste, tutte miseramente fallite. De Magistris, per dire, ha inquisito la madre di una sua collega di tribunale prima che ovviamente fosse prosciolta. De Magistris ha indagato il marito di un’altra sua collega prima che ovviamente fosse assolto anche lui. Tutte le sue istruttorie-patacca del resto sono intrise di «Tizio è molto amico di Caio», «ho visto Sempronio baciare Caia», poi varia gente «cugina di» e «parente di». Parentele e legami come preavvisi di colpevolezza. Il Consiglio giudiziario di Catanzaro, nel bocciare la sua nomina a magistrato di Corte d’Appello, nel giugno scorso stigmatizzò le sue «inconcludenti fonti di prova» in quanto corrispondenti a semplici «rapporti personali tra gli indagati». Legami e parentele, per lui, erano tutta roba buona. E adesso? Che direbbe, ora, di uno come lui? Lui, mediaticamente, è stato fatto esplodere da Michele Santoro: e ora, a Salerno, è stato prosciolto da una cognata di Michele Santoro. Immaginarsi la connection che ci costruirebbe lui medesimo, considerando che un suo cognato (di De Magistris) è pm a Catanzaro e che una zia di sua moglie (la moglie di De Magistris) lavora proprio a Il quotidiano, giornale schieratissimo a suo favore. Chissà. Intanto è stato prosciolto dalla cognata di Santoro, anche se resta inquisito per calunnia a Firenze e per svariate altre imputazioni a Salerno. Sarà divertentissimo leggere le motivazioni scritte dalla cognata: anche perché le prove dei reati attribuiti a De Magistris (abuso d’ufficio e concorso in diffusione di notizie coperte da segreto) a noi mortali parevano davvero smaccate, perbacco. Che Luigi De Magistris abbia fatto indagini anche a tempo scaduto non è un’ipotesi: è prova scritta, cartacea, stracerta. Per sapere che c’è stato uno scambio di notizie dalle inchieste di De Magistris ai giornalisti (Carlo Vulpio del Corriere incontrò De Magistris persino ad Eurodisney) basta leggere gli stessi giornali o, meglio ancora, le intercettazioni del caso. De Magistris, nell’agenda del suo cellulare, aveva memorizzato i numeri di Marco Lillo dell'Espresso, Sandro Ruotolo di Annozero, Carlo Vulpio del Corriere (una telenovela, la loro), e poi di Federica Sciarelli di Raitre (la incontrò in un albergo) e Antonio Massari della Stampa (che gli dedicò anche un libro) e Peter Gomez de l'Espresso (con cui cenò alla presenza di Gioacchino Genchi) e ancora Stefania Papaleo del Quotidiano: e molti, molti altri ancora. Due giornaliste andarono a casa sua, di De Magistris, a serata inoltrata; e una delle due preparò addirittura una rassegna stampa estiva personalizzata per il magistrato. Ma va tutto bene, non c’è stata violazione né niente. L’ha deciso la cognata di Santoro. Ci mancava pure lei.
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