MILANO - Nella direttiva scritta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, non veniva mai citato esplicitamente. Ma lo scopo, dopo le polemiche che aveva scatenato e le grida "alla sacralità violata" arrivate dal centrodestra, era chiaro: vietare che si ripetesse la possibilità per gli islamici di pregare in piazza Duomo, come avvenne il 3 gennaio al termine di un corteo pro Palestina contro la guerra a Gaza. Ed è proprio piazza Duomo il fulcro della prima "mappa dei luoghi sensibili" da "proteggere dalle manifestazioni pubbliche" varata a Milano. Un elenco scritto dal sindaco, Letizia Moratti, e dal prefetto Gian Valerio Lombardi, che traccia un perimetro "rosso" lungo tutto il centro: dalla via dello shopping, corso Vittorio Emanuele, a piazza Mercanti, da piazzetta Reale a piazza Sant'Ambrogio, da piazza Cordusio a piazza Scala. Luoghi che, presto, potrebbero non vedere più bandiere, striscioni, palchi o comizi. "Sarà un percorso condiviso con tutti", assicura il Comune. Ma dal segretario della Cgil, Onorio Rosati, arriva un preventivo e deciso "no": "Piazza Duomo è il simbolo della tradizione democratica di Milano. Venerdì celebreremo lì il Primo maggio e contiamo di farlo anche il prossimo anno. E' solo un tentativo di utilizzare strumentalmente un episodio per limitare il diritto di manifestare e la libera espressione delle idee". La mappa c'è. "Luoghi scelti - fanno sapere dal Comune - per rispondere alla necessità di contemperare tanto ai diritti alla libertà di manifestare quanto alla tutela del patrimonio artistico e storico della città e alla salvaguardia del fondamentale diritto alla mobilità e alla libera circolazione dei cittadini". Adesso dovrà essere studiato un protocollo - come è già avvenuto a Roma - che sarà trasmesso alle organizzazioni politiche, sindacali e sociali. I divieti dovrebbero partire in via sperimentale prima dell'estate e verranno previste eccezioni per appuntamenti di particolare significato civico o ricorrenze religiose, come spiega il vicesindaco e parlamentare del Pdl, Riccardo De Corato: "Per date istituzionali come il 25 Aprile o il Primo Maggio, ci potranno essere deroghe". Cortei studenteschi, dei centri sociali, comizi politici o sindacali: d'ora in poi le grandi adunanze verranno incanalate in percorsi che non toccheranno i luoghi "sensibili" della città. Ma ancora prima che siano decisi i dettagli, la nuova "zona rossa" scatena reazioni. "A Roma sono molte le piazze importanti, ma a Milano è piazza Duomo il luogo dove, da sempre, si raccogli la comunità - protesta Rosati - Siamo contrari a qualsiasi limitazione del diritto di manifestare in modo democratico e nel rispetto delle leggi. Milano ha ben altri problemi". Anche il Pd, con il capogruppo in Consiglio comunale, Pierfrancesco Majorino, bolla il divieto come "un atto sbagliato e dannoso per l'idea di convivenza civile". Per il deputato della Lega, Matteo Salvini: "Da un lato la direttiva è stata inevitabile per impedire ai violenti e ai cretini di deturpare la città. Ma dall'altro è una sconfitta: dispiace per quanti hanno sempre manifestato senza dare fastidio a nessuno". Per questo si augura che il provvedimento "sia una soluzione a tempo, valida per sei mesi. La via maestra dovrebbe essere: chi sbaglia paga, con una cauzione in caso di danni".
martedì 28 aprile 2009
Milano
Il sindaco e il prefetto delineano una "zona rossa" in centro. Insorge la Cgil, la Lega media: divieto solo per sei mesi. Duomo di Milano off-limits per cortei e preghiere islamiche di Alessia Gallione
MILANO - Nella direttiva scritta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, non veniva mai citato esplicitamente. Ma lo scopo, dopo le polemiche che aveva scatenato e le grida "alla sacralità violata" arrivate dal centrodestra, era chiaro: vietare che si ripetesse la possibilità per gli islamici di pregare in piazza Duomo, come avvenne il 3 gennaio al termine di un corteo pro Palestina contro la guerra a Gaza. Ed è proprio piazza Duomo il fulcro della prima "mappa dei luoghi sensibili" da "proteggere dalle manifestazioni pubbliche" varata a Milano. Un elenco scritto dal sindaco, Letizia Moratti, e dal prefetto Gian Valerio Lombardi, che traccia un perimetro "rosso" lungo tutto il centro: dalla via dello shopping, corso Vittorio Emanuele, a piazza Mercanti, da piazzetta Reale a piazza Sant'Ambrogio, da piazza Cordusio a piazza Scala. Luoghi che, presto, potrebbero non vedere più bandiere, striscioni, palchi o comizi. "Sarà un percorso condiviso con tutti", assicura il Comune. Ma dal segretario della Cgil, Onorio Rosati, arriva un preventivo e deciso "no": "Piazza Duomo è il simbolo della tradizione democratica di Milano. Venerdì celebreremo lì il Primo maggio e contiamo di farlo anche il prossimo anno. E' solo un tentativo di utilizzare strumentalmente un episodio per limitare il diritto di manifestare e la libera espressione delle idee". La mappa c'è. "Luoghi scelti - fanno sapere dal Comune - per rispondere alla necessità di contemperare tanto ai diritti alla libertà di manifestare quanto alla tutela del patrimonio artistico e storico della città e alla salvaguardia del fondamentale diritto alla mobilità e alla libera circolazione dei cittadini". Adesso dovrà essere studiato un protocollo - come è già avvenuto a Roma - che sarà trasmesso alle organizzazioni politiche, sindacali e sociali. I divieti dovrebbero partire in via sperimentale prima dell'estate e verranno previste eccezioni per appuntamenti di particolare significato civico o ricorrenze religiose, come spiega il vicesindaco e parlamentare del Pdl, Riccardo De Corato: "Per date istituzionali come il 25 Aprile o il Primo Maggio, ci potranno essere deroghe". Cortei studenteschi, dei centri sociali, comizi politici o sindacali: d'ora in poi le grandi adunanze verranno incanalate in percorsi che non toccheranno i luoghi "sensibili" della città. Ma ancora prima che siano decisi i dettagli, la nuova "zona rossa" scatena reazioni. "A Roma sono molte le piazze importanti, ma a Milano è piazza Duomo il luogo dove, da sempre, si raccogli la comunità - protesta Rosati - Siamo contrari a qualsiasi limitazione del diritto di manifestare in modo democratico e nel rispetto delle leggi. Milano ha ben altri problemi". Anche il Pd, con il capogruppo in Consiglio comunale, Pierfrancesco Majorino, bolla il divieto come "un atto sbagliato e dannoso per l'idea di convivenza civile". Per il deputato della Lega, Matteo Salvini: "Da un lato la direttiva è stata inevitabile per impedire ai violenti e ai cretini di deturpare la città. Ma dall'altro è una sconfitta: dispiace per quanti hanno sempre manifestato senza dare fastidio a nessuno". Per questo si augura che il provvedimento "sia una soluzione a tempo, valida per sei mesi. La via maestra dovrebbe essere: chi sbaglia paga, con una cauzione in caso di danni".
MILANO - Nella direttiva scritta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, non veniva mai citato esplicitamente. Ma lo scopo, dopo le polemiche che aveva scatenato e le grida "alla sacralità violata" arrivate dal centrodestra, era chiaro: vietare che si ripetesse la possibilità per gli islamici di pregare in piazza Duomo, come avvenne il 3 gennaio al termine di un corteo pro Palestina contro la guerra a Gaza. Ed è proprio piazza Duomo il fulcro della prima "mappa dei luoghi sensibili" da "proteggere dalle manifestazioni pubbliche" varata a Milano. Un elenco scritto dal sindaco, Letizia Moratti, e dal prefetto Gian Valerio Lombardi, che traccia un perimetro "rosso" lungo tutto il centro: dalla via dello shopping, corso Vittorio Emanuele, a piazza Mercanti, da piazzetta Reale a piazza Sant'Ambrogio, da piazza Cordusio a piazza Scala. Luoghi che, presto, potrebbero non vedere più bandiere, striscioni, palchi o comizi. "Sarà un percorso condiviso con tutti", assicura il Comune. Ma dal segretario della Cgil, Onorio Rosati, arriva un preventivo e deciso "no": "Piazza Duomo è il simbolo della tradizione democratica di Milano. Venerdì celebreremo lì il Primo maggio e contiamo di farlo anche il prossimo anno. E' solo un tentativo di utilizzare strumentalmente un episodio per limitare il diritto di manifestare e la libera espressione delle idee". La mappa c'è. "Luoghi scelti - fanno sapere dal Comune - per rispondere alla necessità di contemperare tanto ai diritti alla libertà di manifestare quanto alla tutela del patrimonio artistico e storico della città e alla salvaguardia del fondamentale diritto alla mobilità e alla libera circolazione dei cittadini". Adesso dovrà essere studiato un protocollo - come è già avvenuto a Roma - che sarà trasmesso alle organizzazioni politiche, sindacali e sociali. I divieti dovrebbero partire in via sperimentale prima dell'estate e verranno previste eccezioni per appuntamenti di particolare significato civico o ricorrenze religiose, come spiega il vicesindaco e parlamentare del Pdl, Riccardo De Corato: "Per date istituzionali come il 25 Aprile o il Primo Maggio, ci potranno essere deroghe". Cortei studenteschi, dei centri sociali, comizi politici o sindacali: d'ora in poi le grandi adunanze verranno incanalate in percorsi che non toccheranno i luoghi "sensibili" della città. Ma ancora prima che siano decisi i dettagli, la nuova "zona rossa" scatena reazioni. "A Roma sono molte le piazze importanti, ma a Milano è piazza Duomo il luogo dove, da sempre, si raccogli la comunità - protesta Rosati - Siamo contrari a qualsiasi limitazione del diritto di manifestare in modo democratico e nel rispetto delle leggi. Milano ha ben altri problemi". Anche il Pd, con il capogruppo in Consiglio comunale, Pierfrancesco Majorino, bolla il divieto come "un atto sbagliato e dannoso per l'idea di convivenza civile". Per il deputato della Lega, Matteo Salvini: "Da un lato la direttiva è stata inevitabile per impedire ai violenti e ai cretini di deturpare la città. Ma dall'altro è una sconfitta: dispiace per quanti hanno sempre manifestato senza dare fastidio a nessuno". Per questo si augura che il provvedimento "sia una soluzione a tempo, valida per sei mesi. La via maestra dovrebbe essere: chi sbaglia paga, con una cauzione in caso di danni".
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