La first lady: «Sono una donna oramai abituata alla solitudine». Veronica, tormento e affondo. «Prima o poi penserò a me». Lo sfogo: lotto per i ragazzi. La «sorpresa» di Marina e Piersilvio
MILANO - È l’ora, in particolare, ad aver stupito tutti: le 22 e 38. Chi la conosce bene, sa che i colpi di testa non appartengono a Veronica Lario. E invece, quel comunicato inviato all’Ansa a tarda sera, dimostrerebbe l’esatto contrario. Ecco perché molti si sono chiesti che cosa possa aver scatenato l’irritazione improvvisa della moglie del presidente del Consiglio. Arrivati a questa fase della vicenda, sono rimasti in pochi a credere al movente della gelosia. Al di là delle foto ufficiali e dei servizi posati e concordati— come quello a Portofino con tutta la famiglia allargata — per i Berlusconi il Mulino Bianco sembra essere un’idea oramai sbiadita. D’altronde, da anni Veronica Lario coltiva con passione la sua immagine di donna forte, anticonformista e intellettualmente indipendente, anche rispetto al marito. Basta ricordare le sue dichiarazioni su alcune vicende pubbliche, come la fecondazione assistita o il caso Englaro. E per questo appare difficile immaginare che possa ancora ingelosirsi per le boutade o le iniziative folcloristiche di Silvio Berlusconi. Lei stessa nella sua lettera pubblica del 31 gennaio 2007 scriveva: «Nel corso del rapporto con mio marito ho scelto di non lasciare spazio al conflitto coniugale, anche quando i suoi comportamenti ne hanno creato i presupposti».
Allora la lite fu composta con le pubbliche scuse del consorte, che misero a tacere anche le insistenti voci di divorzio. Poi arrivò la «trasformazione» di Veronica: capelli mossi e non più lisci, abiti colorati neo-folk, l’adorato nipotino Alessandro, il figlio di Barbara, esibito con orgoglio. E spesso accanto, per un improvviso restyling familiare, Silvio Berlusconi. Tutto inutile. La tregua apparente è stata rotta l’altro ieri da quel comunicato carico d’ira e d’indignazione. E nulla esclude che Veronica possa rendere ancora più esplicito il conflitto e abbandonare le convenienze. Sarebbe nel suo stile. A infastidirla, stavolta, l’improvvisata di Berlusconi a Napoli, alla festa di 18 anni di Noemi Letizia. In un momento delicato in cui forse lei avrebbe preferito che il marito rimanesse a casa, magari accanto alla figlia Barbara, al settimo mese di gravidanza, in attesa del secondo bambino. Ma intanto chi conosce bene i Berlusconi sa che vivono da anni in case diverse: Veronica a Macherio, Silvio ad Arcore. Difficili da credere, dunque, le frequenti battute del premier su episodi di quotidianità familiare.
Alle amiche più care, poche e selezionate, la riservatissima Veronica avrebbe più volte confidato la sua solitudine: «Abbiamo esistenze separate. Io sono una donna oramai abituata alla solitudine. Ma per fortuna mi onora e mi rafforza il mio ruolo di mamma e di nonna. È per i miei figli che vivo. E combatto. A me? Ci penserò solo quando tutto sarà a posto». Una frase sibillina. Che però, chi la conosce bene, interpreta nell’ottica della grande questione, tuttora irrisolta, della spartizione ereditaria. Aspetto che sarebbe pesantemente dietro la sua esternazione di martedì sera. Il futuro manageriale e patrimoniale dei suoi tre figli — Barbara, Eleonora e Luigi — sta particolarmente a cuore a Veronica Lario. Che spesso avrebbe manifestato i suoi timori di vederli penalizzati rispetto a Marina e Piersilvio, nati dal primo matrimonio del Cavaliere con Carla Elvira Dall’Oglio. È la Fininvest, la «cassaforte» di famiglia, ad essere al centro della contesa. C’è poi da definire l’eredità patrimoniale di Berlusconi. Nel 2006 è stato assegnato a ognuno dei tre figli avuti da Veronica Lario il 7,6 per cento di Fininvest.
Ma c’è ancora da fare. Sia per quanto riguarda il 63 per cento del gruppo ancora in mano al Cavaliere, sia per stabilire chi comanderà davvero domani. Ciò nonostante, secondo indiscrezioni, Marina e Piersilvio ieri avrebbero accolto con sorpresa la dichiarazione all’Ansa di Veronica. Infine, un’altra questione di fondo riguarderebbe l’esito di un’eventuale separazione. Di qui quel «poi penserò a me», spesso ripetuto alle amiche. Si dice infatti che la sua lettera pubblica del gennaio 2007 avrebbe dato il via a una sorta di «lodo» (smentito dall’avvocato del premier, Niccolò Ghedini) che prevederebbe, in caso di separazione, una diversa e più cospicua sistemazione patrimoniale per Veronica Lario. Fin qui le ipotesi. Resta il gesto di grande rottura scelto dalla signora Berlusconi. Rispetto al quale sono arrivati, naturalmente, apprezzamenti da sinistra. Ad esempio quello di Giovanna Melandri. Ma il «popolo» azzurro ha gradito davvero poco. Ieri, infatti, il sito del Pdl è stato bombardato con email d’ira e di protesta. Il bersaglio, si capisce, era lei, Veronica. Il capo d’imputazione: ha danneggiato l’immagine del premier. E così c’è chi, come Andrea, scrive: «Caro Presidente, dica a sua moglie di comportarsi da vera first lady e di accompagnarLa nei suoi viaggi istituzionali come fanno le altre. Altro che comunicati indignati».
Angela Frenda
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