ROMA - Roberto Maroni, il ministro dell'Interno, è stato di parola: ronde e centri d'espulsione (Cie) a sei mesi tornano alla Camera come emendamenti del governo (e della stessa Lega) al ddl sicurezza per diventare al più presto operativi (lui s'augura in due mesi ma il testo dovrà tornare al Senato). La permanenza lunga nei Cie (dagli attuali 60 ai futuri 180 giorni) è stata impallinata dai franchi tiratori del Pdl prima a palazzo Madama e poi a Montecitorio; i "volontari per la sicurezza", alias ronde a disposizione dei sindaci, erano state stralciate dall'ultimo dl su stupri e stalking per garantirne la conversione. Ma il Carroccio ha puntato i piedi: o rientrano o il governo cade. E ieri, nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, ronde e Cie sono riapparsi. In compenso, dal ddl esce la norma sui medici-spia, liberi di denunciare uno straniero che va in ospedale ma non ha il permesso di soggiorno. Regola che ancora ieri mattina il presidente della Camera Gianfranco Fini, visitando l'ospedale San Gallicano che s'occupa solo di immigrati, ha giudicato "un errore giuridico e di miopia politica". I relatori Francesco Paolo Sisto e Jole Santelli ne sottoscrivono la soppressione. Indispensabile peraltro dopo la clamorosa protesta di Alessandra Mussolini che un mese ha raccolto le firme di 101 deputati concordi nel chiedere un passo indietro. Il Pd è soddisfatto, ma resta la dura valutazione su una legge che Donatella Ferranti bolla come "xenofoba e razzista". Per il dipietrista Massimo Donadi è un testo "dannoso per il funzionamento delle istituzioni". Lo scontro è assicurato. Il primo assaggio ci sarà, tra oggi e domani, in commissione. Poi toccherà all'aula, a partire da giovedì. Col solito trucco la maggioranza conta di partire il 30 aprile con la discussione generale, per andare al mese successivo con i tempi contingentati. L'opposizione annuncia che non farà sconti sui 66 articoli che introducono norme severissime contro gli immigrati, a partire dal reato di clandestinità. Ma sarà maretta pure nella coalizione. Come dimostrano i venti emendamenti della Mussolini, a partire proprio dalla richiesta di sopprimere quel nuovo delitto. E poi la tassa di 200 euro sui permessi di soggiorno e il divieto di iscrivere i figli all'anagrafe se la casa è sotto gli standard igienico-sanitari. "Sarò in commissione perché voglio assolutamente difendere le mie modifiche sostenute da una decina di colleghi" dice la Mussolini. Si riaffaccia, con lei, il dissenso nel gruppo e il rischio di sorprese nel corso delle votazioni segrete. Le occasioni sono molte. Lo dimostrano i quasi 400 emendamenti, 167 Pd, 30 Idv, 21 Udc, ma una settantina anche del Pdl. Il governo insiste sulla linea della durezza. Non arretra con la tassa dei 200 euro, con la stretta sulla possibilità per lo straniero di restare in Italia grazie ai legami familiari (saranno ammessi solo quelli di secondo grado). Neppure il Guardasigilli Angelino Alfano rinuncia a una rentrée: ripropone l'obbligo per il Csm di trasferire le toghe nelle sedi prive di domande. L'Anm aveva fatto balenare lo sciopero. Ma lui insiste. Solo un ammorbidimento per l'oltraggio al pubblico ufficiale: resta, ma sarà estinto se c'è il risarcimento del danno (Santelli).
Vorrei ricordare alla signora Mussolini che il reato di clandestinità esiste TUTTORA in TUTTO il mondo.
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