giovedì 23 aprile 2009

Toh...

... si è salvato il concerto del primo maggio. L'organizzatore dice: "In futuro l'aiuto pubblico come in francia". E allora che vada pure in francia a farlo. Certo, usiamo i fondi pubblici, tanto paga pantalone. In italia ci sono migliaia di sprechi coi soldi pubblici e questo ne sarebbe uno in più e di quelli più inutili. Non hanno soldi gli organizzatori? E chi se ne frega. Non lo fanno. Punto. NON è patrimonio nazionale, è un concerto di parte, allora che paghino le associazioni comuniste e i sindacati e non i cittadini. I beni culturali devono salvaguardare altro non certo il "concertone del primo maggio".

Via al cantiere per il palco in piazza San Giovanni. Primo Maggio, il Concertone è salvo trovati in venti giorni 750 mila euro. L'organizzatore Godano: «Grazie ad alcuni sponsor. In futuro l'aiuto pubblico, come in Francia con Sarkozy»

E’ salvo il concertone del Primo Maggio. Dopo l’allarme lanciato lo scorso 2 aprile, quando si scoprì che mancavano circa 900 mila euro per coprire i costi della grande manifestazione, in venti giorni l’organizzazione è riuscita a coprire il buco. Adesso servono «solo» 150 mila euro per portare il bilancio in pareggio. Ma ormai è certo: il concerto con Vasco Rossi si farà. E a piazza San Giovanni ieri notte sono cominciati i lavori per montare il palco.

CONTRIBUTO AUMENTATO - Fiducia negli ambienti sindacali, che confermano: l’installazione del palco è stata resa possibile da uno straordinario sforzo organizzativo e dalla generosità di alcuni finanziatori. «Unipol ha aumentato il suo contributo ed è arrivato un nuovo sponsor (la Kerself, una società che si occupa di energie alternative, ndr) mentre Poste Italiane ha confermato il suo impegno», spiega Marco Godano l’organizzatore di grandi eventi (anche per Confindustria) che da 8 anni, su incarico delle tre confederazioni, si occupa di portare cantanti e musicisti sul palco del primo maggio attraverso la società Primata.

LE AZIENDE ASCOLTANO - «Per quel che ancora manca abbiamo trattative in corso con tre piccole imprese – precisa Godano – ma a una settimana dal concertone ci sentiamo sollevati». E’ stato un piccolo miracolo, reso possibile anche «dall’atteggiamento della Unipol, che ha avuto un approccio nuovo, bello, interessante, dalla conferma di Poste e dai nuovi sponsor». La copertura del buco in bilancio è, sottolinea l’organizzatore, «il segnale che affrontando il problema per tempo le aziende ascoltano». D’altronde, è difficile dire di no ad un evento da un milione di persone. Diventato, in 14 anni, parte dell’immaginario comune. «Il concerto del primo maggio dovrebbe trovare addirittura un sostegno del ministero Beni culturali – si spinge a dire Godano - e non solo quello del primo maggio. Sarebbe auspicabile un sostegno economico, a difesa di certe realtà culturali, come avviene in Francia, dove Sarkozy prosegue la grande tradizione in difesa di ciò che è patrimonio nazionale, al di là delle connotazioni politiche»

VASCO ROSSI - Dal Concertone restano fuori Monte dei Paschi di Siena e Telecom che quest’anno hanno scelto di non sostenere il tradizionale evento per la Festa del Lavoro. Mentre si sta ancora trattando con la Rai sui diritti televisivi (viale Mazzini vuole tagliare del 10% il suo contributo). «Dovrebbero esserci regole per salvaguardare certe manifestazioni e dare loro una base di solidità – riprende Godano –. Quest’anno siamo stati aiutati dal clamore sollevato dalla presenza di Vasco Rossi, ma se si vive nell’angoscia di non avere budget ufficiali e dover rischiare sperando che vada bene, è strategicamente pericoloso organizzare simili eventi».

RISCHIO CANCELLAZIONE - Lanciando l’allarme, venti giorni fa, l’organizzatore era stato chiaro: da un punto di vista imprenditoriale, una manifestazione come questa che si ritrova senza i fondi necessari a poche settimane dal giorno del debutto dovrebbe essere cancellata. Fortunatamente «è andata bene: siamo rimasti stupiti dalla reazione degli sponsor che ci sostengono». Non di tutti. Il problema si era posto proprio per la ritrosia di alcuni finanziatori tradizionali: a fronte di costi organizzativi lievitati intorno ai 2 milioni di euro (circa 400 mila euro in più), alcuni si erano ritirati. E poiché l’evento si autofinanzia da sempre (circa il 50% con i diritti di trasmissione Rai, l’altra metà con gli sponsor), rischiava di saltare tutto. L’appello alla colletta ha funzionato. E, restando in tema di generosità, al Concertone sarà lanciata, attraverso un numero telefonico unico per gli sms, una raccolta di fondi per i figli dei morti sul lavoro. Nel frattempo a San Giovanni i lavori per il palco proseguono. Lunedì mattina si terrà, forse proprio alla Rai, la conferenza stampa di presentazione con i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil.

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