PISA — Più del corteo, seicento persone in tutto, a far tremare il Palazzo sono gli intellettuali. In particolare il giornalista Gad Lerner e i docenti universitari Adriano Prosperi e Manlio Iofrida, che in un documento hanno contestato l'ordinanza «anti borsoni» del sindaco Pd, un provvedimento, firmato il 5 marzo, che di fatto impedisce l'accesso e dunque la vendita agli ambulanti di griffe contraffatte nel centro storico di Pisa e soprattutto sotto il monumento più «irregolare» del mondo: la Torre pendente. In una lettera aperta Lerner e Prosperi criticano il provvedimento che «ha messo in ginocchio i venditori ambulanti stranieri» e lamentano «chiusura e intransigenza» in una città, Pisa, da sempre all'avanguardia per solidarietà e accoglienza. Insomma, un pugno nello stomaco per la giunta di centrosinistra e il primo cittadino, Marco Filippeschi (Pd), che alla lotta all'abusivismo e al rispetto delle regole ha dedicato ampie pagine del suo programma. Si parla anche di qualche mal di pancia nel Pd e nel sindacato che comunque ieri non hanno aderito alla manifestazione «anti borsoni». Simboli e bandiere li hanno sfoderati invece Rifondazione, Comunisti, Verdi, Sinistra e libertà ed associazioni quali Arci, Emergency e altre decine di sigle vicine ai centri sociali. Il corteo è partito dalla piazza che ospita Tuttomondo, il murale «multietnico» di Keith Haring. Ha attraversato le «vie del divieto», e prima di confluire in Piazza dei Cavalieri davanti alla Scuola Normale e conquistare Piazza dei Miracoli per il comizio finale, si è fermato sotto Palazzo Gambacorti, sede del municipio, per contestare il sindaco. Che replica: «È stata una manifestazione con pochissime adesioni, lontana dalla cittadinanza, un fallimento. Noi stiamo lavorando per l'integrazione, quella vera, e il rispetto delle regole. L'illegalità non può essere ammessa. Lerner e Prosperi? Rispetto le loro idee, ma ho il dubbio che non conoscano troppo l'ampiezza del problema. Da quando ho firmato l'ordinanza, che è soprattutto un deterrente, continuo ad avere dai pisani segnali di affetto e solidarietà». Non dimenticando che Pisa è la città di Galileo e del genio matematico di Fibonacci, il Comune ha anche elaborato cifre e azzardato proiezioni. Sapete qual è la concentrazione di abusivi nel centro nevralgico di una città da 90 mila abitanti? Uno ogni 32 metri quadrati. «Situazione esplosiva non solo per i commercianti — conferma Marco Sbrana, direttore provinciale della Confesercenti — ma anche per i cittadini. Quasi tutti a favore del provvedimento del sindaco». Che però ieri incassa nuove critiche. Come quella dell'«amico» dell'Arci provinciale, Alberto Madrigali: «Voglio sperare che la protesta abbia fatto capire a Filippeschi e alla giunta che non serve un'ordinanza per fermare un fenomeno complesso. Contro l'abusivismo e la vendita illegale ci sono leggi nazionali e bastano quelle». Poi ci sono gli intellettuali. Che, come Gad Lerner, ribadiscono le critiche: «Pur avendo stima e simpatia per il sindaco Filippeschi, lo invito a ripensarci e a intavolare un dialogo che può giovare alla sua amministrazione».
Marco Gasperetti
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