Roma - L'accusa è pesante: "Malta prende contributi come tutti i Paesi per fare interventi che dobbiamo fare noi". Lo ha detto il ministro Roberto Maroni a proposito della nave Pilar, il cargo turco che aveva salvato 154 persone in balìa delle onde nel canale di Sicilia. Subito era partito un duro braccio di ferro fra Italia e Malta: si discuteva su chi dovesse intervenire. La situazione dei migranti si faceva di ora in ora sempre più disperata, alla fine l'Italia è intervenuta. "Ragioni di carattere umanitario ci hanno indotto ad accogliere questi immigrati", ha chiarito Maroni. "Ora pretendiamo che la Commissione Europea intervenga per far rispettare le regole a tutti". Anche per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ci sono state delle regole Ue che non sono state rispettate: "L’Italia - ha detto il capo della Farnesina - è stata il primo e il solo paese a fornire pasti caldi, acqua e team di medici. Ci saremmo aspettati che qualcosa succedesse e che non solo l’Italia portasse aiuti". Malta ha replicato che considera "un insulto" queste accuse. "Malta - ha osservato il ministro degli Esteri maltese, Tonio Borg - ha sempre rispettato i suoi obblighi internazionali". In particolare, a proposito del luogo dove sono stati soccorsi gli immigrati, ha aggiunto: "Non è giusto che la procedura venga rivista all’improvviso e si metta in ballo un altro stato tre volte più lontano da Lampedusa". Intanto la polemica si infiamma. Pd e Italia dei valori hanno chiesto che il ministro Maroni riferisca in parlamento.
I dati del Viminale. Il dossier preparato dal ministero dell'Interno parla di 600 "mancati interventi" da parte di Malta. Una "negligenza" che ha costretto il nostro Paese a soccorrere circa 40mila persone in mare aperto. Persone che, secondo le norme internazionali, avrebbero dovute essere ospitate nei centri di accoglienza di Malta. La Guardia costiera solo nel 2008 ha effettuato 186 operazioni nell'area Sar maltese (la cui vigilanza è sotto il controllo di Malta, ndr) di mettendo in salvo quasi 13mila migranti.
Premier di Malta: fatto nostro dovere. "Nella vicenda della nave Pinar, il governo maltese ha agito con etica, morale e nel rispetto della legge". Lo ha detto il primo ministro maltese Lawrence Gonzi in parlamento, riferendo alla Camera i fatti che hanno portato il suo governo a rifiutare la richiesta italiana di far sbarcare a Malta i 154 immigrati soccorsi dalla Pinar al largo delle coste di Lampedusa. Fornendo la sua versione dei fatti dopo che il centro di soccorso di Malta aveva diretto il capitano della Pinar di prestare soccorso a 112 miglia a sud di Malta, Gonzi ha precisato che contrariamente a quello che tutta la stampa italiana ha riportato, la Pinar non ha soccorso gli immigrati "in acque territoriali" maltesi. Infatti - ha spiegato il capo del governo maltese - il capitano del cargo ha puntato verso Lampedusa come porto più vicino, ma le autorità italiane hanno impedito l’attracco.
Colloquio con Berlusconi. Parlando della telefonata con Berlusconi, Gonzi ha detto che il premier italiano ha ascoltato la posizione maltese. "Abbiamo discusso della situazione ed abbiamo anche detto che questo incidente non deve incidere negativamente sulle relazioni eccellenti tra i due paesi", ha detto Gonzi. Infine, Gonzi ha riferito di essersi sentito al telefono anche con il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso.
L'odissea è finita a Porto Empedocle. I 154 migranti se la sono vista brutta a bordo della nave turca Pinar. Le condizioni di vita erano pessime. Infreddoliti, bagnati fradici, stremati dalla stanchezza, con gli occhi persi nel vuoto, sono arrivati ieri mattina a Porto Empedocle. Due di loro sono stati ricoverati all'ospedale. Una donna incinta è morta a bordo del cargo turco. La procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta.
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