sabato 15 maggio 2010

La cattiva musulmana


«Se continui a frequentare gli italiani e se non lasci il tuo fidanzato che non è musulmano ti tagliamo la testa e la gettiamo nel Po». E dopo questa minaccia, giù botte. Ma dopo due anni di violenze fisiche e minacce su una ragazza di 18 anni, i due turchi, padre e figlio, sono stati arrestati per maltrattementi e lesioni, aggravati dalla discriminazione dell'odio razziale, religioso ed etnico. Ahmet Kels, 40 anni, con il figlio Umit, di 26, da circa due anni maltrattava moglie e la figlia di 18 anni colpevole di avere un fidanzato e amici italiani. Non era quindi rispettosa della religione islamica.

La situazione è venuta alla luce il 25 aprile quando la ragazza, picchiata per l'ennesima volta dal padre e dal fratello, è stata costretta a rivolgersi all'ospedale. I pugni e calci stavolta avevano provocato contusioni in varie parti del corpo. I carabinieri hanno cominciato a indagare e, grazie ad alcune testimoninanze, hanno scoperto la dura realtà famigliare in cui la ragazza, impiegata in un'azienda del posto, era costretta a vivere.

La Procura della Repubblica ha emesso oggi gli ordini di arresto per i due turchi, ritenuti pericolosi. Il magistrato ha contestato a entrambi alcune aggravanti: aver commesso il reato per finalità di discriminazione e di odio etnico, nazionale, razziale e religioso, «poiché in più occasioni e davanti a testimoni, i due avrebbero minacciato la ragazza del taglio della testa perché frequentava amici italiani e aveva un fidanzato italiano e non era rispettosa della religione musulmana». Padre e figlio sono stati rinchiusi nel carcere di Mantova, mentre la ragazza è stata allontanata dalla famiglia e ospitata in una casa protetta.

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