domenica 9 maggio 2010

Intanto nel Pd...


Cortona (Arezzo) - "Credo che sia normale provare rabbia, perché io sono ancora abituato a pensare che la politica è anche passione, non solo calcolo e se uno è arrabbiato lo deve dire". Inizia così il j'accuse di Beppe Fioroni alla linea Bersani dal palco dell'assemblea di Area Democratica. Un intervento duro nel quale l'ex ministro scuote e sottolinea che quel cambio di linea che la minoranza chiede deve avvenire anche in tempi celeri. "Dobbiamo cambiare linea politica - attacca - e modo in cui è gestita". E su questo la minoranza deve "richiamarli alla loro responsabilità sennò il Pd è finito". "Tante volte - dice Fioroni - abbiamo detto che serve una svolta, che deve cambiare linea, profilo e io non voglio che Bersani dica a noi che siamo un disco rotto, noi siamo l'unico disco che può suonare il Pd". E a Bersani Fioroni ricorda che "in politica conta anche il tempo" e Area Dem non si arrende a "fare solo la resistenza", il cambiamento ci deve essere, "vanno chiamati alle loro responsabilità sennò e finito" e la minoranza potrebbe trovarsi corresponsabile se c'é una gestione unitaria "a quel punto è meglio uscire da tutto", altrimenti "sembriamo quelli che con il cappello in mano vanno a chiedere le poltrone". Bisogna chiedere alla segreteria di "passare dalle parole ai fatti, fare la cosa giusta al momento giusto". Infine ha citato Aldo Moro, con una standing ovation della sala in ricordo dello statista morto 32 anni fa "non vogliamo essere gli uomini del passato" e ha sottolineato che va perseguito un cambio di passo nel Pd "in ogni modo in ogni forma", ma, ha aggiunto, "la mia forma non sarà mai la federazione".

Fioroni ha chiesto, insomma che il Pd sia "costruito tempestivamente" con un cambio di passo serio perché "non abbiamo fatto il Pd per ricollocare la sinistra né la Margherita, ma perché volevamo cambiare la politica, se dobbiamo solo collocare la sinistra non andiamo da nessuna parte". "Oggi - ha detto ancora - abbiamo rinunciato ad avere coraggio, la dirigenza del Pd ha rinunciato ad avere coraggio e anziché mettersi le ali si rifugia nella memoria o nella scopiazzatura". Il Pd deve essere attento al mondo del lavoro e a quello economico ed è fondamentale che "non rinunci all'autonomia dei corpi intermedi".

Fassino: ora cambio di passo. "Nessuno in questi mesi ha messo in discussione la segreteria" e il risultato del congresso, "siamo stati leali", "Franceschini ha accettato di fare il presidente del gruppo e i nostri dirigenti hanno concorso alla composizione delle candidature", ma proprio in base a questa lealtà "chiediamo a Bersani di non rinunciare al Pd per il quale abbiamo speso tutti insieme energie". Anche Piero Fassino chiede un "celere cambio di passo". Bersani "non ci consideri un fastidio da sopportare ma un giacimento che può essere a disposizione del partito, che vuole mettersi a disposizione del partito". Fassino ha sottolineato ancora che "qui nessuno vuole separarsi, abbiamo messo tutta la nostra energia per unirci e non per separarci, non ce lo chiede la nostra gente". Ma l'ex segretario Ds ha anche messo in guardia dal "rischio di qualche silenziosa forma di abbandono delle nostre file perché non si sentono a casa", un grande problema di fronte al quale "non possiamo girarci indietro" se il Pd vuole essere un partito del 30-40%.

1 commenti:

Maria Luisa ha detto...

OT

alla spudoratezza non c'è limite:
http://www.ilgiornale.it/interni/mezzo_milione_alpini__conquistano_bergamo/bergamo-alpini/10-05-2010/articolo-id=444248-page=0-comments=1

oltre ai pernacchi gli avrei lanciato uova marce!