venerdì 21 maggio 2010

Ricatti


Si è cucita le labbra con ago e filo. È un'immigrata del Centro di identificazione ed espulsione (l'ex Cpt) di via Mattei e l'ha fatto - ieri sera - per protestare contro il rigetto della sua richiesta di asilo politico. Non è la sola persona rinchiusa al Cie ad aver compiuto un gesto estremo: oggi un uomo si è gettato da un piano ammezzato.

LA PROTESTA - La donna, una magrebina sui 30 anni, ha ancora la bocca cucita. Si è data qualche punto sulle labbra: riesce a parlare e a bere. Ieri sera - fanno sapere dal Cie - appena scoperto cosa aveva fatto la donna è stata soccorsa, trasportata in ospedale e sottoposta anche a valutazione psichiatrica. È risultata pienamente capace di intendere e di volere quindi, visto che lei ha continuato a rifiutare le cure, i medici non hanno potuto toglierle i punti, perché si sarebbe trattato di violazione della sua volontà. La magrebina è stata quindi ricondotta in via Mattei dove è assistita da personale medico, dal servizio di sostegno psicologico interno e da mediatori culturali. Lei però chiede solo una cosa: parlare con il magistrato. E la sua richiesta è stata sottoposta all’ Ufficio immigrazione.

LA DIRETTRICE DEL CIE - «Tutti sono liberi di protestare - dice della direttrice del Cie, Annamaria Lombardo - ma stiamo cercando di convincere questa donna a intraprendere altre strade. Per esempio, il ricorso rispetto al rigetto della sua domanda di asilo».

UN ALTRO CASO - Il caso della maghrebina non è l'unico a mettere alla prova il Cie in questi giorni. Proprio oggi un uomo, sottoposto nei giorni scorsi a visita psichiatrica, mentre si trovava in una struttura ospedaliera per essere valutato da una equipe medica, si è gettato dal piano ammezzato. È ricoverato per una sospetta frattura alle gambe.

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