mercoledì 19 maggio 2010
Del puntualizzare l'ovvio...
Frentex, l’agenzia europea delle frontiere “rischia di diventare un eurocarrozzone: il suo apporto concreto alle attività di contrasto all’immigrazione clandestina non può considerarsi sufficiente”. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, non ha peli sulla lingua e nel corso di una audizione alle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Politiche Europee della Camera, lancia la sua frecciatina. Frontex in realtà, ha lamentato Maroni, “non svolge compiti di natura operativa, demandandoli agli Stati membri e l’Italia ha sollevato la questione”. Il bilancio dell’agenzia, ha proseguito, “era di 71 milioni di euro nel 2008 ed è stato portato a 88 milioni nel 2011, ma si nota un’inarrestabile tendenza a destinare risorse a spese amministrative più che amministrative. Noi - ha sottolineato - abbiamo chiesto che diventi invece una struttura operativa e si occupi di pattugliare e vigilare i confini terrestri e marini dell’Unione, dando anche un contributo all’organizzazione e al finanziamento dei voli di rimpatrio congiunto dei clandestini”. In prospettiva, ha concluso il ministro, “un punto di arrivo potrebbe essere la formazione di un polizia di frontiera europea”. In sostanza, Frontex ha il compito di coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri in materia di gestione delle frontiere esterne; assistere gli Stati membri nella formazione di guardie nazionali di confine; preparare analisi dei rischi; seguire l’evoluzione delle ricerche in materia di controllo e sorveglianza delle frontiere esterne. Ma il ministro Maroni, ha parlato anche della politica dell’Italia in fatto di immigrazione clandestina. Nel 2009 i rimpatri volontari di clandestini dall’Italia sono stati soltanto 228, contro oltre 18 mila rimpatri non volontari. “I rimpatri volontari - ha spiegato Maroni - sono pochissimi, non sembra che questa sia una strada che chi arriva in Italia decide si seguire. Il reato di immigrazione clandestina può essere un deterrente - ha aggiunto - e stiamo lavorando per superare questo ostacolo”. Intanto, nel tardo pomeriggio di ieri, si è appreso che L’Anci nazionale, quelli di Umbria e Toscana e 13 Comuni italiani proporranno al Governo un loro documento, con suggerimenti e proposte per arrivare al varo del piano generale dell’immigrazione e dell’integrazione.
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