domenica 23 maggio 2010

Pd


L'Assemblea del Pd ha approvato tutti i documenti elaborati dai gruppi di lavoro. I temi: l'Europa, la green economy, la giustizia, le riforme, l'università e il lavoro. Su quest'ultimo si è registrata l'astensione dell'area Marino (tra i cui componenti c'è anche Pietro Ichino), che chiede una consultazione nella base. Il testo sull'occupazione è comunque passato con 42 astensioni e 100 voti favorevoli. Gli altri all'unanimità. Sviluppo, lavoro e welfare. La strategia per il "diritto unico" presuppone un nesso indissolubile tra diritti di cittadinanza e diritti sociali e del lavoro. La strategia proposta dal Pd per promuovere questo concetto si articola lungo due principi di fondo: la migliore flex-security europea e l'universalità dei diritti fondamentali di cittadinanza, in particolare il welfare orientato a promuovere il benessere di tutto il nucleo famigliare, anche attraverso misure di conciliazione lavoro-famiglia.

I capisaldi della strategia democratica sono l'incentivazione del contratto a tempo indeterminato, la graduale introduzione di una base di "diritti di cittadinanza" per tutte le forme di lavoro, l'integrazione delle pensioni delle future generazioni, il ripristino ed allungamento dell'intervallo per la scelta dell'età pensionabile e l'allineamento per uomini e donne, l'introduzione di un reddito minimo sul modello "Solidarietà Attiva", la trasformazione dell'indennità di maternità in diritto di cittadinanza, l'esclusione dal prezzo degli appalti del costo del lavoro e delle misure di sicurezza. Ma non solo. Nella mozione approvata oggi, il Pd ha parlato di "recepimento della direttiva europea" per il contrasto al lavoro dei migranti senza regolare permesso di soggiorno, di revisione della normativa sull'immigrazione per promuovere l'ingresso regolare per lavoro, di prolungamento del permesso di soggiorno per i lavoratori migranti disoccupati entrati in modo regolare.

Per quanto riguarda il contratto d'apprendistato, il Pd ne propone "una riforma per incentivare formazione effettiva ed adeguata ai fabbisogni delle imprese, allungare il 'periodo di prova' in rapporto alla natura delle mansioni assegnate, introdurre il diritto alla formazione permanente come diritto soggettivo nella società della conoscenza e il potenziamento delle politiche attive per il lavoro".

Giustizia. Il programma per la giustizia si chiama "Costituzione repubblicana". L'obiettivo consiste nella piena attuazione del modello di giurisdizione e del sistema di garanzie contenuti nella nostra Carta fondamentale. Le proposte riformatrici del Partito "mirano a realizzare l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge". E sul tema della giustizia, il Pd ha sottolineato alcune "emergenze" da affrontare al più presto. Le cause civili attualmente pendenti sono infatti più di 5 milioni (con una crescita media annua del 7,5 per cento). "Per avere giustizia oggi un cittadino deve attendere anche fino a sette anni e mezzo - spiega Bersani - e, una volta giunta la sentenza, questa risulta spesso priva di qualsiasi effetto positivo per chi intendeva far valere un proprio diritto. Il Pd vuole unificare e semplificare i riti processuali".

Il Pd propone una revisione della geografia giudiziaria e delle dimensioni degli uffici giudiziari. Per fare ciò sarà necessario individuare una rete omogenea di tribunali ordinari secondo criteri obiettivi di prossimità di tipo socioeconomico e territoriale, con particolare attenzione alle zone di forte criminalità organizzata, a quelle con intensa densità abitativa e ove vi sia una rilevante domanda di giustizia. Sulle carceri c'è poi la proposta di ampliare la tipologia delle misure alternative alla pena detentiva in favore di quelle supportate da progetti volti al reinserimento sociale, fondati su attività di giustizia riparativa a favore delle vittime dei reati o da programmi di istruzione, di formazione professionale e di inserimento lavorativo. Il Pd propone anche di semplificare il regime delle notifiche, neutralizzare gli effetti di tutte le disposizioni che si risolvono in una dilatazione dei tempi del processo. L'idea è di ampliare l'utilizzo della polizia giudiziaria territorialmente competente in sostituzione degli ufficiali giudiziari.

L'indipendenza dell'ordine giudiziario. "E' necessario, dopo l'imminente rinnovo, un nuovo intervento del Parlamento affinché il Consiglio superiore della magistratura possa esprimere con pienezza di poteri il suo ruolo di organo costituzionale". Il Pd rilancia la proposta di riforma del sistema elettorale per "attenuare l'influenza delle correnti nelle designazioni dei posti" e propone il tema dell'incandidabilità dei magistrati nelle istituzioni elettive, estendendo alle elezioni regionali ed europee quanto già previsto per le elezioni politiche.

Università e ricerca. Si parte da un'autocritica: "Le politiche dei governi di centrosinistra non sono esenti da colpe". L'obiettivo del Partito diventa quindi quello di costruire un'università che valorizzi i punti di forza dell'Italia e che sappia connettere il Paese con l'estero attraendo immigrazione qualificata. Propone inoltre di creare un'Agenzia nazionale indipendente per il finanziamento della ricerca pubblica, di ringiovanire la classe docente, eliminare il blocco del turn-over e anticipare la data di pensionamento a 65 anni. Per i ricercatori, invece, si propongono "nuovi concorsi per i primi 6 anni, dotazioni di start-up e riduzione del divario dello stipendio con gli ordinari. Spazi di liberalizzazione dei compensi con incentivi legati alla qualità dell'attività didattica e di ricerca. Contratto unico per i ricercatori in formazione, con diritti sociali, previdenziali ed economici certi".

Il Pd propone un diritto allo studio "mobile", con il potenziamento delle residenze universitarie e i contributi all'affitto per studenti fuorisede; credito di studio universale, opportunità e responsabilità nell'orientamento perché "un liceale deve sapere dove andare per prepararsi al meglio, e uno studente deve sapere che, se andrà fuoricorso, le sue tasse aumenteranno".

Sugli investimenti l'idea è di raggiungere in dieci anni la spesa media degli altri Paesi europei (dallo 0,8% all'1,3% del PIL); detassare le donazioni e gli investimenti privati per le università e di intervenire sui rapporti tra Università e sistema sanitario, a partire dalla ripartizione dei costi e la gestione dei servizi di assistenza clinica.

Politiche di immigrazione selettiva. Double appointment per docenti di riconosciuta alta qualificazione; bandi per posizioni universitarie chiari, anche in inglese; istituzione di un fondo per visiting scholars e visiting professors in co-finanziamento con regioni e privati. E ancora. Valorizzazione del dottorato di ricerca, agevolazioni fiscali per le imprese che assumono dottorandi come consulenti, coordinamento dei programmi specifici per le scuole con le regioni; una quota di programmi Rai alla scienza e all'innovazione, l'attivazione di corsie preferenziali per le borse di studio degli studenti delle facoltà scientifiche e per il finanziamento dei progetti di ricerca in settori strategici.

Green economy. Ambiente ed economia non sono in contraddizione. Il Pd pensa ad uno sviluppo del settore agroalimentare. Per il partito, l'economia verde deve essere al centro della politica industriale, di sviluppo nazionale. Una chiave, questa, per uscire dalla crisi economica e creare nuovi posti di lavoro. Le amministrazioni locali "devono avere un ruolo guida nel rendere concreto questo modello di sviluppo e consentendo il finanziamento di spese per investimento e in particolare quelle relative a investimenti che migliorino l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale". Per il Pd sarà prioritario un piano nazionale di messa in sicurezza del territorio, un piano complessivo di riassetto idrogeologico che abbia finanziamenti adeguati. Non solo. "In generale va ripensato il rapporto tra città e territorio circostante e rivisto il meccanismo degli oneri concessori che, in assenza pressoché totale di altre risorse certe, spinge i comuni a favorire un uso eccessivo del territorio. La leva fiscale può essere usata in modo virtuoso con incentivi chiari come il ripristino dello sgravio del 55% per le riqualificazioni energetiche che deve essere rifinanziato e reso stabile e con l'introduzione di una carbon tax che consenta di spostare l'onere della tassazione dalle persone e dal lavoro alle cose e in particolare al consumo di energia ad alto impatto ambientale".

Europa. Il Partito democratico sente "il dovere di combattere e contrastare le derive antieuropee e populiste a cui anche l'Italia rischia di essere esposta" e rilancia la costruzione del "governo economico europeo" indispensabile per difendere l'euro e la costruzione, ex novo, di un Fondo Monetario Europeo che vigili sulla stabilità finanziaria, agisca da prestatore di ultima istanza e si autofinanzi tramite la sua attività di prestito. Il Pd lancia un Piano Europeo per il lavoro e la società della conoscenza "la più efficace terapia per risanare i conti pubblici é tornare a crescere".

Ma non solo. Tra i punti elencati nella mozione "Europa" c'è anche la proposta di creare nuove fonti di finanziamento dei beni pubblici europei: infrastrutture, energia e ambiente, ricerca. Completare il mercato interno, anche sul piano del coordinamento fiscale e del nuovo regime di regolazione e vigilanza di tutti i mercati finanziari europei e dare vita ad un'autorità europea unica responsabile della vigilanza dei mercati finanziari. Il Pd vuole un'Europa "federale e politica" capace di cogliere le opportunità offerte dal Trattato di Lisbona e che si porti a termine il percorso di integrazione della Croazia andando nella direzione di una inclusione europea di Ankara.

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