mercoledì 26 maggio 2010

Legge finanziaria


“Questa non è una finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme”. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha messo le carte in tavola presentando ieri in mattinata la manovra economica 2011-2012 da 24 miliardi ai rappresentanti di enti locali e Regioni, riuniti a Palazzo Chigi. Ha ammesso che non sarà una passeggiata e che ognuno dovrà fare la propria parte per risanare i conti del Paese ed evitare il “rischio Grecia”, come ha sottolineato Gianni Letta. Il confronto è proseguito poi con le parti sociali, imprese e sindacati, e solo nel tardo pomeriggio è arrivato il varo del testo da parte del Consiglio dei ministri. Sì condizionato da Confindustria (“se la manovra va nella direzione del taglio della spesa pubblica e se comincia anche a dare risposte sulla produttività, allora si tratta di un intervento positivo per il paese”, avrebbe commentato a caldo la numero uno degli imprenditori Emma Marcegaglia), segnali positivi - in attesa di un giudizio più compiuto, che sarà possibile quando si disporrà del testo definitivo - da Cisl e Uil, che mettono l’accento sull’importanza delle novità in tema di lotta all’evasione fiscale. Le parti sociali - con l’eccezione della Cgil, pronta però a riconoscere che “alcuni punti si possono apprezzare”, dunque non in procinto di salire sulle barricate - non bocciano la manovra che è stata illustrata loro dal governo. Tra le prime misure (che in serata hanno avuto anche l’approvazione della Ue) che il titolare il via XX Settembre illustra c’è quella sui dipendenti pubblici che non avranno “un euro in più in busta paga”. Avranno tutti il congelamento triennale generale delle retribuzioni.

Proposta che lascia particolarmente inquieto soprattutto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani (“sarà colpito il dipendente che guadagna 1500 euro, non chi ha un reddito di un milione”). Non solo: nei tagli incappano anche gli stessi dipendenti di Palazzo Chigi, dove si svolgono gli incontri, che si radunano in cortile e rivolgono al ministro un ironico “bravo! bravo!” con tanto di applauso. Dure sulla manovra le prese di posizione di Pierluigi Bersani (“La favola è finita”) e del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani: “È una manovra insostenibile per le ricadute che avrà e per i servizi ai cittadini che le Regioni devono erogare”. Il segretario del Pd non fa sconti al governo: “Ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, invece non è vero niente. La Grecia non c’entra nulla: è un problema nostro. E non vedo riforme - ha detto da Pechino, dove partecipa al forum Europa-Cina -. Questa è una manovra depressiva, è solo un giro di specchi. Non si affronta nulla di strutturale, tagli indiscriminati e nessuna crescita”. Meno soldi per le auto blu, ma anche per le mostre e i convegni e poi divieto di spendere soldi per le sponsorizzazioni: la manovra messa a punto dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti punta a ridurre la spesa nella pubblica amministrazione a partire, è il leit motiv, dagli ’sprechi’. La sforbiciata colpirà anche le risorse destinate ai dicasteri e gli stessi stipendi dei colleghi di governo. “I tagli alla pubblica amministrazione - dice infatti il titolare del Tesoro - ci saranno cominciando dai ministri”. Le uniche voci che si ’salvano’ dalla sforbiciata (-10%) prevista dal decreto legge predisposto da via XX Settembre sono infatti il fondo ordinario delle università e quelli per l’informatica, la ricerca e il 5Xmille. Tutti gli altri dicasteri dovranno inaugurare una stagione di risparmi seppure con una certa dose di autonomia nel decidere dove effettuare i tagli.

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