domenica 9 maggio 2010
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RIMINI - Guglielmo Epifani resta segretario generale della Cgil. Al termine del XVI congresso della più grande confederazione sindacale italiana, il nuovo comitato direttivo gli conferisce 120 voti favorevoli su 148 votanti, 17 i contrari, 8 gli astenuti, 3 le schede bianche. Epifani resterà in carica fino al 20 settembre, quando scadrà dopo otto anni il suo secondo mandato. Il successore più probabile è il segretario confederale Susanna Camusso. Prima della conferma, Epifani incassa anche l'approvazione della mozione di maggioranza, di cui è primo firmatario. Il documento I diritti e il lavoro oltre la crisi passa con 738 sì (l'82%) e 162 no su 902 votanti. Due gli astenuti.
Più della rielezione di Epifani, quasi una formalità, pesa il discorso con cui il leader della Cgil chiude il congresso. Un'analisi di ampio raggio, abbracciando la politica del governo in tema di lavoro, gli effetti e l'interpretazione della crisi, il tema dell'unità sindacale. Duro il monito di Epifani a un governo che "ha usato la crisi per indebolire i diritti dei lavoratori e delle persone". "Ora si fermi e compia un atto di responsabilità e saggezza", l'appello del segretario Cgil.
Parlando all'assemblea, Epifani cita la vicenda dell'arbitrato per segnalare il rischio di smantellamento dei diritti del lavoro: "La Cgil", dice, "si opporrà con tutte le sue forze e capacità di mobilitazione. Chiedo al governo di fermarsi un attimo e chiedo se anche il governo non possa sentire di fare un gesto di responsabilità sociale e nazionale molto forte e fermare questa costruzione legislativa di smantellamento dei diritti".
A proposito della crisi, parola che torna più volte nel discorso del segretario, Epifani usa toni drammatici, definendola "epocale" e "davvero grave". "C'è qualcuno che ha imbonito il Paese - accusa il segretario Cgil -, e io mi chiedo come si possa sentire chi ha detto che era passeggera e che il peggio sarebbe passato". Tra le cause della crisi, Epifani indica anche la debolezza della politica contro le speculazioni, "una simmetria che non viene affrontata".
Epifani sottolinea che "una crisi di queste dimensioni può portare a drammatizzazioni molto forti. Noi abbiamo avuto uno straordinario senso di responsabilità e capacità. Anche di fronte a questo secondo tempo della crisi, dobbiamo usare la stessa intelligenza e responsabilità nazionale. Prima della nostra responsabilità, che comunque c'è e ci sarà, ci vorrebbe però un atto di responsabilità e saggezza da parte del governo".
La saggezza del governo, stando ad Epifani, non si esprime in una manovra correttiva sui conti pubblici annunciata per il 2011-2012, aggravata, dal punto di vista del sindacato, dal timore che vada a pesare "sull'andamento dei redditi e sulla condizione dei consumi". "Quanto parla il silenzio di Tremonti e il rumore pesante di una manovra correttiva approvata in questo silenzio" sottolinea Epifani, tornando a chiedere il confronto con l'esecutivo. "Una manovra tra i 25 e i 30 miliardi - spiega - dovrà avere qualche contenuto. Se non cambia la qualità delle scelte, la manovra ha effetti già definiti. Non mi stupirei se vi fossero contenuti tagli agli enti locali, tagli ai salari dei dipendenti pubblici, a ricerca, scuola e sanità".
Il discorso di Epifani affronta quindi il tema della frantumazione della risposta dei sindacati di fronte a sfide di questa portata. Il segretario parla di una Cgil pronta a riprendere il filo del dialogo con Cisl e Uil, interrotto perché si sono fatti accordi separati. "E' giusto - afferma Epifani - che il segretario della Cisl venga qui e dica che vuole riprendere un filo comune, unitario. La Cgil dica tutta insieme che è pronta, così come lo è sempre stata. E se non è stato così è perché non ce l'hanno consentito". Ma l'idea di "andare soli" anche in futuro non spaventa la Cgil. Epifani ribadisce "la capacità della nostra organizzazione di stare in campo anche quando gli altri si muovono in un'altra direzione, con tutti i rischi che questa scelta comporta e con il rigore rispetto ai nostri valori e sentimenti più profondi".
In conclusione, il segretario Cgil, visibilmente emozionato, si sofferma sulla sua esperienza di leader. "E' stato un grande onore aver rappresentato la Cgil - dice Epifani, interrotto dagli applausi -, nella quale coltivare e continuare a mantenere la speranza".
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