La sentenza della Consulta di bocciare il Lodo Alfano suona come uno schiaffo violento, una sconfessione impietosa dell'operato del presidente della Repubblica. Questo è l'aspetto politicamente più rilevante, più ancora della sconfessione di un passo fondamentale per Silvio Berlusconi. Mai, mai nella storia repubblicana è avvenuto che un presidente della Repubblica abbia promulgato una legge, motivando la decisione con un testo esplicativo e che la Corte abbia sconfessato seccamente e in pieno le sue motivazioni. Napolitano infatti aveva a suo tempo promulgato al legge, accompagnandola con un testo scritto in cui affermava che essa recepiva le indicazioni della Corte Costituzionali sul tema (quando aveva bocciato il Lodo Schifani) e che non era necessaria una Legge Costituzionale. Oggi, la Consulta dice l'opposto: il Lodo Alfano viola la Costituzione (sul punto dell'eguaglianza tra i cittadini di fronte alla legge) e che comunque doveva essere contenuto in una legge costituzionale. Un vero e proprio Ko tecnico che apre una pesantissima e rovente crisi istituzionale tra la presidenza e la Corte Costituzionale. Crisi istituzionale - si può immaginare l'ira di Napolitano - che condizionerà l'evoluzione della crisi politica che comunque questa bocciatura rischia di far scoppiare. Al momento, la maggioranza su cui si regge Berlusconi non scricchiola, perché non solo Bossi, ma anche Fini si sono schierati contro una crisi di governo e gli hanno dichiarato solidarietà. Ma anche se la crisi dovesse deflagrare, è certo che Napolitano la condurrà imparzialmente - come sempre - ma anche schiacciato da questa scottatura al fianco di Berlusconi stesso. Peraltro, la crisi politica, non dovrebbe essere traumatica, anche perché l'opposizione è in stato comatoso. Solo Casini e Di Pietro sono vivi e vegeti, il Pd invece è in stato di coma provvisorio sino a fine mese, privo come è di una direzione politica e lacerato come si ritrova nella competizione tra Bersani e Franceschini. Traumatica invece è, lo ribadiamo, la crisi istituzionale e da questa, se conosciamo bene Napolitano e il suo carattere, scaturiranno non poche sorprese.
mercoledì 7 ottobre 2009
La bocciatura
La Consulta sbeffeggia Napolitano di Carlo Panella
La sentenza della Consulta di bocciare il Lodo Alfano suona come uno schiaffo violento, una sconfessione impietosa dell'operato del presidente della Repubblica. Questo è l'aspetto politicamente più rilevante, più ancora della sconfessione di un passo fondamentale per Silvio Berlusconi. Mai, mai nella storia repubblicana è avvenuto che un presidente della Repubblica abbia promulgato una legge, motivando la decisione con un testo esplicativo e che la Corte abbia sconfessato seccamente e in pieno le sue motivazioni. Napolitano infatti aveva a suo tempo promulgato al legge, accompagnandola con un testo scritto in cui affermava che essa recepiva le indicazioni della Corte Costituzionali sul tema (quando aveva bocciato il Lodo Schifani) e che non era necessaria una Legge Costituzionale. Oggi, la Consulta dice l'opposto: il Lodo Alfano viola la Costituzione (sul punto dell'eguaglianza tra i cittadini di fronte alla legge) e che comunque doveva essere contenuto in una legge costituzionale. Un vero e proprio Ko tecnico che apre una pesantissima e rovente crisi istituzionale tra la presidenza e la Corte Costituzionale. Crisi istituzionale - si può immaginare l'ira di Napolitano - che condizionerà l'evoluzione della crisi politica che comunque questa bocciatura rischia di far scoppiare. Al momento, la maggioranza su cui si regge Berlusconi non scricchiola, perché non solo Bossi, ma anche Fini si sono schierati contro una crisi di governo e gli hanno dichiarato solidarietà. Ma anche se la crisi dovesse deflagrare, è certo che Napolitano la condurrà imparzialmente - come sempre - ma anche schiacciato da questa scottatura al fianco di Berlusconi stesso. Peraltro, la crisi politica, non dovrebbe essere traumatica, anche perché l'opposizione è in stato comatoso. Solo Casini e Di Pietro sono vivi e vegeti, il Pd invece è in stato di coma provvisorio sino a fine mese, privo come è di una direzione politica e lacerato come si ritrova nella competizione tra Bersani e Franceschini. Traumatica invece è, lo ribadiamo, la crisi istituzionale e da questa, se conosciamo bene Napolitano e il suo carattere, scaturiranno non poche sorprese.
La sentenza della Consulta di bocciare il Lodo Alfano suona come uno schiaffo violento, una sconfessione impietosa dell'operato del presidente della Repubblica. Questo è l'aspetto politicamente più rilevante, più ancora della sconfessione di un passo fondamentale per Silvio Berlusconi. Mai, mai nella storia repubblicana è avvenuto che un presidente della Repubblica abbia promulgato una legge, motivando la decisione con un testo esplicativo e che la Corte abbia sconfessato seccamente e in pieno le sue motivazioni. Napolitano infatti aveva a suo tempo promulgato al legge, accompagnandola con un testo scritto in cui affermava che essa recepiva le indicazioni della Corte Costituzionali sul tema (quando aveva bocciato il Lodo Schifani) e che non era necessaria una Legge Costituzionale. Oggi, la Consulta dice l'opposto: il Lodo Alfano viola la Costituzione (sul punto dell'eguaglianza tra i cittadini di fronte alla legge) e che comunque doveva essere contenuto in una legge costituzionale. Un vero e proprio Ko tecnico che apre una pesantissima e rovente crisi istituzionale tra la presidenza e la Corte Costituzionale. Crisi istituzionale - si può immaginare l'ira di Napolitano - che condizionerà l'evoluzione della crisi politica che comunque questa bocciatura rischia di far scoppiare. Al momento, la maggioranza su cui si regge Berlusconi non scricchiola, perché non solo Bossi, ma anche Fini si sono schierati contro una crisi di governo e gli hanno dichiarato solidarietà. Ma anche se la crisi dovesse deflagrare, è certo che Napolitano la condurrà imparzialmente - come sempre - ma anche schiacciato da questa scottatura al fianco di Berlusconi stesso. Peraltro, la crisi politica, non dovrebbe essere traumatica, anche perché l'opposizione è in stato comatoso. Solo Casini e Di Pietro sono vivi e vegeti, il Pd invece è in stato di coma provvisorio sino a fine mese, privo come è di una direzione politica e lacerato come si ritrova nella competizione tra Bersani e Franceschini. Traumatica invece è, lo ribadiamo, la crisi istituzionale e da questa, se conosciamo bene Napolitano e il suo carattere, scaturiranno non poche sorprese.
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