martedì 3 marzo 2009

Sussidio

Disoccupati, il Pd insiste: "Il sussidio sia per tutti". Lega: "Stop a immigrati"

Roma
- Proposte opposte. Risposte diverse. La politica di fronte alla crisi economica si spacca e si attorciglia. Franceschini chiede il "salario garantito" ai disoccupati, Letta e Casini sono d'accordo, ma solo dopo una riforma delle pensioni. Bersani si mette in coda, ma preferirebbe prima un intervento sull'evasione fiscale. D'accordo anche Di Pietro che suggerisce di pescare i fondi "dall'abolizione delle province". Il centrodestra sta alla finestra dopo il secco no del premier al sussidio di disoccupazione ("Inaccettabile, non ce lo possiamo permettere"), la richiesta di Brunetta di una riforma delle pensioni ("Ce lo chiede la Ue") e lo stop di Sacconi. Con le poche risorse a disposizione l'esecutivo cercherà di fare qualcosa di concerto con le parti sociali. Lo tetsimonia l'invito per domani a Palazzo Chigi alle 17,30. Tema dell’incontro: le politiche per l’economia sociale e di mercato con le 37 sigle rappresentative delle parti sociali. In questo movimento si installa la solita proposta "scoppientante" della Lega che, per concedere ammortizzatori sociali a tutti, chiede la chiusura delle frontiere.

Pd: "Salario ai disoccupati". Il governo è chiamato a riferire nell’aula del Senato sulla crisi economica. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, su richiesta del Pd. Sarà una prossima capigruppo a stabilire la data per le comunicazioni dell’esecutivo. Lo ha riferito il vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, sottolineando come "il Paese sia di fronte a una crisi gravissima, di proporzioni tali da richiamare quella del ’29, il Senato dev’essere informato e il governo ha l’obbligo di farlo". Il Pd ha chiesto che sia il presidente del Consiglio a spiegare l’andamento della crisi economica, essendo il responsabile dell’esecutivo. I democratici, intanto, presenteranno nel pomeriggio una mozione che definisce la proposta del salario per chi ha perso il lavoro e su questo chiederanno un dibattito a Palazzo Madama.

Il Pdl: "Bluff di Franceschini". Sul sussidio per chi perde il lavoro il segretario del Pd "gioca con carte truccate", il suo rilancio è "un bluff" e la proposta si conferma "propagandistica". Lo sostiene il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Franceschini gioca con carte truccate. Infatti, sulla base delle risorse esistenti, il governo ha raschiato il barile, anche con l’accordo con le Regioni, per recuperare il massimo di risorse possibili per gli ammortizzatori sociali nei confronti di una serie di categorie. Personalità politiche più serie, che non fanno propaganda, ma parlano di politica economica reale, come Enrico Letta e Pier Ferdinando Casini, collegano l’assegno per i disoccupati a una riforma delle pensioni. Ma, su questo, il Pd subito si spacca perché, invece, Bersani oppone alla riforma delle pensioni la lotta all’evasione fiscale, che non dà grandezze economiche certe e immediate. E se la Confindustria è d’accordo sulla riforma cosa pensano di tutto ciò i sindacati?".

Lega: "No agli immigrati" Di fronte all’inasprirsi della crisi la Lega Nord chiede uno stop a nuovi immigrati, per attribuire i posti di lavoro ai disoccupati italiani: "Noi diciamo - afferma il capogruppo del Carroccio alla Camera, Roberto Cota - sostegno agli ammortizzatori sociali; stop all’arrivo di nuovi immigrati, perché prima dobbiamo reimpiegare i lavoratori italiani che hanno perso il posto e riforme strutturali, che consentano di abbassare la pressione fiscale". Per quanto riguarda la proposta del Pd di un assegno ai disoccupati, Cota osserva: "Franceschini dice una cosa, Letta e Bersani ne dicono altre. E poi, gli ammortizzatori sociali esistono già e sono stati fortemente finanziati dal governo".

L'Idv: "Fondi da abolizione delle province". "L’Italia dei Valori mette al primo posto la necessità di trovare risorse per agli assegni a coloro che non lavorano. Per questo serve un intervento a favore dell’abolizione degli sprechi come ad esempio le province e tutti gli enti pubblici di secondo livello. Un risparmio pari a 10 miliardi di euro". Questa la proposta del leader dell’Idv Antonio di Pietro. "Dall’abolizione delle province si possa arrivare a una cifra tra i 6 e gli 8 miliardi. A questi - prosegue - si aggiungerebbero i soldi risparmiati abolendo le diverse società per azioni che si sono sviluppate nei Comuni. Poi - aggiunge - andrebbero fatti degli interventi di buoncostume per i deputati che votano per altri 3 colleghi fregandosi 250 euro al giorno oppure la norma approvata in Senato che consente ai senatori di pagare un pranzo 1,50 euro".

1 commenti:

Anonimo ha detto...

La crisi nella peggiore delle ipotesi porterà a 1 milione di disoccupati. In Italia lavorano oltre 3 milioni di immigrati. Il blocco dei flussi non basta. Bisogna avere il coraggio di dire che il reintegro degli italiani disoccupati AVVENGA RIASSEGNANDO AI CONNAZIONALI I POSTI DI LAVORO OGGI OCCUPATI DAGLI STRANIERI!

Salvo una infima minoranza di perseguitati, la nostra immigrazione, nella parte non delinquenziale, è di origine ECONOMICA, ovvero lo straniero viene qui scommettendo di costruirsi un futuro migliore. Che paghino anche loro il prezzo della crisi, come già stanno facendo gli italiani!

Dovrebbe essere stilato un elenco delle occupazioni attualmente svolte dagli stranieri, da sottoporre agli italiani disoccupati, e in caso di loro scelta (voglio vedere se ancora ci saranno "i lavori che gli italiani..."), allo straniero si dà un congruo preavviso (1 mese), un risarcimento economico (3 mesi di stipendio), si paga il volo e FUORI DALLE BALLE!

Quanto all'altra emerita cazzata degli "immigrati che producono il 10% del PIL", premesso che producono anche il 40% della delinquenza, resta da dire che GLI STRANIERI I SOLDI NON LI SPENDONO MA LI MANDANO NEI LORO PAESI!

Andate a vedere i MILIARDI DI EURO di rimesse che ogni anno vengono drenati dal nostro sistema economico (mi pare un buon 2-3% di PIL...). Sono tutte risorse che se restassero ai lavoratori italiani, verrebbero spese sul territorio, e darebbero A COSTO ZERO quella accelerazione ai consumi necessaria per uscire dalla crisi!

Riducendo l'immigrazione si può ottenere la completa ammortizzazione occupazionale della crisi, un intervento di sostegno ai consumi pari al 2% del PIL che non costa nulla alle casse statali, oltre ovviamente al dimezzamento della delinquenza...

L'unico contraccolpo sarebbe una caduta degli utili delle fabbriche di BIRRA... :)

ITALIANI SVEGLIATEVI!