giovedì 5 marzo 2009

Stupro

Scontro tra gli indiziati. Alemanno: no alla giustizia sommaria. Stupri, Racz attacca Loyos. "Sta coprendo altri due romeni" di Paolo G. Brera

ROMA - "Lo sa perché Alexandru ha accusato me? Perché aveva paura. Lui aveva una gran fifa di due ragazzi romeni come noi; due tipi che conoscevo anche io, sì, ma solo di vista. Secondo me loro c'entrano eccome, con lo stupro della Caffarella. E io li saprei riconoscere, se me li facessero vedere: uno era più basso persino di me". Carcere di Regina Coeli, settima sezione: Karol Racz, il ragazzo romeno "con la faccia da pugile" accusato di avere rapinato e stuprato una 14enne a San Valentino, nel Parco della Caffarella a Roma, è recluso lì dal 18 febbraio. È a due celle di distanza da Alexandru Isztoika Loyos, il "biondino" che lo ha accusato e poi ha ritrattato tutto. Per due settimane Karol "Faccia da pugile" non ha potuto parlare con nessuno. Ieri lo ha fatto due volte, sfogandosi nell'unica lingua che conosce: il romeno. Prima col suo avvocato, Lorenzo La Marca, assistito da un interprete; poi con il deputato radicale Marco Beltrandi, che ha visitato i detenuti del carcere con un'assistente romena per verificarne le condizioni. "Quei due lo avevano terrorizzato - si sfoga Racz - e Alexandru era già in debito con loro. Una cosa vecchia, una storia che non è nemmeno cominciata in Italia. Avevano dei conti in sospeso. Se lui ha accusato me, sono convinto lo abbia fatto per proteggere loro. Io non ho fatto niente. In Romania ho vissuto sempre in un orfanotrofio. Non ho moglie, non ho figli, non ho nessuno. Sono venuto in Italia tre anni fa, ho vissuto un po' a Livorno e poi sono tornato all'estero. Un anno e mezzo fa sono rientrato a Roma, ma da un po' mi ero trasferito di nuovo a Livorno. È solo un caso se in quei giorni ero a Roma, nelle baracche". "A Livorno stavo in una roulotte. La notte che sono venuti a prendermi stavo dormendo, sono entrati i poliziotti romeni e mi hanno riempito di botte. Poi sono arrivati quelli italiani, e giù altre botte. Mi hanno trasferito a Roma, e gli investigatori mi hanno picchiato di nuovo". Quando è arrivato a Regina Coeli era accompagnato da un verbale di pronto soccorso, ed era pieno di contusioni. Ha ancora una medicazione su un sopracciglio. "Cittadini in condizioni di debolezza affermano nuovamente di essere stati picchiati dagli investigatori, e indipendentemente dal reato di cui sono accusati ciò è inaccettabile", protesta l'onorevole Beltrandi. A Regina Coeli i due giovani sono nella stessa sezione in cui furono Coppola, Ricucci e Cecchi Gori. Le loro celle sono separate da quelle di due connazionali: uno degli stupratori di Guidonia e l'ubriaco che travolse un'auto uccidendone il guidatore in via Prenestina a Roma, e poi si infilò in un bar a farsi una birra. Racz, tuta e maglioncino di lana, braccia cortissime e muscolose, ha una telecamera puntata per controllare che non si faccia del male. Lo stesso il "biondino" Alexandru, che con l'italiano se la cava: "Sono stato picchiato e minacciato negli interrogatori - racconta al deputato radicale - prima dai poliziotti romeni e poi da quelli italiani. M'hanno fatto vedere una foto e mi hanno chiesto se lo conoscevo: certo che lo conoscevo! Era Racz. Io non l'avevo mica accusato di niente... ma mi hanno riempito di botte, e mi hanno costretto a dire che ero stato io". Secondo gli inquirenti, il biondino è stato riconosciuto "senza ombra di dubbi" dalla ragazzina stuprata, e Racz è stato individuato tra 7 foto segnaletiche. Le indagini ora puntano sul "cellulare sequestrato a Alexandru, privo di sim", e sui riscontri biologici allargati al fidanzatino: ieri gli è stato prelevato il Dna per confrontarlo con gli oggetti e i loro vestiti. I due romeni saranno interrogati ancora nei prossimi giorni. Lunedì il Riesame dovrà decidere se confermare gli arresti: gli inquirenti porteranno la videoconfessione di Alexandru. E il sindaco di Roma Alemanno avverte: "Niente giustizia sommaria".

Caffarella, Racz fermato per stupro a Primavalle

Roma - A Karol Racz, uno dei due romeni accusati dello stupro nel parco della Caffarella, è stata notificata un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere, questa volta per lo stupro della donna di 41 anni avvenuto la sera del 21 gennaio scorso in via Andersen, nel quartiere romano di Primavalle. La misura restrittiva è stata firmata dal gip Silvia Castagnoli su richiesta del pm Nicola Maiorano. Alla base del provvedimento il riconoscimento di Racz effettuato dalla donna come uno dei due stupratori.

L'incidente probatorio. La ricognizione è avvenuta in gran segreto nei giorni scorsi è si è tenuta sotto forma di incidente probatorio, l’istituto del codice che consente ad un atto istruttorio di assumere il valore di prova in un eventuale processo. Nei prossimi giorni Racz sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia per rispondere anche dell’episodio di via Andersen. Quando fu interrogato dal gip Valerio Savio per lo stupro della Caffarella, Racz si difese sostenendo: "Queste cose non le faccio, per carità non le ho mai fatte".

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche oggi, le risorse di cui l'Italia ha bisogno, hanno dato il loro contributo al benessere collettivo

MILANO
Ecuadoriano nullafacente, pluripregiudicato e clandestino (ma ovviamente ancora qui) ha stuprato la figlia 14enne della convivente, mettendola incinta

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NAPOLI
Cameriere slavo regolare (quelli che quando lavorano non delinquono) mentre serve i pasti al ristorante, segue in bagno una bambina e la molesta sessualmente

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QUESTE BESTIE... TUTTI FUORI DALLE BALLE!