martedì 3 marzo 2009

Stupri

La donna violentata a Primavalle riconosce Racz con qualche incertezza. Stupro nel parco, i dati del test «Il Dna non è dei due romeni». Ma la vittima della Caffarella insiste: per me sono loro. La giovane ha riferito di aver sentito frasi in italiano, ma Racz parlerebbe solo in dialetto romeno

ROMA
— Il Dna non corrisponde. I test comparativi tra i reperti biologici trovati addosso alla vittima e i profili genetici di Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz, i due romeni arrestati per lo stupro avvenuto nel parco della Caffarella a Roma, danno esito negativo. La polizia scientifica effettuerà ulteriori verifiche, ma l'esito appare ormai scontato. Tutto da rifare, dunque. L'indagine per individuare gli uomini che la sera di San Valentino violentarono una ragazzina di 15 anni e picchiarono il suo fidanzato di 16, deve ripartire. Nuovi accertamenti anche per l'altra violenza, quella avvenuta il 21 gennaio a Primavalle. Resta in piedi l'accusa contro Racz, ma la signora di 41 anni bloccata alla fermata dell'autobus da due uomini avrebbe avuto incertezze al momento del riconoscimento e dunque sarà necessario effettuare altri riscontri per capire che cosa avvenne quella sera. Non mostra invece ripensamenti, pure di fronte alle ultime novità, la quindicenne: «Io li ho riconosciuti e non ho dubbi. Per me sono loro», ha ripetuto ai familiari. Nei prossimi giorni il Tribunale del Riesame si dovrà pronunciare sull'istanza di libertà presentata dai due indagati per la brutale aggressione della Caffarella. Karol Racz, il romeno arrestato a Livorno mentre viene trasferito in carcere dalla Quetura di Roma, in una immagine del 18 febbraio 2009. Ma non è escluso che lo stesso pubblico ministero sia costretto a chiederne la remissione in libertà, di fronte alla relazione conclusiva degli esperti scientifici. Anche perché ci sono numerose incongruenze nella ricostruzione della vicenda, soprattutto per quanto riguarda l'incrocio degli elementi a carico degli stranieri. Lo stesso magistrato potrebbe disporre accertamenti anche sul Dna del fidanzato al fine di escludere eventuali contaminazioni. È vero che Loyos ha inizialmente confessato e accusato il suo amico. Ma quando è stato portato davanti al giudice, assistito dall'avvocato Giancarlo Di Rosa, ha ritrattato accusando la polizia di averlo costretto a parlare. Racz ha invece negato sin dall'inizio di aver partecipato allo stupro sostenendo che il giorno di San Valentino è stato sempre nell'accampamento dove vive. «Ho persone che possono testimoniare», ha detto. Effettivamente gli altri nomadi hanno confermato la sua versione, ma non è questo ad alimentare dubbi sul suo coinvolgimento. Sono soprattutto le testimonianze dei due ragazzi, così come riportate nell'ordinanza di custodia cautelare, ad avvalorare l'ipotesi che ci sia stato uno scambio di persona. La giovane vittima ha riferito frasi pronunciate in italiano dai due violentatori, ma Racz non conoscerebbe affatto la nostra lingua. «Anche con me — conferma il suo avvocato Lorenzo La Marca — comunica attraverso l'interprete». L'altro elemento riguarda i riconoscimenti fotografici. Quando sono stati portati in questura i due fidanzati hanno visionato dodici immagini e la ragazzina ha effettivamente indicato quella di Loyos. Entrambi hanno poi identificato quella di Racz, ma in precedenza lei aveva riconosciuto un altro romeno risultato invece estraneo alla vicenda. Del resto la prima descrizione dell'aggressore fatta dalla giovane disegnava il volto di «un uomo con i capelli lunghi e il naso schiacciato», ma nessuno dei due romeni arrestati corrisponde a questo identikit. Entrambi erano stati ripresi in un video girato dalla polizia nell'accampamento durante un controllo effettuato nei giorni precedenti e sono uguali al momento del fermo. Dubbi forti ci sono anche sulle indagini che riguardano la violenza di Primavalle. Le tracce biologiche rilevate sulla vittima non consentirebbero di effettuare esami comparativi sul Dna. E così il magistrato ha preso tempo prima di chiedere un'ordinanza d'arresto.

Fiorenza Sarzanini

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