ROMA - «Berlusconi non pensi di cavarsela con un no detto in conferenza stampa a Bruxelles. Un no infastidito, sbattuto in faccia non al Pd ma a centinaia di migliaia di persone che rischiano di perdere il lavoro».
«QUEL NO E' COME SE NON L'AVESSIMO SENTITO» - Ebbene, «quel no è come se noi non l'avessimo sentito: Berlusconi deve venire in Parlamento e dire alla sua maggioranza di votare contro il provvedimento che noi proporremo» sull'estensione a tutti i lavoratori degli ammortizzatori sociali. Così il segretario del Pd, Dario Franceschini, replica al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha liquidato con un no per mancanza di risorse, la proposta avanzata dal Pd.
DISOCCUPATI - «Non so perchè Silvio Berlusconi abbia indicato in 25 miliardi le risorse necessarie a finanziare l'assegno di disoccupazione per precari e lavoratori delle piccole imprese. Posso ipotizzare che lo ha fatto o per spaventare oppure perchè, ed è il motivo più terribile, lui sa che verranno licenziate 2,5 milioni di persone» ha poi aggiunto Francescini sottolineando la stima fatta dal presidente del Consiglio delle risorse necessarie per finanziare la misura proposta dal Pd in aiuto ai disoccupati e ai precari. «Siccome gli economisti hanno calcolato - dice Franceschini - che per ogni disoccupato ci vorranno 10 mila euro» per garantirgli l'assegno di disoccupazione «allora mi chiedo se Berlusconi non abbia buttato lì una cifra o se invece sia a conoscenza di informazioni che noi non abbiamo».
COALIZIONE - Poi Franceschini è tornato sul tema delle future possibili alleanze politiche del Pd. «Potremo riformare una coalizione ma non tornare indietro a coalizioni litigiose di 11 partiti. Non è mediocre rivendicare quanto abbiamo fatto - afferma Franceschini - il contenitore c'è, il mescolamento in alcuni casi è stato virtuoso , in altri meno ma non c'è più la divisione netta tra Ds e Dl. Poi ci sono stati dei limiti e io ho le stesse responsabilità di Veltroni e me le prendo tutte ma a Veltroni va dato il merito di aver fatto nascere il Pd». Ora, aggiunge il neo segretario, «bisogna radicare il partito e se il mescolamento ha funzionato non ha funzionato l'apertura a chi non appartiene a Ds e Dl».
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