venerdì 23 gennaio 2009

Le merde d'italia

Il pd: «Nel centro situazione drammatica: violati i diritti dell'uomo». Lampedusa, migliaia in piazza contro il centro espulsioni: scontri con polizia. Sciopero generale sull'isola, tensione tra il prefetto e il sindaco. Alcuni extracomunitari mescolati alla folla

LAMPEDUSA - Alta tensione a Lampedusa. A scatenare la rabbia e le proteste degli abitanti è la decisione del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di realizzare un Centro per l'identificazione e l'espulsione degli immigrati. Sull'isola è scattato lo sciopero generale proclamato dal consiglio comunale e dal comitato «Sos isole Pelagie». I manifestanti - circa 4 mila secondo gli organizzatori, 2.500 per le forze dell'ordine - hanno bloccato un pullman che stava trasportando un gruppo di 110 persone dal Cpa alla ex base Loran della Nato, dove è prevista la nuova struttura. Alcune decine di extracomunitari sono usciti dal Centro di prima accoglienza, mischiandosi ai manifestanti davanti alla struttura di contrada Imbriacola insieme al sindaco, Bernardino De Rubeis. Ci sono stati scontri con le forze dell'ordine si sono schierate in tenuta anti sommossa.

SCONTRI E TENSIONE - I manifestanti hanno impedito il passaggio di un'auto su cui viaggiava il prefetto Mario Morcone, il funzionario del Viminale che guida il Dipartimento immigrazione. Alcuni presenti hanno detto di essere stati caricati dalla polizia: feriti due ragazze e un minorenne, accompagnato alla Guardia medica dal padre che ha annunciato un'azione legale. Un episodio smentito dal questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, che coordina sull'isola i servizi di ordine pubblico e secondo cui non c'è stata alcuna carica. Diversa la posizione del sindaco De Rubeis: «Se qualcuno ha sbagliato, verrà denunciato - ha detto ai manifestanti -. So che l'agente che ha usato il manganello è stato identificato». Il sindaco ha invitato la popolazione «a non accettare provocazioni»: «Chi usato il manganello è un incosciente».

LITE PREFETTO-SINDACO - C'è stato anche uno scontro verbale tra il prefetto Morcone e De Rubeis, che accompagnava la delegazione del Pd al Cpa. Morcone si è lamentato con il capo della delegazione, il vice segretario del partito Dario Franceschini, della tensione creata tra gli ospiti del centro dalle incitazioni dei manifestanti all'esterno della struttura. De Rubeis è intervenuto a difesa della manifestazione ed è scoppiato un litigio in cui il prefetto lo ha definito «un ospite sgradito». In serata la situazione è tornata sotto controllo ma il sindaco ha sollecitato l'intervento dei carabinieri in sostituzione della polizia. «Stiamo tornando alla normalità - ha commentato il prefetto -, anche se c'è ancora un po' troppo movimentismo, soprattutto da parte delle autorità locali». Morcone conferma che la ex base Loran sarà predisposta per ospitare un Centro di identificazione ed espulsione, anche se vi sono ospitate un'ottantina di donne. Quanto alla discussione con il sindaco, il capo del Dipartimento commenta: «Non spetta a me dare giudizi. Ma mi sembra che ci sia troppo movimentismo, con comportamenti che hanno creato grossi problemi e impedito il ritorno alla normalità».

«STRUTTURA OPERATIVA» - Il ministro Maroni ha comunque confermato che il centro per l'identificazione e l’espulsione degli immigrati clandestini è ormai operativo. «Sono già stati trasferiti lì i primi extracomunitari per l'identificazione - ha detto Maroni -. Al Consiglio dei ministri ho fatto presente la decisione di mantenere i clandestini nell'isola, per rimpatriarli direttamente, e sono soddisfatto che si sia accolta la nostra linea di rigore». Il responsabile del Viminale ha spiegato che a Lampedusa ci sono al momento 1.677 extracomunitari: dal primo gennaio ne sono stati rimpatriati 150, tra egiziani e nigeriani.

LA DENUNCIA - Decine di extracomunitari, alla vista della delegazione del Pd e dei giornalisti in visita nel centro, si sono ammassati contro la recinzione chiedendo aiuto e denunciando di essere stati malmenanti dai carabinieri mentre tentavano di fuggire dal centro. «Pensavamo che l'Italia fosse il Paese delle libertà - racconta un tunisino di 31 anni - e invece ci tengono prigionieri qui dentro da 40 giorni. Dormiamo in 30 dentro una stanza, il cibo è scarso, i materassini su cui ci stendiamo sono bagnati fradici. Abbiamo pagato 1200 euro perché cercavamo un futuro». Il prefetto Morcone smentisce i maltrattamenti: «Non capisco a cosa si riferiscano. La disperazione porta a giocarsi qualsiasi partita». «Gli immigrati ci hanno detto che dentro li hanno trattati male - ha però rilanciato Salvatore Cappello di "Sos Pelagie" - non li fanno mangiare e altre cose gravi». Cappello ha poi affermato che «le tv presenti qui hanno ripreso tutto, vediamo se avranno il coraggio di mandare in onda le immagini». Duro il commento del vicesegretario del Pd, Dario Franceschini: «La situazione qui nel centro è drammatica: sono violati i più elementari diritti dell'uomo»

0 commenti: