martedì 27 gennaio 2009

Immigrazione selvaggia

Nelle piazze prove tecniche di invasione di Maria Giovanna Maglie

Oggi fra Lampedusa e Tunisi si decide del nostro futuro di Paese e Stato sovrano. O si forniscono risposte severe e inamovibili o la situazione precipita. Non sembri un’esagerazione, perché siamo già oltre la soglia del pericolo, e il tempo è poco. In meno di un mese gli episodi eversivi che smetteremo di definire spontanei sono aumentati scientificamente, e altrettanto scientificamente si sono diffusi, misurandosi con città e situazioni diverse. Le preghiere di massa alla Mecca, durante e al termine di manifestazioni di odio antisemita, hanno costruito le condizioni per le dimostrazioni nei Centri di permanenza temporanea strapieni di disperati della terra, ma anche di integralisti islamici, a Lampedusa e ieri anche a Massa. Non è che la seconda fase di un progetto che non è audace ma solo onesto definire di intimidazione, sottomissione e infine di invasione culturale, sociale, religiosa, politica. Partecipano attivamente al progetto i rappresentanti dei sedicenti centri sociali, le organizzazioni non governative, le associazioni più disparate, le sigle comuniste e pacifiste che da molti anni rincorrono la protesta estrema e la rivolta contro governi e forze dell’ordine come forme di battaglia politica. Partecipano pure, e duole constatarlo, gli esponenti di un’opposizione fiaccata e divisa, priva di qualunque idea progettuale, che si è ridotta a portavoce dell’islam, ad alzabandiera dei terroristi di Hamas, al logoro ritornello del rispetto del diverso, dell’accoglienza del rifugiato, recitato in litania sprezzante delle esigenze di sicurezza e delle aspirazioni all’identità dei cittadini italiani. Quando ha governato, il centro sinistra ha preso decisioni antipatriottiche disonorevoli. Un esempio per tutti è stata la decisione di aprire le frontiere alla Romania quando un rinvio sarebbe stato possibile e consigliabile, tanto che altri Paesi europei lo hanno scelto. Era il governo di Romano Prodi, era il ministro Emma Bonino, è bene ricordarne i nomi ogni volta che uno stupro, una rapina, un omicidio, hanno dei romeni come colpevoli. È bene anche ricordare i nomi di magistrati che in occasioni ripetute hanno emesso sentenze ignobilmente e insensatamente indulgenti nei confronti di clandestini delinquenti, stupratori, seviziatori e segregatori delle donne. Il risultato del lassismo, anzi della complicità, ci ha portato ai problemi feroci di oggi.La sottovalutazione del pericolo rappresentato dalla penetrazione di stranieri priva di tetto e regole ha riguardato in passato anche i governi moderati e liberali, ancora oggi ci sono rigurgiti populisti, tanto è vero che è un sindaco del Movimento per le Autonomie a guidare la falsa rivolta del popolo di Lampedusa a fianco dei clandestini. Oggi non si può esitare, lo dico ricordando Oriana Fallaci, augurandomi ancora che si sbagliasse nella profezia di sventura inevitabile per la nostra patria.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Articolo condivisibile ancorché insufficiente. Le analisi non vanno fatte solo sugli effetti ma anche sulle cause. Chi ce li manda qui tutti questi disperati del pianeta? Dare sempre e solo la colpa al solito Prodi (con aggiunta della Bonino) è un po' poco, anche se nessuno vuole togliergli la loro razione di responsabilità. Perché la Maglie (e non Magli) evita di toccare l'argomento del mercato e del commercio mondiale, voluto dagli agenti Ue di Bruxelles?
Perché NON DICE che anche Sarkozy vuole l'Unione dei popoli Mediterranei (e cioè africani)e che spinge al massimo per ottenerla? Perchè non se la piglia con tutti questi burattinai, responsabili, tra l'altro, anche della pesante crisi economica mondiale, oltre che di propagandare l'Europa come il Paese dei Balocchi?
Nessie