RIMINI - Il 10 novembre del 2008 diedero fuoco al senzatetto Andrea Severi, appisolato su una panchina. Erano in quattro, tutti tra i 19 e i 20 anni. Ora tre di loro escono dal carcere per andare a lavorare in comunità. È questo il percorso riabilitativo individuato di concerto tra il pm Ercolani, il gip Ardigò del Tribunale di Rimini e gli avvocati dei giovani, per tre dei quali sono stati concessi gli arresti domiciliari.
IN CELLA SOLO L'ESECUTORE MATERIALE DEL GESTO - Resta in carcere solo Alessandro Bruschi, colui che secondo le accuse diede fuoco materialmente al liquido infiammabile che ustionò buona parte del corpo del senzatetto, provocandogli ferite così gravi che l'uomo è ancora ricoverato presso il centro grandi ustionati di Padova. Matteo Pagliarani, Enrico Giovanardi e Fabio Volanti escono dal carcere ma non per tornare a casa, bensì per andare a prestare servizio in strutture di assistenza sociale. Volanti lavorerà alla Capanna di Betlemme, struttura della comunità Papa Giovanni XXIII: si occuperà di una senzatetto affetta dal morbo di Parkinson e non autosufficiente. Pagliarani presterà la propria opera presso il pronto soccorso sociale «S.Aquilina», anche questo facente capo alla Papa Giovanni XXIII, occupandosi di una persona disabile non autosufficiente. Infine Giovanardi lavorerà per la Caritas diocesana di Rimini nella struttura di Madonna della Scala, dove pulirà la cucina e la mensa, le camere degli ospiti, curerà il giardino e distribuirà i pasti. Tutte e tre le misure prese nei confronti dei tre giovani sono per ora a tempo indeterminato.
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