L'Italia del 2010 è una repubblica socialista fondata sulla burocrazia e le tasse. I dirigenti comunisti degli anni '50 sono stati intelligenti e lungimiranti; capirono perfettamente che se con Yalta era preclusa ogni via al socialismo reale, bisognava trovare un modo per costruirlo ugualmente all'interno delle libertà borghesi. Questo modo è stato trovato nell'accoppiata burocrazia e tasse. Se nella società rurale e preindustriale le classi sociali dipendenti dal denaro pubblico rimasero del tutto esigue (intorno a un 3%), oggi in Italia coloro che mangiano il pane del governo sono oltre 3,5 milioni, che a fronte di una classe operaia scesa a meno di 4 milioni di individui, e a fronte di un popolo delle partite iva che assomma a circa 4 milioni di individui, supera il 30% degli occupati. In molte zone siamo oltre il fifty-fifty. Se dunque nella società rurale e preindustriale i lavoratori creatori di ricchezza (operai, contadini, artigiani, artisti, professionisti), avevano da mantenere al massimo il 10% della popolazione, oggi ne devono mantenere il 50. La storia del plagio con cui agli italiani peraltro popolo di persone intelligenti (almeno pare) è stata fatta digerire senza battere ciglio la pozione malefica della sacralità dello stato e delle tasse, è tutta da indagare, capire e scrivere. Burocrazia è l'insieme degli uffici pubblici, dalla comunità europea all'ultimo comune, agli enti speciali centrali e periferici. Si può indifferentemente chiamare Stato. La storia d'Italia repubblicana si può riscrivere attraverso l'accrescimento constante e capillare delle competenze, degli enti e degli uffici pubblici, e dunque delle tasse centrali e locali. La metastasi progressiva ha reso di fatto pubblico anche il privato più rilevante fin dagli anni '50 e soprattutto '60: banche, le maggiori industrie, assicurazioni, mass media, servizi a rete (strade, telecomunicazioni, energia, trasporti, etc), se non per titolo di proprietà, dipendono largamente dai poteri e/o dai finanziamenti pubblici. Lo stato in tutte le sue articolazioni è diventato di gran lunga l'attore economico più forte. Il socialismo da ultimo (grossomodo dagli anni '90) è avanzato moltissimo anche tra i medi e piccoli operatori economici. I liberi professionisti sperimentano da anni che l'ente pubblico è il maggiore e migliore committente. Tra essi non si fa fortuna con la committenza privata, ma con quella pubblica. Cosa danno da fare i privati anche se ricchi? Qualche villone, qualche capannone, va bene, ma il grosso è di là, non c'è paragone: opere pubbliche a iosa, grandi e piccole, dal più semplice marciapiede alle grandi opere, dalle centrali energetiche, alle vie di comunicazione, agli ospedali, tutto è in mano allo stato. Gli investimenti privati di grosso calibro, per esempio quelli immobiliari e commerciali, devono fare a mezzadria con lo stato (gli uffici pubblici e i partiti), sennò è assai difficile che vedano la luce. Il socialismo è avanzato anche verso la base della società lungo il seguente discorso non scritto ma chiaro e ferreo come il sole: è vero che non possiamo impedirvi di esistere, gentili signori liberi professionisti e imprenditori, ma se volete campare bene, se volete volare sopra la sopravvivenza, qui dovete passare, altrimenti nisba. Questo spiega la babele burocratica quotidiana: se vi azzardate oggi a costruire una capanna per gli attrezzi del vostro giardino, è obbligatorio produrre in tre o cinque o sette copie (a seconda dei vincoli speciali), il progetto architettonico, il progetto strutturale dell'ingegnere, il progetto tecnologico (altro ingegnere), la relazione geologica, l'attestato di qualificazione energetica, i diversi responsabili della sicurezza. Se poi siete sfortunati ci vuole anche il piano attuativo, o il piano agricolo-forestale (qui bisogna pagare un agronomo), la relazione acustica (altro ingegnere), quella contro l'inquinamento luminoso (!) e una sfilza di nulla osta degli enti preposti a un sacco di cose, dai vincoli paesistici a quelli idrogeologici e quant'altro. Se vi azzardate nella vostra testolina piccina piccina picciò ad immaginare di aprire ad esempio un'osteria, o una pensione, o un centro fitness, è bene vi attrezziate tre anni prima del preventivato esordio. Non sto esagerando, è il Corriere della Sera ad aver raccontato qualche tempo fa che per aprire un'attività di carrozziere ci vogliono 57 passaggi amministrativi. Naturalmente per chi è ammanicato i percorsi si accorciano di molto e moltissimo. Tutta questa enormità d'apparti burocratici non elimina affatto truffe, evasioni/elusioni, illegalità, falsi e abusi d'ogni genere, ma senz'altro li provoca, perché il cittadino, furioso per le vessazioni subite, fatalmente diventa anarcoide e sadico, finendo per non sopportare neanche quei vincoli e limitazioni invece necessarie, ad esempio non rovinare il paesaggio, non costruire sulle coste… Dobbiamo dunque capire che tutti codesti baracconi burocratici sono allestiti ad arte, per il socialismo, non per risolvere i problemi: quel particolare socialismo dove il più alto numero possibile di persone sia assunta nei ranghi dello stato, e tutti gli altri gli siano asserviti. Il tutto in un contesto ove naturaliter l'università e la scuola, la sanità e la previdenza, la sicurezza e l'assistenza, sono totalmente dello stato, o direttamente o indirettamente mediante concessioni/autorizzazioni. Ove lo stato può in qualsiasi momento ficcare in naso perfino nel conto corrente, cioè i nostri soldi, che invece sono -insieme alle mutande e ai pensieri- la cosa più intima della persona. Mi rendo conto cari lettori che questa pagina è spaventosa. Ma perché è vera. Perché nessuno se ne accorge, se n'è accorto, e allora il nostro amor proprio (l'alta considerazione che abbiamo di noi) scende sotto il tacco. Respirate forte, ecco, riprendetevi. Dormiamoci su e domani ne riparliamo. Sappiate che il cavallo di troia, la parola magica, di questo socialismo 2000 è stata la credenza superstiziosa che tutto ciò che è pubblico (ad esempio gli uffici pubblici) coincidano in sé con l'interesse pubblico. Ma invece non è vero, è vero esattamente il contrario: oggi gli uffici pubblici cioè lo Stato sono la forma più estesa e illegittima di privatizzazione di fatto delle immense risorse pubbliche in favore di tutte le caste i privilegi le mafie, che nello Stato trovano la propria sintesi perfetta una e trina (Burocrati, Partiti, Imprese ammanicate).
mercoledì 7 ottobre 2009
Socialismo
Socialismo 2000 di Luigi Fressoia
L'Italia del 2010 è una repubblica socialista fondata sulla burocrazia e le tasse. I dirigenti comunisti degli anni '50 sono stati intelligenti e lungimiranti; capirono perfettamente che se con Yalta era preclusa ogni via al socialismo reale, bisognava trovare un modo per costruirlo ugualmente all'interno delle libertà borghesi. Questo modo è stato trovato nell'accoppiata burocrazia e tasse. Se nella società rurale e preindustriale le classi sociali dipendenti dal denaro pubblico rimasero del tutto esigue (intorno a un 3%), oggi in Italia coloro che mangiano il pane del governo sono oltre 3,5 milioni, che a fronte di una classe operaia scesa a meno di 4 milioni di individui, e a fronte di un popolo delle partite iva che assomma a circa 4 milioni di individui, supera il 30% degli occupati. In molte zone siamo oltre il fifty-fifty. Se dunque nella società rurale e preindustriale i lavoratori creatori di ricchezza (operai, contadini, artigiani, artisti, professionisti), avevano da mantenere al massimo il 10% della popolazione, oggi ne devono mantenere il 50. La storia del plagio con cui agli italiani peraltro popolo di persone intelligenti (almeno pare) è stata fatta digerire senza battere ciglio la pozione malefica della sacralità dello stato e delle tasse, è tutta da indagare, capire e scrivere. Burocrazia è l'insieme degli uffici pubblici, dalla comunità europea all'ultimo comune, agli enti speciali centrali e periferici. Si può indifferentemente chiamare Stato. La storia d'Italia repubblicana si può riscrivere attraverso l'accrescimento constante e capillare delle competenze, degli enti e degli uffici pubblici, e dunque delle tasse centrali e locali. La metastasi progressiva ha reso di fatto pubblico anche il privato più rilevante fin dagli anni '50 e soprattutto '60: banche, le maggiori industrie, assicurazioni, mass media, servizi a rete (strade, telecomunicazioni, energia, trasporti, etc), se non per titolo di proprietà, dipendono largamente dai poteri e/o dai finanziamenti pubblici. Lo stato in tutte le sue articolazioni è diventato di gran lunga l'attore economico più forte. Il socialismo da ultimo (grossomodo dagli anni '90) è avanzato moltissimo anche tra i medi e piccoli operatori economici. I liberi professionisti sperimentano da anni che l'ente pubblico è il maggiore e migliore committente. Tra essi non si fa fortuna con la committenza privata, ma con quella pubblica. Cosa danno da fare i privati anche se ricchi? Qualche villone, qualche capannone, va bene, ma il grosso è di là, non c'è paragone: opere pubbliche a iosa, grandi e piccole, dal più semplice marciapiede alle grandi opere, dalle centrali energetiche, alle vie di comunicazione, agli ospedali, tutto è in mano allo stato. Gli investimenti privati di grosso calibro, per esempio quelli immobiliari e commerciali, devono fare a mezzadria con lo stato (gli uffici pubblici e i partiti), sennò è assai difficile che vedano la luce. Il socialismo è avanzato anche verso la base della società lungo il seguente discorso non scritto ma chiaro e ferreo come il sole: è vero che non possiamo impedirvi di esistere, gentili signori liberi professionisti e imprenditori, ma se volete campare bene, se volete volare sopra la sopravvivenza, qui dovete passare, altrimenti nisba. Questo spiega la babele burocratica quotidiana: se vi azzardate oggi a costruire una capanna per gli attrezzi del vostro giardino, è obbligatorio produrre in tre o cinque o sette copie (a seconda dei vincoli speciali), il progetto architettonico, il progetto strutturale dell'ingegnere, il progetto tecnologico (altro ingegnere), la relazione geologica, l'attestato di qualificazione energetica, i diversi responsabili della sicurezza. Se poi siete sfortunati ci vuole anche il piano attuativo, o il piano agricolo-forestale (qui bisogna pagare un agronomo), la relazione acustica (altro ingegnere), quella contro l'inquinamento luminoso (!) e una sfilza di nulla osta degli enti preposti a un sacco di cose, dai vincoli paesistici a quelli idrogeologici e quant'altro. Se vi azzardate nella vostra testolina piccina piccina picciò ad immaginare di aprire ad esempio un'osteria, o una pensione, o un centro fitness, è bene vi attrezziate tre anni prima del preventivato esordio. Non sto esagerando, è il Corriere della Sera ad aver raccontato qualche tempo fa che per aprire un'attività di carrozziere ci vogliono 57 passaggi amministrativi. Naturalmente per chi è ammanicato i percorsi si accorciano di molto e moltissimo. Tutta questa enormità d'apparti burocratici non elimina affatto truffe, evasioni/elusioni, illegalità, falsi e abusi d'ogni genere, ma senz'altro li provoca, perché il cittadino, furioso per le vessazioni subite, fatalmente diventa anarcoide e sadico, finendo per non sopportare neanche quei vincoli e limitazioni invece necessarie, ad esempio non rovinare il paesaggio, non costruire sulle coste… Dobbiamo dunque capire che tutti codesti baracconi burocratici sono allestiti ad arte, per il socialismo, non per risolvere i problemi: quel particolare socialismo dove il più alto numero possibile di persone sia assunta nei ranghi dello stato, e tutti gli altri gli siano asserviti. Il tutto in un contesto ove naturaliter l'università e la scuola, la sanità e la previdenza, la sicurezza e l'assistenza, sono totalmente dello stato, o direttamente o indirettamente mediante concessioni/autorizzazioni. Ove lo stato può in qualsiasi momento ficcare in naso perfino nel conto corrente, cioè i nostri soldi, che invece sono -insieme alle mutande e ai pensieri- la cosa più intima della persona. Mi rendo conto cari lettori che questa pagina è spaventosa. Ma perché è vera. Perché nessuno se ne accorge, se n'è accorto, e allora il nostro amor proprio (l'alta considerazione che abbiamo di noi) scende sotto il tacco. Respirate forte, ecco, riprendetevi. Dormiamoci su e domani ne riparliamo. Sappiate che il cavallo di troia, la parola magica, di questo socialismo 2000 è stata la credenza superstiziosa che tutto ciò che è pubblico (ad esempio gli uffici pubblici) coincidano in sé con l'interesse pubblico. Ma invece non è vero, è vero esattamente il contrario: oggi gli uffici pubblici cioè lo Stato sono la forma più estesa e illegittima di privatizzazione di fatto delle immense risorse pubbliche in favore di tutte le caste i privilegi le mafie, che nello Stato trovano la propria sintesi perfetta una e trina (Burocrati, Partiti, Imprese ammanicate).
L'Italia del 2010 è una repubblica socialista fondata sulla burocrazia e le tasse. I dirigenti comunisti degli anni '50 sono stati intelligenti e lungimiranti; capirono perfettamente che se con Yalta era preclusa ogni via al socialismo reale, bisognava trovare un modo per costruirlo ugualmente all'interno delle libertà borghesi. Questo modo è stato trovato nell'accoppiata burocrazia e tasse. Se nella società rurale e preindustriale le classi sociali dipendenti dal denaro pubblico rimasero del tutto esigue (intorno a un 3%), oggi in Italia coloro che mangiano il pane del governo sono oltre 3,5 milioni, che a fronte di una classe operaia scesa a meno di 4 milioni di individui, e a fronte di un popolo delle partite iva che assomma a circa 4 milioni di individui, supera il 30% degli occupati. In molte zone siamo oltre il fifty-fifty. Se dunque nella società rurale e preindustriale i lavoratori creatori di ricchezza (operai, contadini, artigiani, artisti, professionisti), avevano da mantenere al massimo il 10% della popolazione, oggi ne devono mantenere il 50. La storia del plagio con cui agli italiani peraltro popolo di persone intelligenti (almeno pare) è stata fatta digerire senza battere ciglio la pozione malefica della sacralità dello stato e delle tasse, è tutta da indagare, capire e scrivere. Burocrazia è l'insieme degli uffici pubblici, dalla comunità europea all'ultimo comune, agli enti speciali centrali e periferici. Si può indifferentemente chiamare Stato. La storia d'Italia repubblicana si può riscrivere attraverso l'accrescimento constante e capillare delle competenze, degli enti e degli uffici pubblici, e dunque delle tasse centrali e locali. La metastasi progressiva ha reso di fatto pubblico anche il privato più rilevante fin dagli anni '50 e soprattutto '60: banche, le maggiori industrie, assicurazioni, mass media, servizi a rete (strade, telecomunicazioni, energia, trasporti, etc), se non per titolo di proprietà, dipendono largamente dai poteri e/o dai finanziamenti pubblici. Lo stato in tutte le sue articolazioni è diventato di gran lunga l'attore economico più forte. Il socialismo da ultimo (grossomodo dagli anni '90) è avanzato moltissimo anche tra i medi e piccoli operatori economici. I liberi professionisti sperimentano da anni che l'ente pubblico è il maggiore e migliore committente. Tra essi non si fa fortuna con la committenza privata, ma con quella pubblica. Cosa danno da fare i privati anche se ricchi? Qualche villone, qualche capannone, va bene, ma il grosso è di là, non c'è paragone: opere pubbliche a iosa, grandi e piccole, dal più semplice marciapiede alle grandi opere, dalle centrali energetiche, alle vie di comunicazione, agli ospedali, tutto è in mano allo stato. Gli investimenti privati di grosso calibro, per esempio quelli immobiliari e commerciali, devono fare a mezzadria con lo stato (gli uffici pubblici e i partiti), sennò è assai difficile che vedano la luce. Il socialismo è avanzato anche verso la base della società lungo il seguente discorso non scritto ma chiaro e ferreo come il sole: è vero che non possiamo impedirvi di esistere, gentili signori liberi professionisti e imprenditori, ma se volete campare bene, se volete volare sopra la sopravvivenza, qui dovete passare, altrimenti nisba. Questo spiega la babele burocratica quotidiana: se vi azzardate oggi a costruire una capanna per gli attrezzi del vostro giardino, è obbligatorio produrre in tre o cinque o sette copie (a seconda dei vincoli speciali), il progetto architettonico, il progetto strutturale dell'ingegnere, il progetto tecnologico (altro ingegnere), la relazione geologica, l'attestato di qualificazione energetica, i diversi responsabili della sicurezza. Se poi siete sfortunati ci vuole anche il piano attuativo, o il piano agricolo-forestale (qui bisogna pagare un agronomo), la relazione acustica (altro ingegnere), quella contro l'inquinamento luminoso (!) e una sfilza di nulla osta degli enti preposti a un sacco di cose, dai vincoli paesistici a quelli idrogeologici e quant'altro. Se vi azzardate nella vostra testolina piccina piccina picciò ad immaginare di aprire ad esempio un'osteria, o una pensione, o un centro fitness, è bene vi attrezziate tre anni prima del preventivato esordio. Non sto esagerando, è il Corriere della Sera ad aver raccontato qualche tempo fa che per aprire un'attività di carrozziere ci vogliono 57 passaggi amministrativi. Naturalmente per chi è ammanicato i percorsi si accorciano di molto e moltissimo. Tutta questa enormità d'apparti burocratici non elimina affatto truffe, evasioni/elusioni, illegalità, falsi e abusi d'ogni genere, ma senz'altro li provoca, perché il cittadino, furioso per le vessazioni subite, fatalmente diventa anarcoide e sadico, finendo per non sopportare neanche quei vincoli e limitazioni invece necessarie, ad esempio non rovinare il paesaggio, non costruire sulle coste… Dobbiamo dunque capire che tutti codesti baracconi burocratici sono allestiti ad arte, per il socialismo, non per risolvere i problemi: quel particolare socialismo dove il più alto numero possibile di persone sia assunta nei ranghi dello stato, e tutti gli altri gli siano asserviti. Il tutto in un contesto ove naturaliter l'università e la scuola, la sanità e la previdenza, la sicurezza e l'assistenza, sono totalmente dello stato, o direttamente o indirettamente mediante concessioni/autorizzazioni. Ove lo stato può in qualsiasi momento ficcare in naso perfino nel conto corrente, cioè i nostri soldi, che invece sono -insieme alle mutande e ai pensieri- la cosa più intima della persona. Mi rendo conto cari lettori che questa pagina è spaventosa. Ma perché è vera. Perché nessuno se ne accorge, se n'è accorto, e allora il nostro amor proprio (l'alta considerazione che abbiamo di noi) scende sotto il tacco. Respirate forte, ecco, riprendetevi. Dormiamoci su e domani ne riparliamo. Sappiate che il cavallo di troia, la parola magica, di questo socialismo 2000 è stata la credenza superstiziosa che tutto ciò che è pubblico (ad esempio gli uffici pubblici) coincidano in sé con l'interesse pubblico. Ma invece non è vero, è vero esattamente il contrario: oggi gli uffici pubblici cioè lo Stato sono la forma più estesa e illegittima di privatizzazione di fatto delle immense risorse pubbliche in favore di tutte le caste i privilegi le mafie, che nello Stato trovano la propria sintesi perfetta una e trina (Burocrati, Partiti, Imprese ammanicate).
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